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lunedì 15 settembre 2025

«Criminali spirituali e assassini di anime»: mons. Schneider risponde al pellegrinaggio giubilare «LGBTQ+» approvato dal Vaticano

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo pubblicato il 10 settembre sulla sua pagina Substack, in cui la vaticanista Diane Montagna intervista mons. Athanasius Schneider O.R.C., Vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana.
Mons. Schneider si esprime con estrema chiarezza in merito al pellegrinaggio giubilare delle associazioni omosessualiste, ribadendo il costante ed immutabile insegnamento della Chiesa Cattolica ed infine appellandosi al Romano Pontefice: «Dal profondo del cuore auguro a Papa Leone XIV la grazia di Dio, affinché abbia il coraggio di riparare a questo atto abominevole che ha infangato la santità dell’Anno Giubilare».

L.V.


Mons. Athanasius Schneider O.R.C., Vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana, si è espresso con forza contro il recente pellegrinaggio giubilare internazionale «LGBTQ+» approvato dal Vaticano, denunciandolo come una «profanazione» della Porta Santa e una «beffa» a Dio.

Il pellegrinaggio, inserito nel calendario generale del Giubileo 2025 del Vaticano (QUI), è stato organizzato dall’associazione italiana pro-LGBTQ+ La Tenda di Gionata; dal Global Network of Rainbow Catholics, che aveva fatto pressioni durante la 15ª assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi su «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» del 2018; e da Outreach con sede negli Stati Uniti, guidato da padre James Martin S.I.

Sabato pomeriggio, alcune fotografie virali hanno mostrato due partecipanti maschi che si tenevano apertamente per mano nella Basilica di San Pietro in Vaticano, uno dei quali portava uno zaino con la scritta «F*ck the rules» [espressione volgare che preferiamo non tradurre in italiano: N.d.T.]. Un’altra immagine ritraeva un giovane con una maglietta arcobaleno che scattava un selfie della sua mano «artigliata» con il Baldacchino di San Pietro di Gian Lorenzo Bernini sullo sfondo.

Il pellegrinaggio di due giorni ha visto anche una veglia venerdì sera, durante la quale una coppia lesbica ha raccontato la propria «storia d’amore» (QUI), e una Messa sabato mattina celebrata da mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio e Vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana, che ha incoraggiato i partecipanti ad essere pazienti fino a quando la Chiesa non riconoscerà lo stile di vita LGBTQ+. Erano presenti oltre mille persone.

In questa intervista esclusiva con mons. Athanasius Schneider, discutiamo della sua reazione a questi eventi, dell’udienza ampiamente pubblicizzata di Papa Leone XIV con padre James Martin e dei gravi rischi per la Chiesa cattolica e il mondo se dovesse perdere la sua autorità morale in tali questioni.

Mons. Athanasius Schneider implora inoltre Papa Leone XIV di seguire l’esempio di San Giovanni Paolo II denunciando pubblicamente l’incidente LGBTQ+ nella Basilica di San Pietro in Vaticano, riconoscendo la colpa del Vaticano nell’averlo permesso e compiendo atti di riparazione con umiltà e verità.

Egli denuncia anche i sacerdoti che affermano lo stile di vita LGBTQ+ come «criminali spirituali» e «assassini di anime», avvertendo che Dio li riterrà responsabili, mentre esorta i fedeli a lavorare con zelo per salvare coloro che sono stati ingannati dal peccato.

Ecco la mia intervista con mons. Athanasius Schneider.

* * *

Diane Montagna: Una foto virale di due uomini omosessuali che si tengono sfacciatamente per mano nella Basilica di San Pietro in Vaticano, uno con uno zaino con la scritta «F*ck the rules», e un’altra immagine di un giovane con una maglietta «arcobaleno» che scatta un selfie della sua mano artigliata con il Baldacchino di San Pietro di Gian Lorenzo Bernini come sfondo, hanno fatto il giro del mondo dal 6 settembre. Il gruppo di pellegrini è anche riuscito in qualche modo a entrare nella Basilica di San Pietro in Vaticano tenendo in alto una croce «arcobaleno»; non si sa come un oggetto del genere abbia potuto superare i controlli di sicurezza. Il pellegrinaggio è stato approvato dal Vaticano, nell’ambito dell’anno giubilare indetto da papa Francesco. Eccellenza, qual è stata la sua prima reazione quando ha visto queste foto?

