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mercoledì 10 settembre 2025

È nata una stella: Marko Rupnik, l'abusatore seriale

Standing ovation per Gloria Branciani alla prima mondiale del film Nuns vs the Vatican a Toronto sull'ex gesuita al centro de La Scomunica.
Grazie a Fedeerica Tourn per la notizia.
QUI i molti post di MiL sull'ex gesuita, pupillo di Francesco, accusatto di terribili abusi.
"Quello che la Chiesa voleva mantenere confinato nei grassi pettegolezzi da sacrestia è uscito definitivamente dai confini del chiacchiericcio ecclesiastico per raggiungere gli spettatori di tutto il mondo".
Luigi C.

Federica Tourn, set 08, 2025

Nei mesi scorsi, grazie al sostegno della comunità di Appunti e a un crowdfunding dedicato, abbiamo pubblicato il podcast auto-prodotto La Scomunica, sugli abusi nella Chiesa durante il papato di Francesco. Al centro c’era la vicenda del potentissimo gesuita Marko Rupnik, artista e intellettuale vicino ad almeno tre papi, scomunicato e poi riabilitato nonostante decenni di abusi, stupri e violenze.

Quell’inchiesta era realizzata da Giorgio Meletti e Federica Tourn, che ha avuto un ruolo decisivo nello scoperchiare lo scandalo Rupnik e per questo è stata coinvolta nella realizzazione anche di un importante film per il mercato globale, presentato in questi giorni al festival di Toronto.

Dal Canada, Federica scrive questo pezzo.

Per sostenere il suo e nostro lavoro, potete abbonarvi ad Appunti o contribuire al crowdfunding per continuare l’inchiesta su Chiesa e abusi.

Grazie,

Stefano Feltri

È nata una stella: Marko Rupnik, l'abusatore seriale



di Federica Tourn da Toronto

Sui grandi schermi del Toronto International Film Festival, insieme a star del calibro di Angelina Jolie, Keanu Reeves e Natalie Portman, cinefili e critici hanno potuto vedere questa volta anche l'ex gesuita Marko Rupnik, già noto agli ascoltatori del nostro podcast La scomunica.

Nella sezione “Documentari” è stato presentato Nuns vs Vatican ("Suore contro il Vaticano"), il film dei registi italiani Lorena Luciano e Filippo Piscopo che racconta le imprese del noto sacerdote e mosaicista, uomo di potere (religioso) che ha potuto abusare sessualmente delle donne perché protetto dai suoi superiori, papa compreso.

Quello che la Chiesa voleva mantenere confinato nei grassi pettegolezzi da sacrestia è uscito definitivamente dai confini del chiacchiericcio ecclesiastico per raggiungere gli spettatori di tutto il mondo.

In attesa che il 13 ottobre 2025 Rupnik si presenti finalmente davanti al tribunale ecclesiastico del Dicastero per la dottrina della fede per rispondere degli abusi commessi durante gli anni Novanta nei confronti delle suore della Comunità Loyola, alcune di quelle vittime portano oggi sul grande schermo la loro storia.

Abusi sessuali e di potere, violenze psicologiche, manipolazioni spirituali, costrizioni e minacce e, come collante, l'onnipresente complicità delle istituzioni ecclesiastiche.

Il volto di Gloria Branciani, la prima che ha avuto il coraggio di denunciare Rupnik ma anche la prima che è uscita allo scoperto (con l'intervista che le feci per Domani nel dicembre 2022), domina il manifesto di Nuns vs Vatican perché è lei il personaggio guida sia del percorso di ribellione delle suore abusate che del racconto cinematografico al quale ho potuto collaborare in parallelo al lavoro della Scomunica.

Con Gloria ci sono anche Mirjam Kovač e Klara (la ex religiosa slovena compare nel film ma ha preferito mantenere lo pseudonimo con cui aveva rilasciato l'intervista a Domani nel gennaio 2023). In un racconto corale ripercorrono gli anni passati con il sacerdote, le violenze subite, i silenzi e l'omertà della Chiesa che, censurando le loro denunce, ha impedito che fosse fatta giustizia e ha al contempo permesso a Rupnik di continuare imperterrito la sua carriera pubblica di teologo e mosaicista, e quella privata di abusatore.

