Luigi C.
Radio Vaticana: vittima illustre dell’incompetenza del “riformismo” insensato
La tale riforma, oltre ad essere uno dei più tristi fallimenti del pontificato di Francesco, non permette in nessuno modo dare una risposta sull'entità odierna della Radio Vaticana. E' una delle materie più ambigue, misteriosa e scivolosa di questi ultimi dieci anni. Il più delle volte la dicitura "Radio Vaticana" sembra di essere solo una trend da usare con disinvoltura a seconda le convenienze del momento (come quando nel 2021 si celebrarono i 90 anni d un “qualcosa” che nessuno sapeva si esisteva o non). Chi si comporta così per primo dimostra di non sapere nulla della storia di questa Radio, unica nella storia delle comunicazioni mondiali; che non sa nulla su cosa è stato questa radio per la Santa Sede, per il Papa e per i suoi pellegrinaggi internazionali e per l’opinione pubblica mondiale. Basterebbe ricordare che in diversi processi fatti dopo la caduta del comunismo numerosi dirigenti di questi regimi dell’Europa dell’est riconobbero di informarsi, “per sapere la verità sul mondo” ascoltando la Radio Vaticana clandestinamente.
Da quando una sorta di euforia riformista, fanatica e insensata, fece scomparire la Radio del Papa nessuno sa, nemmeno i “riformisti! con che cosa è stata sostituita quando venne incorporata nel Dicastero per la comunicazione senza tenere conto minimamente delle sue peculiarità, del suo percorso storico e della sua singolare, profonda e vera utilità. Il risultati di tale gigantesca ignoranza e di una tale superficialità professionale sono tristemente visibile ancora oggi. Un fenomeno sostanzialmente identico, deperimento della qualità professionale e della propria vocazione e missione, si è verificato anche l’altro vettore vaticano: L’Osservatore Romano. Insomma, le punte di diamanti del Vaticano per costruire un’adeguata riforma dei suoi media - ovviamente bisognosi di riforme - sono finiti devastati nelle fauce di una mediocrità dilagante e purtroppo inconsapevole dei suoi limiti.
Per onorare la verità, e quindi la storia vera, e non la propaganda, si deve ricordare alcune delle cose dette dai responsabili della riforma tra il 2015 e il 2019: “il nostro modello di riforma è la BBC”, “la struttura che vogliamo creare deve seguire un modello tipo Walt Disney, la “riforma sarà un capolavoro come la Cappella Sistina”.
“la voce del Papa”. Radio Vaticana: vittima illustre dell’incompetenza del “riformismo” insensato
Il
19 giugno scorso, giorno in cui Papa Prevost ricordava i suoi 43 anni di vita
sacerdotale, in modo del tutto discreto, senza preavvisi né rivelazioni
esclusive, senza avvertire la stampa specializzata, nemmeno gli amici speciali
(che oggi non ci sono), si recò a Santa Maria di Galeria distante pochi
chilometri fuori di Roma per far visita al Centro della storica Radio Vaticana “dove
c’erano e ci sono le strutture attualmente usate per le trasmissioni in onda
corta. Negli ultimi anni questo centro ha subito moltissime e rilevanti
cambiamenti legati all’irruzione della rete nel mondo della radiofonia e delle
riforme necessarie per abbassare l’impatto ambientali di queste tecnologie di
decenni fa”. Così Vatican News, che rilanciando una nota apparsa su Telegram, aggiunge:
Papa Leone “ha sottolineato come durante il suo lavoro missionario in America
Latina e Africa sia stato prezioso poter ricevere le trasmissioni in onde corte
della Radio Vaticana, che raggiungono luoghi dove poche emittenti riescono ad
arrivare, e ha riaffermato il valore missionario della comunicazione. In
seguito, conclude il comunicato, il Pontefice ha avuto modo di esaminare la
zona extra territoriale il cui status risale agli accordi con il Governo
italiano del 1951, per la quale, sulla base del motu proprio Fratello Sole, è
allo studio un progetto di impianto agrivoltaico che assicuri non soltanto
l’alimentazione elettrica della stazione radio, ma anche il completo
sostentamento energetico dello Stato della Città del Vaticano. Il Centro Radio
è stato inaugurato da Papa Pio XII nel 1957. L’ultima visita di un Papa al
Centro Radio e alla zona di Santa Maria di Galeria risale al 1991, anno in cui
vi si recò Giovanni Paolo II.” (Vatican
News)
Missionario
in compagnia di Radio Vaticana
Questa
visita, ha detto Papa Leone XIV - ai microfoni del Tg1 - "è stata una
bella opportunità per uscire un po’ dalla Città: oggi è festa in Vaticano, per
la solennità del Corpus Domini. Solennità che poi domenica celebreremo a San
Giovanni in Laterano, a Santa Maria Maggiore con la processione; e abbiamo
approfittato per venire qui. Io non conoscevo questo centro, le antenne di
Radio Vaticana, c’è una presenza già dai tempi di Papa Pio XII e poi con, Papa
Francesco, il Vaticano ha cominciato un progetto che, se tutto va bene, sarà
veramente un contributo ecologicamente parlando e anche per il bene di tutta la
zona dell’Italia e del Vaticano per la questione di un progetto
fotovoltaico".