Mons. Athanasius Schneider: La mia reazione è stata un grido silenzioso di orrore, indignazione e dolore. Tutti i veri credenti nella Chiesa, sia fedeli che clero, che ancora sostengono la validità dei comandamenti di Dio e Lo prendono sul serio, dovrebbero vivere questa provocazione come uno schiaffo in faccia. Credo che molti fedeli cattolici e membri del clero rimangano, in un certo senso, sbalorditi da un colpo così forte e abbiano bisogno di tempo per riprendersi. Nella Basilica di San Pietro in Vaticano a Roma si è verificato un atto senza precedenti, che può essere descritto, con le parole di Nostro Signore, come «l’abominio della desolazione che sta nel luogo santo» (cfr. Mt 24,15).

Qual è il significato della Porta Santa e in che modo il suo significato influisce sulla realtà di ciò che è accaduto il 6 settembre?

Uno dei significati essenziali dell’Anno Giubilare e della Porta Santa consiste nel «sospingere l’uomo alla conversione ed alla penitenza», come ha spiegato San Giovanni Paolo II nella bolla Incarnationis mysterium di indizione del Grande Giubileo dell’anno 2000. Un altro segno distintivo è l’indulgenza, che è uno degli elementi costitutivi del Giubileo. Pertanto, l’anno giubilare è un potente mezzo della grazia di Dio per aiutare i fedeli a compiere progressi reali nella santità attraverso una fruttuosa ricezione del sacramento della penitenza e l’ottenimento dell’indulgenza, che implica un distacco consapevole da tutti i peccati gravi e dai disordini morali. «Il cedimento consapevole e libero al peccato grave, infatti, separa il credente dalla vita di grazia con Dio e perciò stesso lo esclude dalla santità a cui è chiamato» (San Giovanni Paolo II, bolla Incarnationis mysterium, 9) (QUI).

L’obiettivo dichiarato delle organizzazioni LGBTQ+ che hanno riunito aderenti e attivisti per questo pellegrinaggio giubilare era che la Chiesa riconoscesse e legittimasse i cosiddetti diritti dei gay, compresi gli atti omosessuali e altre forme di comportamento sessuale extraconiugale.

Non c’era alcun segno di pentimento e di rinuncia ai peccati omosessuali oggettivamente gravi e allo stile di vita omosessuale da parte degli organizzatori e dei partecipanti a questo pellegrinaggio. Attraversare la Porta Santa e partecipare al Giubileo senza pentimento, promuovendo al contempo un’ideologia che rifiuta apertamente il Sesto Comandamento di Dio, costituisce una sorta di profanazione della Porta Santa e una beffa nei confronti di Dio e del dono dell’indulgenza.

I gruppi coinvolti nell’evento di sabato (La Tenda di Gionata, Global Network of Rainbow Catholics e Outreach guidato da padre James Martin S.I.) rifiutano l’idea della conversione dallo stile di vita LGBTQ+ e credono invece che sia giunto il momento che la Chiesa cattolica lo riconosca. Cosa dice dello stato attuale del Vaticano il fatto che questo evento sia stato permesso?

In questo, le autorità responsabili della Santa Sede hanno collaborato di fatto a minare e mettere in discussione la validità del Sesto Comandamento di Dio, in particolare la Sua esplicita condanna dell’attività omosessuale. Sono rimaste a guardare e hanno permesso che Dio fosse deriso e i Suoi Comandamenti fossero sprezzantemente messi da parte.

Secondo lei, questo evento è stato peggiore dello scandalo della Pachamama?

Da un punto di vista teologico e oggettivo, la venerazione della Pachamama nella Basilica di San Pietro in Vaticano è stata peggiore del pellegrinaggio LGBTQ+, poiché ha costituito una trasgressione diretta del Primo Comandamento del Decalogo ed è stata quindi più empia persino di un evento atroce che contraddice o ridicolizza il Sesto Comandamento. La promozione della sodomia e di altre forme di immoralità sessuale equivale a una forma di idolatria indiretta, mentre all’idolo della Pachamama sono stati accordati atti espliciti di venerazione religiosa: incenso, luci, candele e prostrazioni. Entrambi gli eventi devono essere riparati pubblicamente dallo stesso Papa. Ciò è urgentemente necessario, prima che sia troppo tardi, perché Dio non lascia che ci si prenda gioco di Lui (cfr. Gal 6,7).

