Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1239 pubblicata da Paix Liturgique il 21 luglio, in cui si commenta, in particolare, la posizione di alcuni Vescovi tedeschi e svizzeri a sostegno del sacerdozio femminile.
L.V.
Le sentinelle continuano per la 200ª settimana le loro preghiere in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30
Cari amici, la settimana scorsa ho evocato le estreme preoccupazioni suscitate dal costante calo delle ordinazioni sacerdotali, almeno in Occidente.
E per quelle comunità parrocchiali che soffrono sempre più della mancanza di sacerdoti vengono proposte false soluzioni come l’ordinazione di sacerdoti sposati (si pensa generalmente di accedere al sacerdozio dei diaconi sposati, uomini che spesso esercitano una professione o più generalmente sono in pensione) e dell’ordinazione delle donne (si pensa di dare il sacerdozio alle religiose, alle donne che esercitano responsabilità nelle Parrocchie). Questa rivendicazione, anche se ha poche possibilità di successo nel breve e medio termine, tranne forse per una prima fase che sarebbe il diaconato femminile, è sostenuta da una corrente che sposa e rivendica la secolarizzazione della Chiesa.
Se lo desiderate, potete vedere un documentario molto militante trasmesso dal canale Arte lo scorso 12 aprile e ancora disponibile su Arte.tv fino al 9 agosto, che difende l’accesso delle donne al sacerdozio nella Chiesa cattolica e denuncia il rifiuto e il «silenzio» dell’istituzione sulla questione [QUI: N.d.T.]. Si ha la sorpresa di vedere apparire «sacerdoti» e persino «vescovi» donne provenienti da un gruppo di pressione elvetico, che sono state «ordinate» il 29 giugno 2002 da un Vescovo cattolico scomunicato. Queste donne continuano a celebrare e a ordinare altre donne.
Potrebbe sembrare marginale e quasi folcloristico. Ma non è così: in un modo di trasgressione assunta, si ricollega a una rivendicazione molto più comune, che è diventata il segno distintivo di una tendenza «avanzata» del Cattolicesimo, tendenza ormai ben consolidata. Ricordiamo che mons. Georg Bätzing, Vescovo di Limburgo, Presidente della Deutschen Bischofskonferenz [Conferenza episcopale tedesca: N.d.T.] dal 2020, uno degli elementi attivi del Synodaler Weg [Cammino sinodale tedesco: N.d.T.], in un’intervista al quotidiano Kölner Stadt-Anzeiger del 2 giugno, aveva invitato a riflettere sull’ammissione delle donne ai ministeri ordinati, prima al diaconato e poi al sacerdozio. Secondo lui, ne va del futuro della Chiesa cattolica. «Mi piacerebbe che ciò avvenisse e farò tutto ciò che è in mio potere per raggiungerlo» [QUI: N.d.T.].
Nonostante il rifiuto di papa Francesco e del card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, l’idea continua a fare strada. Così, la Diocesi di San Gallo, nella progressista Svizzera, si è recentemente dotata di un nuovo Vescovo, eletto dal Capitolo che in questa Diocesi ha ancora il diritto di designare il Vescovo, mons. Beat Grögli, 54 anni, noto sostenitore del sacerdozio femminile, la cui elezione è stata confermata da Papa Leone XIV il 22 maggio scorso.
Ai sacerdoti e ai fedeli della Diocesi era stato inviato un questionario, le cui risposte hanno dimostrato che questa richiesta era sostenuta dalla maggioranza. Inoltre, il questionario permetteva al Capitolo della Cattedrale di conoscere anche il «programma» dei sacerdoti su cui potevano esprimere il loro voto. Mons. Beat Grögli, che era Rettore della Stiftskirche St. Gallus und Otmar, aveva da parte sua risposto che «il ministero ordinato non può più essere solo affare di un uomo». Era inoltre noto per autorizzare le donne a proclamare il Vangelo e a pronunciare l’omelia, cosa che in Svizzera non ha nulla di straordinario. Mons. Grögli è del resto un sacerdote che ha la reputazione di «classico», in quanto continua a confessare e a genuflettersi nei momenti prescritti durante l’Eucaristia, cose sempre meno comuni in Svizzera.
