Chiesa parrocchiale San Josemaria Escrivá dell’arch. Enrique Villar Pagola (anno 2015).
L.V.
Descrizione del progetto: Il progetto di un luogo sacro viene affrontato da un duplice punto di vista. Da un lato, caratterizzare lo spazio in modo che esprima adeguatamente la sua condizione di luogo sacro e, dall’altro, rispondere a una serie di esigenze funzionali peculiari della liturgia, che a loro volta sono dotate di un forte significato simbolico.
A tal fine abbiamo fatto affidamento sulle nostre forme di linguaggio contemporaneo già sperimentate in progetti precedenti (la chiesa di San Giovanni Paolo II a Simancas o la cappella del Collegio Alcazaren, entrambe a Valladolid). Ciò è stato applicato anche all’uso dello spazio, alla scala, all’uso e alla caratterizzazione della luce, al trattamento scultoreo dello spazio, al volume e al coordinamento di un programma iconografico unitario in accordo con il linguaggio e le caratteristiche del tempio.
Abbiamo optato per un edificio con volumi definiti che rispondono a tutti gli elementi del programma. Questi consistono nel campanile e in un colombario al suo interno, una base continua che delimita il perimetro, che ospita il centro parrocchiale con i suoi accessi, e infine, per il tempio, un volume cubico che emerge da una striscia di vetro.
Il trattamento dell’esterno è stato risolto rivestendolo con un unico materiale. Si tratta di GRC (Glass Reinforced Concrete) con finitura scanalata, con frammenti di grandi dimensioni e modulazione orizzontale organizzata a livelli. Abbiamo cercato di valorizzare il carattere pubblico dell’edificio nel contesto urbano residenziale. Le aperture per la luce sono state trattate con una scala proporzionata al volume globale, unificandole con l’uso di vetro oscurato. I volumi sono stati scavati in modo da formare gli accessi e disporre di spazi di illuminazione su scala ridotta.
La zona centrale della chiesa è stata progettata a partire da una pianta quadrata che si appoggia alla cappella di uso quotidiano. L’accesso avviene dal piede della navata, sotto il coro, in modo che lo spazio e la pala d’altare possano essere rivelati gradualmente. Una base continua in marmo grigio mantiene lo stesso livello in tutta l’area. In questo spazio raccolto si svolgono le cerimonie legate alla liturgia. La base si integra con la topografia del presbiterio e contribuisce a fornire ai fedeli un riferimento di scala ravvicinato, rafforzato dal piano orizzontale del coro. Allo stesso tempo, stabilisce un piano orizzontale da cui si estende lo spazio che racchiude gli elementi più simbolici presieduti dalla pala d’altare e dal santuario, le pareti verticali bianche, la fessura orizzontale attraverso cui entra la luce e il piano del soffitto blu con una croce incisa.
La pala d’altare è opera dello scultore Javier Martinez. Fin dall’inizio si è deciso che la pala d’altare sarebbe stata scenografica. Tutta la parte frontale della pala è stata trattata all’unisono come una parete scolpita di grande spessore, che ospita la piattaforma su cui si sviluppa la scena centrale, la nicchia del santuario e l’alcova con il dipinto del santo titolare della chiesa. Si è cercato di creare contrasti formali e testuali tra i diversi elementi utilizzati. Questi sono il marmo scuro liscio della base, i grandi pezzi di pietra calcarea grezza della “predella”, un piano bianco che incornicia la pala d’altare e la texture dorata dello sfondo.
Descrizione (trad. it.) tratta dalla pagina internationalprize.fondazionefratesole.org; fotografie tratte dalla pagina vzarquitectos.com.
Fotografie degli esterni:
Fotografie degli interni:









Cos’ha di brutto? È grandiosa e sontuosa.
RispondiEliminaCerto, non è barocca…forse il problema sta tutto lì?
Il solito progetto di magazzino/deposito/supermercato bocciato dalla committenza civile e, riadattato, rifilato alle Diocesi di bocca buona e con tanta voglia di indebitarsi
RispondiEliminaNon è affatto brutta. E in più c’è anche il tabernacolo al centro.
RispondiEliminaChe nessuno dica che sta roba è più bella della cattedrale di Burgos!
RispondiEliminaQuesta chiesa è più bella della cattedrale di Burgos.
EliminaE adesso cosa mi fai?