Prima del pellegrinaggio attraverso la Porta Santa, è stata celebrata una Messa da mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio e Vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana, nella Chiesa del Santissimo Nome di Gesù di Roma, la chiesa madre della Compagnia di Gesù. Tutti erano invitati a ricevere la Santa Comunione. L’adesione a tutti gli insegnamenti della Chiesa (dottrina e morale) non è forse un prerequisito per ricevere Nostro Signore nella Santa Eucaristia?

Sì, questa è certamente una condizione preliminare, come ordinato da Dio nella Sacra Scrittura attraverso l’insegnamento di San Paolo: «chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti» (1 Cor 11,29-30). La Chiesa ha mantenuto questo precetto immutato e universalmente valido per duemila anni e lo mantiene ancora nel suo insegnamento ufficiale. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma chiaramente che: «Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all’Eucaristia senza prima aver ricevuto l'assoluzione nel sacramento della Penitenza» (n. 1415) (QUI). Inoltre, osserva, la Sacra Scrittura «presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati» (n. 2357) (QUI).

Permettendo tali messe pubbliche per le organizzazioni LGBTQ+ a Roma e concedendo loro il passaggio attraverso la Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano, le autorità della Santa Sede hanno mostrato al mondo intero una sorprendente contraddizione tra l’insegnamento ufficiale della Chiesa e la sua pratica. Così facendo, queste autorità di alto rango hanno di fatto ripudiato la dottrina stessa che sono tenute a sostenere. Alla luce di questi fatti manifesti, evidenti a tutti, ci si deve chiedere: il mondo può ancora prendere sul serio l’insegnamento ufficiale della Chiesa?

L’organizzazione Courage International (QUI) è un apostolato che serve uomini e donne che provano attrazione per persone dello stesso sesso, aiutandoli a condurre una vita di santità in accordo con la pienezza della fede cattolica. Se il pellegrinaggio di sabato fosse stato sponsorizzato da Courage International, non ci sarebbe stato alcuno scandalo. Qual è il suo messaggio alle persone che hanno partecipato all’evento di sabato, che sono state fuorviate da padre James Martin e dal movimento LGBTQ+?

Il mio messaggio per loro è innanzitutto di compassione. Quando una persona rifiuta consapevolmente il comandamento esplicito di Dio che proibisce qualsiasi attività sessuale al di fuori di un matrimonio valido, si espone al pericolo più grave: quello di perdere la vita eterna e di essere condannata all’inferno per l’eternità. Dobbiamo mostrare compassione verso coloro che sostengono la legittimazione dell’attività omosessuale e persistono in essa senza pentirsi e persino con orgoglio. Il vero amore per queste persone consiste nel chiamarle, con gentilezza ma con perseveranza, a una conversione autentica alla volontà rivelata da Dio. Questi individui sono fuorviati e ingannati dallo spirito maligno, da Satana, il padre della menzogna, e alla fine sono infelici, anche se hanno soffocato la voce della coscienza.

Dobbiamo essere pieni di grande zelo per salvare queste anime, per liberarle da inganni velenosi. Quei sacerdoti che li confermano nella loro attività omosessuale o in uno stile di vita omosessuale sono criminali spirituali, assassini di anime, e Dio chiederà loro un rigido rendiconto, secondo la Sua parola: «O figlio dell’uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. Se io dico all’empio: Empio tu morirai, e tu non parli per distoglier l’empio dalla sua condotta, egli, l’empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te» (Ez 33,7-8).

Questo evento era stato pianificato prima dell’elezione di Papa Leone XIV. Alcuni hanno sostenuto che avrebbe potuto essere peggiore se papa Francesco fosse stato ancora vivo. Sottolineano che Papa Leone XIV non ha ricevuto una delegazione del gruppo LGBT+ durante l’udienza generale del Giubileo in Piazza San Pietro sabato scorso, né ha inviato un messaggio al gruppo.