Nella conferenza stampa che ha seguito la sua elezione, mons. Beat Grögli ha ripreso questo tema presentandolo non come una riforma immediatamente applicabile, ma come un obiettivo verso cui tendere: «Non è accettabile organizzare la Chiesa come un’istituzione riservata agli uomini». Pertanto, «il sacerdozio delle donne arriverà prima o poi. […] Bisogna intraprendere questa strada» [QUI: N.d.T.].
Questa rivendicazione femminista è tipicamente un desiderio di conformarsi allo spirito del tempo. Quando gli uomini del Concilio Vaticano II intendevano «leggere i segni dei tempi» e i riformatori della liturgia volevano adattarla allo «spirito degli uomini di questo tempo», aprivano un vaso di Pandora che non avrebbe mai smesso di diffondere i suoi effetti di secolarizzazione nel culto divino. La demolizione del rito immemorabile che ci era stato lasciato dai libri pubblicati dai Papi tridentini aprì tutte le dighe. Quando San Paolo VI dichiarò, nella sua lettera al dott. Frederick Donald Coggan, arcivescovo anglicano di Canterbury, del 30 novembre 1975, che «la pratica costante della Chiesa, che ha imitato Cristo nello scegliere soltanto degli uomini; e il suo vivente magistero che ha coerentemente stabilito che l’esclusione delle donne dal sacerdozio è in armonia con il piano di Dio per la sua Chiesa» [QUI: N.d.T.], e San Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis sull’ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini del 22 maggio 1994, che «la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale» [QUI: N.d.T.], avrebbero potuto basarsi sulla solida roccia dell’antica lex orandi che ammette all’altare come sacerdoti e ministri solo gli uomini, mentre la nuova liturgia introduce i laici come tali, uomini e donne, per le letture, la distribuzione della comunione, il servizio dell’altare.
Care amiche sentinelle, siamo consapevoli che difendiamo un tesoro liturgico che racchiude in sé un deposito dottrinale inalienabile. Le nostre veglie modeste ma tenaci simboleggiano la fedeltà continua dell’istinto della fede che da sessant’anni tiene testa ai demolitori. Che questo pensiero vi sostenga nei Rosari che recitate davanti agli uffici dell’Arcivescovado (rue du Cloître-Notre-Dame, 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nella Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì e il venerdì alle ore 17:00, davanti alla Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), la domenica alle ore 18:15.
Echi delle veglie: due ragazze ci chiedono cosa stiamo facendo. Spieghiamo loro la nostra iniziativa per la libertà della Santa Messa tradizionale nella Chiesa. Ci dicono che quest’anno hanno fatto per la prima volta il Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres), con alcune amiche «tradizionaliste» e che sono rimaste impressionate dalla bellezza della liturgia, ma soprattutto dall’esigenza e dalla coerenza degli insegnamenti. Ci salutano dopo averci assicurato le loro preghiere.
In unione di preghiera e di amicizia.

LEONE XIV DEVE, IN MANIERA CATEGORICA E IMPERATIVA, OPPORSI A COLORO CHE INSISTONO SULL'APERTURA AL SACERDOZIO FEMMINILE, ALTRIMENTI DAVVERO SI APRIRA' IL VASO DI PANDORA DELLO SCISMA. BISOGNA DIRE BASTA A PIEGARSI AL VOLERE DEL MONDO. BISOGNA PIEGARSI AL VOLERE DI DIO. QUESTI VESCOVI E SACERDOTI CHE STANNO PREMENDO CHE CIO' POSSA AVVERARSI, NE RISPONDERANNO DAVANTI AL TRIBUNALE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO E PER ESSI SI APRIRANNO LE PORTE DELL'INFERNO.