Toh, l'aula grande e' pressoche' uguale alla Cappella all'interno del Campus Biomedico a Roma.
RispondiEliminaSe non ricordo male anch'essa e' dell'Opus Dei.
Dal primo paragrafo della descrizione del progetto, ne doveva venire fuori una bella Chiesa! Come mai poi né uscito questo?
RispondiEliminaLa risposta viene data subito dopo:
"perché si sono 'affidati' alle 'forme' di 'linguaggio contemporaneo'.
'colombario' all'interno? Cos'è un cimitero?
RispondiEliminaAnche in Spagna l'università di architettura è messa male? 'allevano' futuri architetti specialisti in 'lego' il loro amato primo gioco?
RispondiEliminaArchitettura perfettamente in linea con la teologia dell'Opus Dei
RispondiEliminaOra criticate anche le chiese che costruisce l'opus Dei?
RispondiEliminaOh mamma mia, che altare! Che distrazione teatrale!
RispondiElimina"... la pala dell'altare possa essere rivelata GRADUALMENTE????"
RispondiEliminaMa siamo nella casa di Dio o in una da film suspense?
Dalle foto 5 e 6 esterni, sembra di stare a Scampia a Napoli!
RispondiEliminaQuesta 'chiesa' che pare più un "Multisala", con sala 1, 2, 3, la grande teatrale, la piccola e quella di sauna-spirituale, e due tabernacoli... Alla fine qui, il Signore dov'è?
RispondiEliminaIn Spagna lo stesso che in Italia, tra 'volume cubico', 'volume globale' e 'fessura orizontale', si va avanti. Ma una roba così teatrale, meno male in Italia non ce l'abbiamo!
RispondiEliminaNon ho capito, ma sono due chiese? Appartiene a chi? E perché nella descrizione non si nomina una sola volta chi è il Santo a cui è stata dedicata? Ce lo doveva dire qui la Redazione? La sceneggiata dell'altare cosa significa? C'entra forse con il Santo? Non credo, altrimenti l'avrebbero detto! Ma chi è che ha fatto la descrizione di questo edificio, che 'spiega' (a chi può importare) "l' abbinamento" delle forme in piano orizzontale...
RispondiEliminaI frati? Quanto siamo messi male!
Questo edificio è qualcosa di strano, non è una chiesa, ma una cittadella, e perché? a cosa serve? cosa si fa?
RispondiEliminaQuesta struttura che è una 'parrocchia', appartiene all'Opus Dei, una realtà che non sono stata mai portata a conoscere e approffondire, perché mi appariva come un qualcosa 'separato', 'a parte'. Chiedendomi ora cosa ha portato al Santo 'creare' questa Fondazione negli anni '20. La Chiesa non predicava il vangelo chiamando alla santità della propria vita e di manifestarla? C' era bisogno, e perché? A questo hanno avuto seguito la nascita e fondazioni coi 'vari carismi" i diversi gruppi e movimenti'? Siccome è un edificio che appare in forma 'stra-ordinaria', cioè diverso, è una parrocchia per i soli 'afiliati', o 'aperta a tutti?'... Questa è molto diversa a quella dedicata al Santo a Roma, nella quale ho notato ci sono solo due affreschi degli arcangeli, come mai mancante quello di San Michele..(?) proprio Colui che difende "l'opera di Dio" ? È una 'parte' della Chiesa così sicura e privileggiata?... E questa, a sua volta, è molto diversa a quella dove riposa il corpo del Santo. Viene in mente, simile situazione con San Pio a San Giovanni Rotondo.... La domanda viene spontanea, conserva ancora la stessa finalità della misione del Santo, o è stata anch'essa aggiornata?
RispondiEliminaE queste virgolette buttate a casaccio? Sei anche tu un ‘cattolico’?
EliminaBeh, da uno che dice di non conoscere L'Opus Dei e si fa delle domande, non si può dire sia 'a casaccio', casomai, se lei invece conosce questa realtà, risponda a qualcuna di esse.
EliminaMa cosa vuoi rispondere a uno che virgoletta parrocchia?
EliminaSiamo evidentemente di fronte ad una persona che ha lasciato la Chiesa da tempo.
'Parrocchia' è della diocesi aperta a tutti... Questa dell'Opus Dei, pure? Si o no? Perché non risponde a questo invece di arrampicarsi tra giudizi irrisori?
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