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martedì 1 luglio 2025

Spuntoni, "Sala Stampa. Costi folli e pochi risultati"

A proposito del post di Luis Badilla di poco fa sulla comunizazione della Chiesa...
Luigi C.

Nico Spuntoni, Il Tempo, 30-6-25

A chi gli sta mostrando i dossier sulle spese della Curia, Leone XIV sta facendo presente con ironia: «non dimenticatevi che sono un matematico!». Già quando era priore degli agostiniani, Prevost trattava le questioni economiche con la diligenza del buon padre di famiglia e nulla dei bilanci presentati dagli economi delle comunità sfuggiva al suo occhio attento. Difficile, quindi, che non abbia già notato quanto i costi della comunicazione pesino sulle casse della Santa Sede. Nell'ultimo bilancio consolidato pubblicato dalla Segreteria per l'economia e relativo al 2023 erano ben 44,8 milioni di euro i fondi destinati al settore comunicativo, una voce nettamente superiore a quelle riservati a carità e patrimonio storico. Il prefetto del dicastero per la comunicazione, l'ex direttore di La7 Paolo Ruffini, è stato ricevuto in udienza la scorsa settimana. Nelle congregazioni generali Prevost ha ascoltato le lamentele di diversi cardinali sulla gestione della comunicazione e lui stesso, durante il primo incontro col sacro collegio, ha parlato di una «svolta» su questo fronte. Il malcontento per i risultati a fronte dei costi era già stato esternato da Francesco ma ha raggiunto l'apice nei giorni del conclave. In particolare sulla graticola è finita la gestione della Sala Stampa della Santa Sede (confluita nel dicastero nel 2015) da parte di Matteo Bruni. Nei giorni in cui più di 5000 giornalisti provenienti da tutto il mondo si aggiravano tra i due centri media vaticani, si sono registrati svarioni nelle comunicazioni sulle fumate, proteste per la chiusura alle 22 nella sera dell'elezione, lamentele per le poche postazioni a disposizione. L'inizio del nuovo pontificato, però, non ha portato ad una salutare scossa e la Sala Stampa targata Bruni sembra continuare ad essere in affanno. Basta consultare l'elenco ufficiale dei cardinali online per rendersene conto: nonostante siano passati quasi due mesi dall'elezione, tutto è fermo all'8 maggio. Lo scorso 15 giugno il guineano Robert Sarah ha compiuto 80 anni, uscendo così dal novero dei cardinali elettori. La notizia è stata riportata dai media di ogni lingua e compare sulla pagina Wikipedia del porporato. Ma l'elenco della Sala Stampa che dovrebbe essere la principale fonte di queste informazioni, invece, non è aggiornato. Nel frattempo, oltre a Sarah, anche il cardinale Osoro Sierra ha spento l'ottantesima candelina ma continua a comparire tra gli elettori. Discorso diverso per Angelo Becciu che, pur avendo 77 anni, viene inserito tra i non elettori. Eppure lo scorso 30 maggio la congregazione dei cardinali ha messo nero su bianco che la sua non partecipazione all'ultimo conclave è scaturita dal suo passo indietro, non da altro. I cardinali hanno ritenuto di non formalizzare all'esterno le due famose lettere attribuite a Bergoglio e che risalivano al settembre 2023 e alla degenza al Gemelli di marzo. Perché, però, Bruni ha inserito Becciu tra i non elettori ben prima del 2023, cioè della data del primo presunto documento papale che avrebbe dovuto escluderlo dal successivo conclave? Un mistero rimasto ancora senza spiegazione.

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