Queste argomentazioni non sono convincenti. Per il Papa, ricevere una delegazione pro-LGBTQ+ sarebbe stato davvero senza precedenti e avrebbe rappresentato il culmine dello scandalo. Il fatto che Papa Leone XIV non abbia causato tale scandalo non giustifica in alcun modo il suo consenso di fatto a questo evento. In effetti, non si può ragionevolmente presumere ingenuità da parte sua, poiché era del tutto prevedibile che un’organizzazione pro-LGBTQ+, o almeno alcuni dei suoi membri, avrebbe sfruttato la Porta Santa e la Basilica di San Pietro in Vaticano come piattaforma per promuovere un’ideologia che disprezza e rifiuta apertamente la volontà esplicita di Dio espressa nel Suo Santo Comandamento.

Padre James Martin ha diffuso le foto di un’udienza che ha avuto con Papa Leone XIV alcuni giorni prima dell’evento. I Papi precedenti a papa Francesco hanno incontrato figure simili in questo modo? Qual è la sua opinione su questo e su altri recenti incontri, come quello con la controversa suor Lucía Caram Padilla, domenicana, che secondo quanto riferito sostiene il «matrimonio gay»?

Prima del pontificato di papa Francesco, i successori di Pietro non ricevevano ufficialmente né posavano per fotografie con coloro che, con parole o azioni, rifiutavano apertamente l’insegnamento dottrinale e morale della Chiesa. Attraverso questi incontri ufficiali e queste fotografie, Papa Leone XIV ha di fatto inviato al mondo il messaggio che non prende le distanze dal loro insegnamento e comportamento eterodosso e scandaloso, tanto più che la Santa Sede non ha fornito alcuna chiarificazione in seguito e non ha corretto i messaggi trionfanti di padre James Martin diffusi sui social media. C’è un detto comune che recita: «Qui tacet consentire videtur» [Chi tace sembra consenziente: N.d.T.].

La Chiesa tradizionalmente non solo ha predicato la verità, ma ha anche combattuto attivamente l’errore. Mentre l’Islam continua a crescere in Occidente e l’Europa diventa sempre più scristianizzata, cosa rischia la Chiesa cattolica se cede la sua autorità morale a queste lobby e movimenti?

San Pietro e i suoi successori, i Romani Pontefici, insieme alla Santa Sede, e quindi la Chiesa cattolica in quanto tale, hanno ricevuto da Cristo stesso la più alta autorità morale in questo mondo. Questa autorità consiste nell’insegnare al mondo intero – alle persone di tutte le nazioni e religioni – i Comandamenti di Dio, cioè osservare tutto ciò che Cristo ha comandato (cfr. Mt 28,20).

Nella misura in cui il magistero della Chiesa – nella Santa Sede e nell’episcopato cattolico – diventa debole, poco chiaro, ambiguo o addirittura contraddittorio, l’influenza dell’anti-verità, in tutte le sue derivazioni ideologiche e forme religiose, aumenterà inevitabilmente.

La forza dell’Islam può essere sempre più attraente per alcuni, ma l’Islam non impartisce e non potrà mai impartire all’anima umana la forza spirituale necessaria per essere trasformata interiormente in una persona nuova attraverso la grazia di Cristo. Vivo in una zona a maggioranza musulmana che ha anche una forte presenza ortodossa; quando la gente vede questi eventi, sia i leader religiosi che la gente comune si chiedono cosa stia succedendo al Papa e alla Santa Sede.

Permettendo eventi così scandalosi, le autorità della Santa Sede stanno di fatto mettendo a tacere la verità di Cristo, la voce di Cristo. È quindi imperativo per il nostro tempo che le parole del Papa e delle autorità della Santa Sede riguardo all’insegnamento della Chiesa corrispondano fedelmente alle loro azioni. Perché non c’è autorità morale più alta in questo mondo di quella di Gesù Cristo, che ha affidato la Sua autorità al Magistero del Papa e dell’episcopato. Che responsabilità enorme! E quale immensa responsabilità futura davanti al tribunale di Cristo!

