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giovedì 25 settembre 2025

Il Pèlerinage Feiz e Breizh in Bretagna, la pace liturgica in cammino

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1276 pubblicata da Paix Liturgique il 24 settembre, in cui si racconta l’entusiasmante esperienza del pellegrinaggio tradizionale Feiz e Breizh (Fede e Bretagna) che, giunto all’ottava edizione, collega ogni anno Monterblanc e Sainte-Anne-d’Aurray.
Le belle fotografie che corredano l’articolo mostrano il grande successo di questo pellegrinaggio, soprattutto tra i giovani bretoni, i quali, con la loro presenza, testimoniano il desiderio della pace liturgica.

L.V.


Il 20 e 21 settembre, come contrappunto spirituale alle Journées européennes du patrimoine [Giornate europee del patrimonio: N.d.T.], si è svolta l’ottava edizione del Pèlerinage Feiz e Breizh [Fede e Bretagna: N.d.T.] (da Languidic a Sainte-Anne-d’Auray) [QUI: N.d.T.] sul tema «Krist, skouer a Garantez» [Cristo, modello di carità: N.d.T.].

Più di 2.200 pellegrini – erano 1.900 l’anno scorso – hanno camminato dalla Chapelle Notre-Dame de Bon Secours di Mangolérian a Monterblanc sabato mattina fino alla Basilique Sainte-Anne di Sainte-Anne-d’Auray domenica a mezzogiorno, fermandosi a Bieuzy Lanvaux sabato sera per bivaccare presso le Cooperatrici Parrocchiali di Cristo Re. Il tradizionale pellegrinaggio ha anche concluso il giubileo dei quattrocento anni delle apparizioni di Sant’Anna a Yvon Nicolazic nel 1623-25.

Come l’anno scorso, l’imponente Basilique Sainte-Anne di Sainte-Anne-d’Auray era troppo piccola per ospitare le centinaia di pellegrini che hanno assistito alla Santa Messa tradizionale essa di chiusura celebrata da mons. Raymond Michel René Centène, Vescovo di Vannes, dal sagrato, dopo la processione animata dai Bagad, circa settanta musicisti che suonavano stoicamente bombarde e cornamuse sotto la pioggia battente, preceduti dai portatori della Kroaz Du, croce nera su sfondo bianco, la storica bandiera bretone.


Al ritmo dei canti in bretone, di stendardi e capitoli con i nomi dei santi bretoni, Diocesi e fedeli delle Parrocchie tradizionali bretoni, ma anche della Fraternità sacerdotale San Pio X, credenti e meno credenti, desiderosi di scoprire la cultura bretone e di sperimentare la Santa Messa tradizionale, hanno marciato attraverso il Morbihan per «glorificare Dio, santificare le anime e radicare la fede».

Il Pèlerinage Feiz e Breizh è persino diventato, con il passare degli anni, un modello: in Normandia, nel Béarn, in Savoia o in Provenza, sono nati altri pellegrinaggi sul modello bretone, facendo rivivere i canti nelle lingue regionali e la memoria dei santi locali attraverso i nomi dei capitoli. La Bretagna ti conquista – e loro camminano.

Una crescita stabile e duratura

«Con questi nuovi pellegrinaggi regionali, pensavamo che la crescita del numero di pellegrini avrebbe subito un rallentamento, ma rimane stabile e duratura, dell’ordine del 10 per cento all’anno», sottolinea il responsabile della comunicazione del Pèlerinage Feiz e Breizh. «I pellegrini vengono per la cultura bretone, per la fede. Ci sono molti giovani, molte famiglie – per loro è più semplice che partecipare al Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres)», e infatti l’età media è di circa vent’anni.

«Durante la pandemia, con le restrizioni alle funzioni religiose, molti hanno capito che la fede è importante e desiderano manifestare il loro attaccamento alla nostra fede e alla nostra cultura».


Per questi volontari della regione di Vannes che fanno parte del personale sanitario, «camminiamo fin dall’inizio per la forza della cultura bretone e della Tradizione». Altri cementano la loro unità parrocchiale e ritrovano altre Parrocchie tradizionali – come i settanta pellegrini in due capitoli di Quimper.

