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lunedì 23 giugno 2025

Luis Badilla. Radio e comunicazione Vaticana: vittima illustre dell’incompetenza del “riformismo” insensato

Grazie a Luis Badilla per questa analisi della comunicazione vaticana, in particolar modo sulla Radio Vaticana.
Luigi C.

Radio Vaticana: vittima illustre dell’incompetenza del “riformismo” insensato

La tale riforma, oltre ad essere uno dei più tristi fallimenti del pontificato di Francesco, non permette in nessuno modo dare una risposta sull'entità odierna della Radio Vaticana. E' una delle materie più ambigue, misteriosa e scivolosa di questi ultimi dieci anni. Il più delle volte la dicitura "Radio Vaticana" sembra di essere solo una trend da usare con disinvoltura a seconda le convenienze del momento (come quando nel 2021 si celebrarono i 90 anni d un “qualcosa” che nessuno sapeva si esisteva o non). Chi si comporta così per primo dimostra di non sapere nulla della storia di questa Radio, unica nella storia delle comunicazioni mondiali; che non sa nulla su cosa è stato questa radio per la Santa Sede, per il Papa e per i suoi pellegrinaggi internazionali e per l’opinione pubblica mondiale. Basterebbe ricordare che in diversi processi fatti dopo la caduta del comunismo numerosi dirigenti di questi regimi dell’Europa dell’est riconobbero di informarsi, “per sapere la verità sul mondo” ascoltando la Radio Vaticana clandestinamente.

 Da quando una sorta di euforia riformista, fanatica e insensata, fece scomparire la Radio del Papa nessuno sa, nemmeno i “riformisti! con che cosa è stata sostituita quando venne incorporata nel Dicastero per la comunicazione senza tenere conto minimamente delle sue peculiarità, del suo percorso storico e della sua singolare, profonda e vera utilità. Il risultati di tale gigantesca ignoranza e di una tale superficialità professionale sono tristemente visibile ancora oggi. Un fenomeno sostanzialmente identico, deperimento della qualità professionale e della propria vocazione e missione, si è verificato anche l’altro vettore vaticano: L’Osservatore Romano. Insomma, le punte di diamanti del Vaticano per costruire un’adeguata riforma dei suoi media - ovviamente bisognosi di riforme - sono finiti devastati nelle fauce di una mediocrità dilagante e purtroppo inconsapevole dei suoi limiti.

Per onorare la verità, e quindi la storia vera, e non la propaganda, si deve ricordare alcune delle cose dette dai responsabili della riforma tra il 2015 e il 2019: “il nostro modello di riforma è la BBC”, “la struttura che vogliamo creare deve seguire un modello tipo Walt Disney, la “riforma sarà un capolavoro come la Cappella Sistina”.

“la voce del Papa”. Radio Vaticana: vittima illustre dell’incompetenza del “riformismo” insensato

          Il 19 giugno scorso, giorno in cui Papa Prevost ricordava i suoi 43 anni di vita sacerdotale, in modo del tutto discreto, senza preavvisi né rivelazioni esclusive, senza avvertire la stampa specializzata, nemmeno gli amici speciali (che oggi non ci sono), si recò a Santa Maria di Galeria distante pochi chilometri fuori di Roma per far visita al Centro della storica Radio Vaticana “dove c’erano e ci sono le strutture attualmente usate per le trasmissioni in onda corta. Negli ultimi anni questo centro ha subito moltissime e rilevanti cambiamenti legati all’irruzione della rete nel mondo della radiofonia e delle riforme necessarie per abbassare l’impatto ambientali di queste tecnologie di decenni fa”. Così Vatican News, che rilanciando una nota apparsa su Telegram, aggiunge: Papa Leone “ha sottolineato come durante il suo lavoro missionario in America Latina e Africa sia stato prezioso poter ricevere le trasmissioni in onde corte della Radio Vaticana, che raggiungono luoghi dove poche emittenti riescono ad arrivare, e ha riaffermato il valore missionario della comunicazione. In seguito, conclude il comunicato, il Pontefice ha avuto modo di esaminare la zona extra territoriale il cui status risale agli accordi con il Governo italiano del 1951, per la quale, sulla base del motu proprio Fratello Sole, è allo studio un progetto di impianto agrivoltaico che assicuri non soltanto l’alimentazione elettrica della stazione radio, ma anche il completo sostentamento energetico dello Stato della Città del Vaticano. Il Centro Radio è stato inaugurato da Papa Pio XII nel 1957. L’ultima visita di un Papa al Centro Radio e alla zona di Santa Maria di Galeria risale al 1991, anno in cui vi si recò Giovanni Paolo II.” (Vatican News)