Sebbene abbia scritto al dott. Matto Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, chiedendo se il Vaticano avrebbe rilasciato un riconoscimento che ciò non avrebbe dovuto essere permesso e scusandosi per lo scandalo causato, non ho ricevuto alcuna risposta. Cosa credete che riveli questo silenzio?

La Santa Sede si trova in una sorta di impasse e deve affrontare due reazioni.

Da un lato, le organizzazioni che sostengono la legittimazione dello stile di vita LGBTQ+ hanno gioito. L’inclusione degli attivisti LGBTQ+ tra i gruppi di pellegrini dell’Anno Santo e il loro ingresso solenne nella Basilica di San Pietro in Vaticano, il centro spirituale del Cattolicesimo, hanno inviato al mondo intero il messaggio che la Santa Sede riconosce l’obiettivo primario di queste organizzazioni: l’approvazione dell’attività omosessuale e di altri comportamenti sessuali al di fuori del matrimonio. Il mondo applaude Papa Leone XIV e la Santa Sede per questo.

Dall’altro lato, ci sono tutti coloro – cattolici, naturalmente, ma anche non cattolici e aderenti ad altre religioni – che continuano a sostenere la validità dei Comandamenti di Dio e lo prendono sul serio, e che si trovano in uno stato di shock. Tutti i fedeli figli e figlie della Santa Chiesa si sentono profondamente umiliati. È, per così dire, un rossore sui volti dei figli della Chiesa. Ci sentiamo vergognosi davanti a Dio.

Si percepisce un silenzio imbarazzato da parte della Santa Sede, simile al silenzio coscienzioso di chi ha fatto qualcosa di sbagliato.

Questo evento è avvenuto il primo sabato del mese, giorno in cui la Madonna di Fatima ha chiesto in modo particolare riparazione per le offese commesse contro il suo Cuore Immacolato. Come possono i fedeli contribuire a rimediare a quanto è accaduto?

La situazione che ne è derivata non è altro che un’umiliazione pubblica della nostra Santa Madre Chiesa davanti alla sfacciata esultanza dei nemici dei comandamenti di Dio. Dovremmo tutti compiere un atto collettivo di riparazione per l’oltraggio commesso contro la santità della casa di Dio e la sacralità dei Suoi Comandamenti. Noi, figli della Chiesa – soprattutto il Papa, e in particolare quei chierici che hanno permesso, sostenuto e persino giustificato tale abominio – dovremmo fare nostre le parole del profeta Daniele: «A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto […] per i misfatti che hanno commesso contro di te. Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te» (Dan 9,7-8).

Durante il Grande Giubileo del 2000, Roma ha ospitato il primo World Pride (1-9 luglio 2000). San Giovanni Paolo II ha pubblicamente denunciato l’evento, dicendo (Angelus, 9 luglio 2000) (QUI):

A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato al Grande Giubileo dell’Anno Duemila e per l’offesa ai valori cristiani di una Città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo.
La Chiesa non può tacere la verità, perché verrebbe meno alla fedeltà verso Dio Creatore e non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male.
Vorrei, a tale riguardo, limitarmi a leggere quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, il quale, dopo avere rilevato che gli atti di omosessualità sono contrari alla legge naturale, così si esprime: «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione» (CCC 2358).

Eccellenza, quale messaggio vorrebbe inviare a Papa Leone XIV?

Vorrei implorare Papa Leone XIV di ripetere, in sostanza, queste parole di San Giovanni Paolo II, manifestando così davanti al mondo intero la vera umiltà nel riconoscere la colpa della Santa Sede riguardo allo scandaloso evento LGBTQ+ nella Basilica di San Pietro in Vaticano. L’umiltà è coraggio per la verità. Se Papa Leone XIV rendesse pubblici atti di pentimento e persino di riparazione, non perderebbe nulla; se non lo facesse, perderebbe qualcosa agli occhi di Dio, e solo Dio conta. Dal profondo del cuore auguro a Papa Leone XIV la grazia di Dio, affinché abbia il coraggio di riparare a questo atto abominevole che ha infangato la santità dell’Anno Giubilare, utilizzando in tutta verità le parole di San Paolo: «non mi sono sottratto al compito di annunziarvi tutta la volontà di Dio» (Atti 20,27).

Eccellenza, c’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?