Un gruppo di pellegrini più anziani – sulla cinquantina – con uno stendardo di Sant’Ignazio di Loyola in bretone – proviene da Bieuzy Lanvaux, dove si ritrovano alla Messa e ai ritiri spirituali ignaziani dei Cooperatori Parrocchiali di Cristo Re. Perché camminano? «Per la Fede», risponde uno di loro, «E per la cultura bretone», dice un altro, «E per incontrare altre persone che camminano per la Fede», secondo un terzo.

«E per la pace liturgica», afferma un quarto membro del gruppo. «La Diocesi di Vannes è una delle poche in cui tutti i sacerdoti possono celebrare il rito che desiderano senza problemi, e viceversa. Qui si può avere un sacerdote in abito talare che celebra una Messa di San Paolo VI. La pace liturgica esiste qui, è consolidata e non è contestata – è infatti il Vescovo di Vannes che celebra la Santa Messa tradizionale di chiusura del pellegrinaggio», spiega.


I pellegrini provengono dalla Église Saint-Clément di Nantes – anche se si trovano nella Église Sainte-Élisabeth di Nantes, perché è in corso una ristrutturazione – «da diversi anni per l’unità della Bretagna e la Santa Messa tradizionale». Un altro pellegrino, che frequenta la Fraternità sacerdotale San Pio X e persino i sedevacantisti di Rennes, cammina con una ragazza di Bruz, vicino a Rennes, che non è credente.

«Pensavo di trovare l’estasi e una forte esperienza spirituale, ma non è così. Sono però molto sorpresa ed edificata dalla fede profonda dei tradizionalisti, in particolare nelle loro famiglie», osserva tra gli acquazzoni che si riversano all’arrivo. L’acqua, generosa, cade anche sul giornalista del quotidiano Libération che cercava di scoprire se ci fossero militanti politici nel pellegrinaggio (!), ma anche su uno scozzese in kilt, un gallese che stringeva la bandiera tra le mani e un gruppo di pellegrini provenienti dall’Angiò, con uno stendardo di Notre-Dame du Marillais tra le mani.

«Veniamo da Saint-Brieuc e partecipiamo al pellegrinaggio quasi dall’inizio», racconta un padre di famiglia. «L’abbiamo visto crescere, molte persone si sono convertite e ora la colonna è quasi infinita. È bellissimo!».


«Il Pèlerinage Feiz e Breizh è un segno di resurrezione»

Nel suo sermone, mons. Raymond Michel René Centène osserva:

Ogni giorno incrociamo il corteo funebre di un mondo senza fede e privato di Dio. La Bretagna, terra di fede, può sembrarci morta, ma Gesù può venire incontro a lei e dirle: Bretagna, alzati. La Bretagna ha bisogno di essere consolata, quando vediamo tante chiese vuote, comunità che invecchiano, tanti giovani che ignorano la fede dei loro antenati.
Il Pèlerinage Feiz e Breizh è un segno di resurrezione, mette in risalto la cultura e la tradizione bretoni per trasmettere la fede. Non è solo una formula, ma una missione: fare della nostra cultura un terreno fertile dove la fede possa incarnarsi e trasmettersi, legata ai nostri perdoni, alle nostre preghiere, ai nostri campanili.

E il Vescovo di Vannes conclude:

Siamo chiamati ad alzarci, a pregare, a cantare. Non è mai troppo tardi perché Cristo è qui tra noi e nelle nostre vite. Che Sant’Anna, madre di Maria, vi aiuti nella vostra missione e interceda per voi.

5 commenti:

  1. Vedervi esaltare una persona come Charlie Kirk fa venire i brividi. Ma davvero vi riconoscete in ciò che diceva?

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  2. Perché è così difficile organizzare qualcosa di simile anche in Italia??

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  3. Forza,non tutto è perduto!

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  4. Ma in Italia ( a parte quello internazionale di Ottobre) non se ne fanno di pellegrinaggi legati alla forma tradizionale del rito romano?

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    Risposte
    1. Difficile quando ci sono mille gruppetti sempre ai ferri corti l’uno con l’altro.
      Il tradizionalismo è la versione in pizzi e manipolo delle sètte protestanti.

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