RispondiEliminaPraticamente hai fatto tutto tu, Dio deve solo contro firmare il tuo giudizio
EliminaI tradizionalisti sono così: ognuno si crede il megafono dell’Altissimo.
EliminaÈ la Bibbia che lo dice, Cristo nominò 12 Apostoli e le donne servivano ed in seguito evangelizzavano. Ma il sacrificio eucaristico e il potere delle chiavi li dette a 12 uomini. Lo ha istituito Cristo no gli uomini cari eretici!
EliminaSi deve sentire un vero maschio alfa a dare dell’eretico a destra e a manca a persone che nemmeno conosce, vero?
EliminaProprio dei santi questi che vanno alla messa in latino.
Se lei vuole l'ordinazione femminile è protestante, quindi eretico per la Chiesa come Lutero, cosa c'entra il maschio Alfa? Tra l'altro termine coniato dalle femministe abortiste e lobby gay nella cultura woke.
EliminaPensa che Gesù nominò tutti ebrei. Ed erano tutte persone semplici e povere.
EliminaL'ordinazione femminile è dei protestanti ossia eretici. Se lei è favorevole è semplicemente fuori dalla chiesa. Non è un insulto come vuole far intendere.
EliminaQuesta gente che vuole cambiare (distruggere) la Chiesa dal suo interno deve essere buttata fuori a calci nel sedere...!
RispondiEliminaE che dire di chi rifiuta la gerarchia costituita? Io li manderei a spaccare le pietre.
EliminaBella quella gerarchia costituita contornata da comici ,eretici,sporcaccioni e buoni a niente.C'era pure qualche bugiardo ,tanto per non farsi mancare nulla.....
EliminaVedo che quello delle 15.25 è l’ennesimo non cattolico.
EliminaFacciamo così: si nomini Papa lei, così siamo tutti contenti.
Bel modo di apostrofare dei vescovi! Vergogna!
Vergogna per così poco?Semplicemente pensavo a Zanchetta o Rupnik....
EliminaMa pressione da parte di chi? Ma cosa stanno dicendo?
RispondiEliminaChi reclama la carnevalata ( perché tale è) delle "donne prete" è semplicemente gente disadattata. Esattamente come quelli che per par condicio recriminano il diritto x gli uomini di poter diventare suore ( che per la medesima par condicio è un altrettanto identica carnevalata).
RispondiEliminaEd i tradizionalisti di carnevalate se ne intendono.
EliminaAnche i modernisti
EliminaNo no, i tradizionalisti di più.
EliminaIl sacerdozio implica che vi sia la vocazione, cioè la chiamata del Signore per quel ruolo specifico. Per questo motivo coloro che "rivendicano" questo ruolo x le donne reclamano ne più ne meno che un capriccio di stampo femminista ( e quindi scaduto e scadente), come se il sacerdozio fosse una qualunque comunissima professione da recriminare anche x il "gentil sesso". Dal momento che Gesù Cristo ha riservato questo ruolo solo agli Apostoli..( pur avendo avuto la possibilità di assegnarlo anche alle donne.. non lo ha fatto), la vocazione al sacerdozio può essere solo maschile. Chi sostiene il contrario, uomo o donna..laico o consacrato che sia ...è semplicemente un millantatore. Giovanni Paolo II a suo tempo ha definitivamente ( e giustamente) chiuso la questione. Punto. Le donne sono tenute in grande considerazione e ricoprono già numerosi e importanti incarichi nella chiesa ( a differenza che nelle altre religioni monoteiste) quindi niente pianti di coccodrillo please..ma se volessero accedere alla vita religiosa...le porte della vita religiosa femminile ( cioè delle suore) sono sempre spalancate. Di brave monache e zelanti monaci c'è sempre un gran bisogno...così come di numerosi ma soprattutto santi sacerdoti .
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