Papa Leone XIV non è il vicario di papa Francesco, ma il Vicario di Gesù Cristo, che gli chiederà conto della sua difesa della verità. L’armonia non era l’obiettivo di Gesù Cristo, altrimenti non sarebbe stato crocifisso. E Sant’Agostino avrebbe goduto di una vita molto armoniosa se non avesse combattuto gli errori del suo tempo, anche all’interno della Chiesa.

Possa il nostro Santo Padre Papa Leone XIV prendere a cuore le seguenti parole di Nostro Signore che Egli pronunciò una volta attraverso Santa Brigida di Svezia a uno dei suoi predecessori (Papa Gregorio XI): «Sradica, sradica e distruggi tutti i vizi della tua corte! Separati dal consiglio degli amici carnali e mondani e segui umilmente il consiglio spirituale dei miei amici. Alzati come un uomo e rivestiti con fiducia di forza! Inizia a riformare la Chiesa che ho acquistato con il mio sangue affinché possa essere riformata e ricondotta spiritualmente al suo stato originario di santità, poiché al giorno d’oggi si mostra più venerazione per un bordello che per la mia Santa Chiesa. Figlio mio, ascolta il mio consiglio. Se mi obbedirai in ciò che ti ho detto, ti accoglierò misericordiosamente come un padre amorevole. Avvicinati coraggiosamente alla via della giustizia e prospererai. Non disprezzare colui che ti ama. Se mi obbedirai, ti mostrerò misericordia e ti benedirò, ti vestirò e ti adornerò con i preziosi paramenti pontifici di un santo Papa. Ti rivestirò di me stesso in modo tale che tu sarai in me e io in te, e sarai glorificato in eterno» (Il Libro delle Rivelazioni, Libro IV, cap. 149).

12 commenti:

  1. Ho purtroppo un'età che mi permette di ricordare la minaccia dei "cosacchi che abbevereranno i loro cavalli in piazza S. Pietro". Il nemico cambia volto e nome, ma nemico resta. C'è chi definisce semplici "miti" queste profezie. E se anche fossero, i miti sono una cosa tremendamente seria.

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  2. VERISSIMO. SONO D'ACCORDO CON TUTTO E PREGO PER PAPA LEONE

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  3. Un vero pastore parla così. Grazie mons. Schneider!

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  4. ANCORA UNA VOLTA, GESU' VIENE CROCEFISSO E OFFESO CON QUESTO ORRIBILE SCEMPIO NEL CUORE DEL CRISTIANESIMO E DELLA TOMBA DEL PRINCIPE DEGLI APOSTOLI, CON LA COMPLICITA' DI ALCUNI PRELATI DELLA CURIA ROMANA, DI PADRE MARTON E DI MONS. SAVINO CHE DOVRANNO DARE CONTO DAVANTI AL SUPREMO TRIBUNALE DELL'ALTISSIMO. UNA VOLTA VERRA' IL GIUDIZIO DI DIO! LA SPOSA DI CRISTO UMILIATA E OFFESA DA COLORO CHE DOVREBBERO CUSTODIRE LA PUREZZA DI ESSA, INVECE SI CONTINUA AD OFFENDERLA, OFFENDENDO ANCHE IL SUO SPOSO NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO. ANCHE LA SCONVOLGENTE IMMAGINE DEL VOLTO DEL PEGGIORE PAPA DELLA STORIA DELLA CHIESA, BERGOGLIO, COSTRUITA CON I DRONI E UN PALCOSCENICO PAGANO. DA CATTOLICO SONO MOLTO ARRABBIATO E COSTERNATO PER COME STANNO TRATTANDO LA CHIESA FONDATA DA NOSTRO SIGNORE.

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    1. La smetta con le maiuscole per favore. È stato già detto più volte.

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  5. provo solo tristezza e amarezza per quanto è accaduto in Vaticano con l'ingresso di omosessuali che andavano mano per mano, con magliette arcobaleno, qualcuno con lo zaino con su scritto una frase in inglese offensiva, nel cuore della Basilica vaticana dove c'è l'apostolo Pietro che si sarà rivoltato nella sua tomba. Non capisco perchè Leone XIV non abbia detto nulla.

