Una prima, piccola buona notizia sulle vicende dell'ex gesuita Marko Rupnik, pupillo di Francesco.
"È quindi ragionevole concludere che sia stato Francesco a decidere che l'opera di Rupnik potesse o volesse rimanere sul sito web del Vaticano? Beh, c'è un nuovo sceriffo in città, dopo un mese dall'insediamento, e Rupnik non c'è più. Prendetelo per quello che vale".
QUI EWTN: "Rupnik, il vento è cambiato".
QUI i post di MiL sulla vicenda.
QUI Amy Welborn.
Luigi C.
The Pillar. 10-6-25
Il Vaticano aveva utilizzato un'immagine di Rupnik sul sito commemorativo per la festa di Maria, Madre della Chiesa, di lunedì, come fa da anni per commemorare varie feste liturgiche.
Ma questa è stata la prima volta che il fenomeno si è verificato durante il pontificato leonino. E dopo una considerevole resistenza online e la copertura mediatica in alcuni settori dei media cattolici, bum! L'opera d'arte era sparita.
I lettori di The Pillar conoscono i contorni della vicenda: Rupnik era un artista molto celebrato, vissuto in una certa epoca, accusato di aver violentato suore, manipolato direttori spirituali e commesso atti grotteschi di controllo e abuso, mentre creava i murales piastrellati dei santuari per i quali è diventato famoso.
Il caso di Rupnik è stato per anni un susseguirsi di alti e bassi, disfunzioni e confusione, e il processo al sacerdote presso la DDF, la cui autorizzazione ha richiesto anni, è bloccato da quasi due anni, mentre il Vaticano cerca (per ragioni poco chiare) di trovare dei giudici che lo ascoltino.
Nel frattempo, l'arte di Rupnik decora alcuni dei luoghi più noti della vita della Chiesa (anche se ora in alcuni casi è nascosta) e il Vaticano ha continuato a utilizzare regolarmente le sue opere, con il prefetto delle comunicazioni Paolo Ruffini che ha difeso la pratica di fronte a una sala piena di giornalisti americani la scorsa estate.
Nel frattempo, la rapidità con cui l'opera è stata rimossa dal sito questo fine settimana merita di essere presa in considerazione, perché indica una triste realtà.
Considerando che l'opera d'arte è stata rimossa dal sito web entro un giorno o due dalle diffuse obiezioni manifestate la settimana scorsa (e dato che in passato un'indignazione simile non ha mai spostato l'ago della bilancia nei confronti di Rupnik), è ragionevole chiedersi perché questa volta sia diverso.
E la risposta più probabile, temo, è ovvia. Questa volta è diverso perché Francesco non è il papa. A parte questo, tutti gli altri fattori noti rimangono gli stessi.
Ciò significa che è probabilmente giunto il momento di affermare l'ovvio: l'intransigenza del Vaticano riguardo all'esposizione delle opere d'arte di Rupnik è stata molto probabilmente una decisione del pontefice stesso.
Si consideri che Francesco, pur essendo il paladino dell’idea di “ascolto sinodale” oggi in voga nella Chiesa, ha mostrato un approccio piuttosto coerente nel trattare con i critici del suo governo o della sua curia: scavare a fondo.
Quando Francesco fu criticato all'inizio del suo pontificato per come aveva gestito il vescovo cileno Juan Barros, ritenuto colpevole di aver permesso e assistito ad abusi sessuali da parte di un prete senza intervenire, il pontefice inizialmente ignorò le critiche, anche quelle delle vittime, e si concentrò sul sostegno a Barros, affermando che i "sinistrorsi" stavano manipolando i critici.
Quando il vescovo Oscar Zanchetta fu accusato per la prima volta di possedere immagini oscene di seminaristi sul suo telefono, Francesco accettò l'idea che l'intera faccenda fosse un "hack", e perfino quando la guida diocesana di Zanchetta divenne insostenibile, il pontefice gli trovò un lavoro di facciata nella curia vaticana e sembrò sostenere l'amico persino durante una condanna penale, consentendo a Zanchetta, a quanto si dice, di violare un ordine del tribunale rimanendo a Roma questa primavera, piuttosto che tornare a casa per affrontare la condanna agli arresti domiciliari.
Ed è stato Francesco ad avere il potere, almeno, di eliminare parte della burocrazia e consentire che Rupnik fosse processato per i suoi presunti crimini abusivi anni fa, invece di lasciare che l'intero caso si inasprisse (e si complicasse) fino al punto che la pressione pubblica e interna diventasse troppo forte da sopportare per la curia romana.
Fu anche Francesco a sprofondare a sufficienza nelle critiche alla Traditionis custodes per vedere promulgata un'istruzione che inasprì significativamente le restrizioni del motu proprio originale . Fu Francesco a tentare di sprofondare nelle critiche alla Fiducia supplicans, finché la confederazione dei vescovi africani non lo rese impossibile.
È quindi ragionevole concludere che sia stato Francesco a decidere che l'opera di Rupnik potesse o volesse rimanere sul sito web del Vaticano? Beh, c'è un nuovo sceriffo in città, dopo un mese dall'insediamento, e Rupnik non c'è più. Prendetelo per quello che vale.
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RispondiEliminaEra ora!
RispondiEliminaÈ stato uno scandalo tenere così visibile queste imagini per tanto tempo proprio sul sito del vaticano, era ora!
RispondiEliminaVedo nella semplicità e calma di papa Leone XIV una capacità, un agire giusto in modo naturale e un dono che gli appartiene, quella di calmare le acque e di mettere ordine.
Auguro si circondi di buoni e fedeli collaboratori, perché la casa che ha ereditato è in subbuglio, così come viene lasciata dopo aver fuggito i ladri, e di 'ordine' ce n'è da fare!