Uno scandalo globale


Federica Tourn (ultima a destra) con il cast e i protagonisti del progetto Nuns vs the Vatican

Un lungo applauso del pubblico commosso ha accolto Gloria Branciani alla fine di entrambe le proiezioni: “E’ una grande emozione essere qui al Festival di Toronto– ha detto la ex suora – spero che la mia storia serva a dare coraggio a tutte le religiose che soffrono nel silenzio”. “Mi aspetto il riconoscimento della verità e il risveglio delle coscienze”, ha aggiunto Gloria.

“La parola delle suore conta e la testimonianza di Gloria è stata di grande ispirazione”, ha commentato la produttrice Mariska Hargitay (la protagonista della celebre serie televisiva Law and Order), mentre la regista Lorena Luciano ha sottolineato la soddisfazione per avere restituito il punto di vista delle sopravvissute agli abusi dei preti – e di Rupnik in particolare – dopo tutte le difficoltà avute nell'affrontare il tema degli abusi nella Chiesa durante la lavorazione del film.

Il successo della "prima" del 6 settembre e della replica del giorno successivo, andate entrambe sold out in uno dei festival cinematografici più importanti del mondo, dimostra come, fuori dall'Italia dove si dissimula e si minimizza, il tema sia caldo e appassioni.

La sala piena allo Scotiabank Theater consegna infatti l'ex gesuita Rupnik alla fama mondiale non per i mosaici glitterati dagli occhi grandi ma, beffardamente, per lo status di abusatore seriale di suore, riconosciuto dalla Compagnia di Gesù (che ha provveduto a espellerlo nel luglio 2024) e ora consacrato urbi et orbi anche dal festival del cinema di Toronto.

Rupnik non è il protagonista del film, semmai è protagonista la sua assenza: non prende mai la parola, non dà la sua versione e anzi sfugge al confronto, come ha sempre fatto in questi anni, da quando, nel dicembre 2022, è stato pubblicamente accusato di aver abusato di diverse suore.

È invece Gloria Branciani la voce dominante, e insieme a lei le altre vittime della violenza clericale che trovano lo spazio per ripetere quello che più di una volta hanno provato a dire nelle stanze vaticane senza essere ascoltate.

Nel film si assiste anche alla storia di una suora italiana, stuprata durante una missione in Africa, e la testimonianza agghiacciante di Barbara Harris, a lungo leader del network americano di sopravvissuti Snap (Survivors Network of those Abused by Priests), rimasta incinta in seguito agli abusi di un prete e costretta ad abortire clandestinamente grazie al favore di un medico compiacente (con il prete), che non le risparmia disprezzo e insulti durante l'operazione.

Dunque stavolta Lorena Luciano, regista milanese che vive a New York, già vincitrice di un Emmy Award insieme al marito Filippo Piscopo per il miglior documentario di attualità nel 2019 con il film It will be chaos, sulla crisi dei migranti nel Mediterraneo, porta sul grande schermo il tabù degli abusi sessuali sulle donne consacrate.

Con le violenze commesse dai preti e religiosi nei confronti delle suore, Nuns vs Vatican denuncia un capitolo oscuro e troppo a lungo trascurato del già voluminoso dossier di abusi della Chiesa cattolica.

Al centro del lungo lavoro di ricostruzione di Lorena Luciano (anche qui affiancata da Filippo Piscopo come direttore della fotografia) c'è il punto di vista delle sopravvissute e il loro percorso di consapevolezza e di ribellione.


Lorena Luciano

La loro sofferenza è provocata da una violenza sistemica, avallata da un clero misogino e fin troppo incline a perdonare il fratello “che cade in tentazione” o addirittura in "momenti di fragilità". Quella sofferenza è dunque considerata dall'ambiente religioso in cui si muovono tutto sommato inevitabile.
[...]


Gloria Branciani e Mirjam Kovač