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  6. la colpa è di bergoglio per lo schifo che ho potuto assistere in tv.

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  7. mi pare che mons Schneider usi un linguaggio e toni di violenza inaccettabile; il papa nello specifico ha fatto il giusto : non ha dato udienza privata e di certo non era plausibile che impedisse il pellegrinaggio di chicchessia. Se i LGBTecc erano in malafede ne renderanno conto a DIo ,ma può essere che anche solo uno di loro ,grazie a questo pellegrinaggio si avvicini alla Chiesa seriamente e questo sarebbe un successo, Quanto all'udienza di Martin ,il papa incontra persone di orientamenti più disparati :ad esempio il presidente di israele e non penso perchè fosse entusiasta della loro politica. toni simili sembrano dare ragione ai bergogliani che descrivono i tradì come dei fanatici violenti

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  8. Serve un PASTORE che guidi il gregge e spero che Leone dia il suo contributo! Visto che oramai tutti fanno quello che vogliono!

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  9. Schneider si preoccupa di tutto, tranne che della sua diocesi. O ha scoperto che accarezzare i tradizionalisti americani porta tanti bei dindini?

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  10. PERCHE' NON PUBBLICATE I COMMENTI? ALLA FACCIA DELLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE. LASCIAMO PERDERE...NON VI SEGUIRO' PIU'.

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  11. Monsignor Schneider, sono un medico e ho insegnato Malattie dell'apparato respiratorio nel Policlinico Gemelli. Forte di tali conoscenze biologiche ho scritto subito al card. Fernandez dopo la pubblicazione di Fiducia supplicans, sostenendo che il comportamento delle persone omosessuali è conrrario alla fisiologia umana, e quindi alla morale naturale, oltre che a quella divina.
    In aggiunta, ho scritto una lettera al Santo Padre Francesco chiedendogli di revocare il decreto del Dicastero per la dottrina della fede, e questa lettera è stata anche pubblicata da Aldo M. Valli nel blog Duc in altum (credo che sia ancora leggibile in archivio, data= 26 febbraio 2024).
    Ho spesso ascoltato le Sue dichiarazioni rese in alcuni video e le ho apprezzate per il loro equilibrio e l'amore al Papa, nonostante tutto ciò che di problematico c'era in Francesco.
    Credo tuttavia che Lei sia andato oltre il giusto quando ha affermato, in questa intervista, che la testimonianza resa a Cristo dalla Chiesa viene di fatto azzerata dall'evento giubilare del gruppo LGBT; Le chiedo: la canonizzazione dei due giovani beati di domenica 7 settembre u.s. è o non è una tstimonanza resa a Cristo dal Papa Leone e dalla Chiesa? e le parole del santo Padre dell'Omelia del 9 maggio '25, in cui diceva di voler scomparire perché brilli solamente Gesù non è un messaggio fortemente e giustamente cristocentrico? (e non è la sola affermazione in tal senso).
    Sono contento che Lei abbia considerato l'evento Pachamama più grave del giubileo LGBT (e censuro quanto detto, in contrario, dal prof. Viglione in un intervento sul blog Duc in altum), ma a quest'ultimo proposito Le dico che Leone XIV non ha presieduto l'udienza giubilare del 6 settembre, in cui potevano esserci i mille omosessuali, e che non ha mandato a loro messaggio alcuno, proprio per evitare qualsiasi coinvolgimento.
    La croce dipinta con i colori dell'arcobaleno ha contrariato anche me, perché appare come il simbolo di un'ideologia non cristiana, ma a essere precisi fino in fondo quella croce/arcobaleno potrebbe essere interpretata dai conponenti di Gionata come una croce di persone che soffrono nel combattere dentro di sé la tendenza gay: una volta un omosessuale mio amico, con cui sostenevo che il suo comportamento non era adeguato, mi ha risposto: lei ha ragione, dottore, ma sapesse quanta sofferenza si cela dietro queste persone: il foro interno, Lei m'insegna, non si può giudicare se la stessa persona non lo rivela.
    La saluto cordialmente, Monsignore, ringraziandola dei suoi messaggi e in parte anche di quest'ultimo.
    Dott. Prof. Angelo DI Marzo
    già componente del Senato accademico dell'UCSC.

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