Il
Papa ha voluto aggiungere al Tg1: "Giorno e notte cerco di seguire ciò che
sta succedendo in tante parti del mondo. Si parla soprattutto del Medio Oriente
oggi, ma non è soltanto lì. Vorrei rinnovare questo appello per la pace, a
cercare a tutti i costi di evitare l'uso delle armi. Ci mettiamo insieme per
cercare una soluzione. Ci sono tanti innocenti che stanno morendo. Bisogna
promuovere la pace". La trasformazione del Vaticano nel primo Stato
totalmente green al mondo "è di certo nel progetto: bisogna finire
l'accordo con lo Stato italiano, però è veramente una bellissima opportunità. E
penso che questo impegno, da parte della Chiesa offra al mondo un esempio che è
molto importante. Tutti conosciamo gli effetti del cambiamento climatico -
aggiunge Leone - e bisogna veramente aver cura di tutto il mondo, di tutto il
creato. Come Papa Francesco ci ha insegnato con tanta chiarezza".
Papa
Leone XIV e la sua elegante e mite nostalgia
per
la Radio Vaticana, la “voce del Papa”
Il
Santo Padre ha voluto anche dire che quando era missionario "in America Latina, tante volte anche in
montagna, dove non c’erano altre possibilità, di notte Radio Vaticana arrivava
sempre, portavo una piccola radiolina. Ma anche nei viaggi successivi, quando
ero generale degli agostiniani, in Africa e in diversi paesi, di notte trovavo
sempre le notizie, una bella parola grazie a questo servizio tanto importante
di Radio Vaticana". (Fonti:
agenzie internazionali – AdnKronos, RaiNews, Vatican News)
Sono
parole non casuali. Il Papa vuole lanciare un messaggio rendendo omaggio a un
servizio di migliaia di persone, ecclesiastici e laici, che per decenni pffire
al Vescovo di Roma la tribuna più diffusa nel mondo intero, in particolare fra
i poveri e i perseguitati.
Queste
brevi ma molto significativi parole di Papa Leone XIV durante la visita al
Centro di Santa Maria di Galeria, cuore pulsante della vita dell'ex Radio
Vaticana (1931 - 2017), e anche oggi di Vatican News (2017 -), possono essere
lette e interpretate con modalità diverse a dimostrazione di quanto sia
polemica la questione. Tuttora si discute se la Radio Vaticana esista o non
esista, se la famosa riforma del media vaticani del 2015 in poi ha salvato o ha
chiuso l'emittente del Papa?
Formalmente il marchio c’è come nel caso di Radio Vaticana Italia, ma la missione è stata ridimensionata e modificata radicalmente. L’esistenza tuttora di oltre 40 programma linguistici non è sufficiente per sostenere che la missione di ciò che oggi si chiama Vatican News sia in continuazione con la storica radioemittente, anche perché non è affatto vero che la “radio” ormai è un vettore di comunicazione scomparso.
