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giovedì 11 settembre 2025

La forza missionaria della Santa Messa tradizionale

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1269 pubblicata da Paix Liturgique il 10 settembre, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), riflette sulla forza missionaria della Santa Messa tradizionale, prendendo spunto da un bel documentario distribuito recentemente negli Stati Uniti d’America.

L.V.


Le sentinelle continuano per la 207ª settimana le loro preghiere in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame 10) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici, in un momento in cui i segni di disgelo ci confortano nel freddo gelido della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori alla riforma del Concilio Vaticano II, è bene ricordare la forza missionaria della Santa Messa tradizionale.

Uno strumento per farlo ci viene dagli Stati Uniti d’America, di cui sarebbe opportuno pubblicare una versione in francese, italiano, spagnolo ecc., o seguire l’esempio con film simili. Si tratta di un documentario, Bread not stones [Pane, non pietre: N.d.T.] [QUI: N.d.T.], realizzato da un sito che coltiva la qualità estetica, Regina Magazine [QUI: N.d.T.], sotto forma di un reportage molto professionale che, sullo sfondo di bellissimi brani della liturgia antica, mette insieme interviste a laici e sacerdoti che testimoniano il valore della Santa Messa tradizionale e il modo in cui ha cambiato radicalmente la loro vita [QUI il video integrale: N.d.T.].


Natalie Sonnen, direttrice esecutiva di Regina Magazine, ha dichiarato che Bread not stones [QUI: N.d.T.]

è dedicato a tutte le Parrocchie del mondo che hanno visto le loro amate comunità distrutte dall’attuazione di una politica ecclesiastica che ha frainteso o travisato la vera natura dell’amore dei fedeli per il Vetus Ordo.

Il documentario si basa in gran parte sull’esperienza dei fedeli della Diocesi di Charlotte, nella Carolina del Nord, negli Stati Uniti d’America, dove lo scorso luglio il Vescovo mons. Michael Thomas Martin O.F.M.Conv., con un tratto di penna ha soppresso le Sante Messe tradizionali celebrate nelle chiese parrocchiali della sua Diocesi e le ha riunite in un’unica cappella non parrocchiale, solo due domeniche al mese. Inoltre, questo furioso militante della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes perseguiva gli elementi tradizionali che potevano essere conservati nelle nuove liturgie, il latino, l’orientamento verso il Signore ecc.

I Cattolici della Diocesi di Charlotte parlano con calma ma con grande emozione dell’impatto della Santa Messa tradizionale sulla loro vita (compresa quella di questa coppia salvata dal divorzio) e del loro estremo dolore per la sua soppressione. Così, padre Timothy S. Reid, Parroco di St. Ann a Charlotte, racconta come ha iniziato a celebrare la Santa Messa tradizionale nel 2008 in seguito alla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Summorum Pontificum sull’uso straordinario della forma antica del Rito Romano. Dopo un’esperienza, gli è diventato impossibile fare a meno di questa celebrazione: «Volevo rifarlo perché è potente e bello».

Il giovane Cyrus River Moore spiega che la Santa Messa tradizionale lo ha convertito al Cattolicesimo: «Immediatamente, non appena ho varcato le porte [del luogo in cui veniva celebrata], la grazia proveniente da questa Messa in latino mi ha semplicemente travolto». Sei mesi dopo, ha ricevuto il Battesimo e la Cresima. Di questa Santa Messa dice: «Mi ha davvero, davvero messo in ginocchio. È stata un’esperienza incredibile, incredibile».

Il dott. Scott Aumueller racconta di aver assistito ad alcune Messe del Novus Ordo prima della sua conversione, ma che non lo avevano impressionato. «Non mi sarei convertito se fosse stato tutto lì. Non l’avrei mai fatto». Una madre di famiglia sottolinea che la Santa Messa tradizionale ha «un effetto molto profondo» sui bambini, specialmente sulla «loro comprensione di Dio, il loro rapporto con Cristo e la loro comprensione del carattere sacro» della Messa stessa.

La sig. Clare Gephart parla del carattere fiorente delle comunità tradizionali, peraltro profondamente familiari: «Ogni domenica ci sono solo posti in piedi. Ogni evento a cui assistiamo è affollato e pieno di vita, e semplicemente non vedo questo in altre Parrocchie come lo vedo nella nostra. È traboccante di amore e di vita, di famiglie, bambini e anziani, e ogni persona è benvenuta e ogni persona è accolta».

Sarebbe facile parlare ovunque, in particolare in Francia, dell’attrazione esercitata da questa Santa Messa sui giovani. Una chiesa di provincia ha visto la sua affluenza aumentare notevolmente grazie all’arrivo di giovani, alcuni dei quali sono entrati nel Cattolicesimo (Battesimi, Cresime, regolarizzazioni di situazioni matrimoniali, ecc.). Alcune chiese parigine, ufficiali o della Fraternità sacerdotale San Pio X, registrano ogni anno cifre impressionanti di Battesimi di adulti, con una catechesi preliminare e un notevole seguito di perseveranza.

E poi c’è il successo giovanile e missionario del Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres), ormai imitato da una serie di pellegrinaggi provinciali, l’ultimo dei quali, Sentourèrs de Esperanço (da Bazet a Lourdes) [QUI: N.d.T.], partirà il mese prossimo sulle strade della Guascogna il 18 ottobre per concludersi a Lourdes con una Santa Messa nella Basilique de l’Immaculée-Conception di Lourdes, il 19 ottobre.

Appaiono ancora più deplorevoli le meschine restrizioni imposte alla liturgia tradizionale, come quella di Valence, dove don Bruno Stemler F.S.S.P. è stato congedato, o come lo spostamento della Santa Messa dal centro di Tours alla periferia, per citare solo i casi più recenti. Con una particolare applicazione da parte delle amministrazioni diocesane nel far scomparire i catechismi che riuniscono masse di bambini provenienti dalle Parrocchie ordinarie di queste province della Francia diventate deserti catechetici.

Come i parrocchiani di Charlotte, protestiamo e preghiamo. A Parigi, recitiamo il Santo Rosario davanti agli uffici dell’Arcivescovado (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì e il venerdì alle ore 17:00, la domenica alle ore 18:15.

Echi della veglia: «Non è ancora vinta», ci dice una signora che ha appena letto attentamente il nostro cartello «Liberté pour la Messe traditionnelle» [Libertà per la Messa tradizionale: N.d.T.]. «Ma è in gioco la fede cattolica; continuate a pregare e io pregherò con voi, è indispensabile!».

In unione di preghiera e di amicizia.

3 commenti:

  1. purtroppo tutti i papi post conciliari sono stati protagonisti di nomine tremende(ad esempio Bernedetto XVI nominò il cardinale Marx) . speriamo bene

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  2. Come mai nelle messe tradizonaliste viene gente da mezza regione, ma non riesce a far presa su chi abita di fronte alla chiesa? Io ne ho girate tante ed è sempre stato così. Al massimo, come negli USA, si creano enclavi dove si trasferiscono in massa tradizionalisti da ogni dove.

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  3. Forza che il vento soffia nella giusta direzione.

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