
Gli ebrei, anche alla fine del mondo, dovranno convertirsi tutti.
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 12 Aprile 2025
1.Da più parti ormai si sente affermare che gli Ebrei non dovrebbero convertirsi in quanto la loro “elezione” sarebbe definitiva. Ma è proprio così?
2.Oggi -ahinoi!- non si parla più di teologia della sostituzione, ovvero la convinzione secondo cui l’Antico Israele, in quanto non rimasto fedele alle promesse divine per il rifiuto ad accettare Gesù, sarebbe stato “sostituito” da un “Nuovo Israele”, che è la Chiesa Cattolica. Ebbene, la teologia della sostituzione è un’evidenza incontestabile. Israele era la “vigna” del Signore. Nonostante che Dio l’avesse amata con tenerezza di padre, la vigna non produsse l’uva sperata, ma solo “foglie avvizzite” (Geremia 8,13), deludendo così le attese del Signore. Per questo la vecchia vigna è stata abbandonata da Dio e sostituita dalla “nuova vigna” che è la Chiesa Cattolica, il popolo della Nuova Alleanza, di cui Gesù è la “vera vite”. Nel Vangelo di Matteo Gesù lo dice chiaramente (Matteo 21,43-45): “Per questo vi dico: ‘Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a gente che ne produca i frutti (…) E i principi e i sacerdoti, udite le sue parabole, compresero che parlava di loro.”
3.Chi vuole negare la teologia della sostituzione si appella ad alcune parole di san Paolo, precisamente quando nella Lettera ai Romani (11,28-29), alludendo al popolo ebraico, scrive: “Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri, perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!” Queste parole però non negano affatto la teologia della sostituzione. Tale “teologia” non significa non riconoscimento dell’elezione del popolo ebraico né che questo riconoscimento non vada perennemente ricordato, quanto che questo popolo (escluso il cosiddetto “resto d’Israele”) non è rimasto fedele alla Promessa. Insomma, il problema non sta nel fatto che Dio non abbia conservato i doni ad Israele, bensì che Israele li abbia poi chiaramente rifiutati. Così scrive un illustre e compianto teologo come monsignor Brunero Gherardini: “Mantengo un rispettoso silenzio su discorsi e scritti ufficiali relativi alla permanenza degli Ebrei nell’Alleanza salvifica, la prima e mai revocata (?), anzi l’unica, la quale in quanto ‘non revocata’, non sarebbe né antica né nuova, ma proprio per questo sarebbe ugualmente via di salvezza per il mondo ebraico e per quello cristiano. La ragione addotta, vale a dire l’irrevocabilità delle promesse e dell’Alleanza, tiene conto del fatto che ‘i doni di Dio sono irrevocabili’, ma ignora un dato di decisiva importanza e cioè che tali doni possono essere rifiutati. Israele li rifiutò rifiutando Cristo e la sua redenzione, continua anzi a rifiutarli, dunque non li possiede, dunque non è “a Dio carissimo” se l’esser cari a Dio presuppone ed esige la piena ed incondizionata adesione al suo progetto salvifico in Cristo.” (Quale accordo fra Cristo e Beliar? Osservazioni teologiche sui problemi, gli equivoci ed i compromessi del dialogo interreligioso, Verona 2009, p.86).
*
Qui per seguire MiL
- su Telegram https://t.me/messainlatinoblogMiL
- su X https://x.com/messainlatino
- su Instagram https://www.instagram.com/messainlatino.it/
- su FaceBook https://www.facebook.com/messainlatino
ci mancherebbe che non debbano convertirsi anche loro !
RispondiEliminaHo conosciuto personalmente ebrei che studiando il Nuovo Testamento e facendo i debiti paralleli con dei passi dell' Antico, hanno riconosciuto Gesù come il Messia , e sono entrati nella Chiesa Cattolica.
RispondiElimina"Gesù ci ha detto: “Predicate il Vangelo a ogni creatura”. Non ci ha detto: “Predicate il Vangelo a ogni creatura tranne gli ebrei, i musulmani e il Dalai Lama”. Card. Biffi
RispondiElimina