Missionario in compagnia di Radio Vaticana

Questa visita, ha detto Papa Leone XIV - ai microfoni del Tg1 - "è stata una bella opportunità per uscire un po’ dalla Città: oggi è festa in Vaticano, per la solennità del Corpus Domini. Solennità che poi domenica celebreremo a San Giovanni in Laterano, a Santa Maria Maggiore con la processione; e abbiamo approfittato per venire qui. Io non conoscevo questo centro, le antenne di Radio Vaticana, c’è una presenza già dai tempi di Papa Pio XII e poi con, Papa Francesco, il Vaticano ha cominciato un progetto che, se tutto va bene, sarà veramente un contributo ecologicamente parlando e anche per il bene di tutta la zona dell’Italia e del Vaticano per la questione di un progetto fotovoltaico".

Il Papa ha voluto aggiungere al Tg1: "Giorno e notte cerco di seguire ciò che sta succedendo in tante parti del mondo. Si parla soprattutto del Medio Oriente oggi, ma non è soltanto lì. Vorrei rinnovare questo appello per la pace, a cercare a tutti i costi di evitare l'uso delle armi. Ci mettiamo insieme per cercare una soluzione. Ci sono tanti innocenti che stanno morendo. Bisogna promuovere la pace". La trasformazione del Vaticano nel primo Stato totalmente green al mondo "è di certo nel progetto: bisogna finire l'accordo con lo Stato italiano, però è veramente una bellissima opportunità. E penso che questo impegno, da parte della Chiesa offra al mondo un esempio che è molto importante. Tutti conosciamo gli effetti del cambiamento climatico - aggiunge Leone - e bisogna veramente aver cura di tutto il mondo, di tutto il creato. Come Papa Francesco ci ha insegnato con tanta chiarezza".

Papa Leone XIV e la sua elegante e mite nostalgia

per la Radio Vaticana, la “voce del Papa”

Il Santo Padre ha voluto anche dire che quando era missionario "in America Latina, tante volte anche in montagna, dove non c’erano altre possibilità, di notte Radio Vaticana arrivava sempre, portavo una piccola radiolina. Ma anche nei viaggi successivi, quando ero generale degli agostiniani, in Africa e in diversi paesi, di notte trovavo sempre le notizie, una bella parola grazie a questo servizio tanto importante di Radio Vaticana". (Fonti: agenzie internazionali – AdnKronos, RaiNews, Vatican News)

Sono parole non casuali. Il Papa vuole lanciare un messaggio rendendo omaggio a un servizio di migliaia di persone, ecclesiastici e laici, che per decenni pffire al Vescovo di Roma la tribuna più diffusa nel mondo intero, in particolare fra i poveri e i perseguitati.

Queste brevi ma molto significativi parole di Papa Leone XIV durante la visita al Centro di Santa Maria di Galeria, cuore pulsante della vita dell'ex Radio Vaticana (1931 - 2017), e anche oggi di Vatican News (2017 -), possono essere lette e interpretate con modalità diverse a dimostrazione di quanto sia polemica la questione. Tuttora si discute se la Radio Vaticana esista o non esista, se la famosa riforma del media vaticani del 2015 in poi ha salvato o ha chiuso l'emittente del Papa?

Formalmente il marchio c’è come nel caso di Radio Vaticana Italia, ma la missione è stata ridimensionata e modificata radicalmente. L’esistenza tuttora di oltre 40 programma linguistici non è sufficiente per sostenere che la missione di ciò che oggi si chiama Vatican News sia in continuazione con la storica radioemittente, anche perché non è affatto vero che la “radio” ormai è un vettore di comunicazione scomparso.