Non
è nostra intenzione entrare nel merito, non conosciamo con esattezza i motivi
della censura né possiamo attribuire colpe senza fondamento, ma un dato emerge
con chiarezza: in un mondo che invoca la libertà ad ogni costo, sembra che
proprio la libertà della verità sia quella meno tollerata. Si può dire tutto,
tranne ciò che scuote, che interpella, che richiama al bene e alla Legge
divina. Si può scrivere ogni cosa, finché essa non metta in luce l’eternità del
Vangelo, la sua forza scomoda, la necessità della salvezza.
Se
davvero il motivo della sospensione dovesse risultare legato ai suoi contenuti,
saremmo dinanzi a qualcosa di grave. Perché significherebbe che la Verità,
quando non si piega ai criteri del consenso, deve essere messa a tacere. In
questo contesto, la Tradizione — e con essa tutte le realtà che vi si
riconoscono — non deve cadere nella trappola della reazione sterile o del
vittimismo. Non serve gridare alla persecuzione, né rivendicare diritti. Ma
serve, oggi più che mai, custodire un cuore vigile e orante. Un cuore saldo
nella fede e coraggioso nel bene. Perché se anche le piattaforme digitali ci
chiudessero ogni spazio, il Vangelo continuerebbe ad ardere nei cuori e a
scorrere nei gesti nascosti dei piccoli.
Preghiamo,
dunque. Non per la visibilità o per il riconoscimento umano, ma perché la
Verità continui a trovare orecchie disposte ad ascoltarla, cuori disposti a
seguirla e mani disposte a difenderla con mitezza. Preghiamo per la conversione
dei cuori: di chi governa, di chi amministra, di chi ha in mano gli strumenti
del potere mediatico. E anche per noi stessi, affinché non cediamo alla
tentazione di ridurre la fede a polemica, e la missione a battaglia umana. San
Paolo scriveva a Timoteo: “Verrà un tempo in cui non si sopporterà più la sana
dottrina… ma si cercheranno maestri secondo i propri desideri” (2Tm 4,3). Forse
quel tempo è già giunto. Ma ciò che il mondo chiude, Dio può riaprire. Ciò che
viene censurato, il Cielo può rendere fecondo.
La
Tradizione — quella viva, quella che respira nel cuore della Chiesa e non nella
nostalgia — non si spegne. Non si censura. Continua a vivere nei silenzi che
gridano più delle parole, e nelle anime che ancora sanno inginocchiarsi dinanzi
al Mistero.
