Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1195 pubblicata da Paix Liturgique il 30 aprile, in cui si mettono in luce le opache manovre della Segreteria di Stato nelle questioni che hanno coinvolto il card. Giovanni Angelo Becciu, prima nella gestione del patrimonio della Santa Sede ed ora il caso della sua partecipazione al Conclave.
Si tratta di manovre che dovrebbero gettare più di un’ombra sulla reputazione del Segretario di Stato, che ora invece sembra già poter contare su un discreto numero di Cardinali elettori.
L.V.
Rivelazioni sensazionali sul quotidiano Il Tempo di oggi, 30 aprile, a firma del vaticanista Nico Spuntoni, sulla gestione da parte del card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, del caso del card. Giovanni Angelo Becciu. Queste rivelazioni seguono altre pubblicate dal quotidiano Domani negli ultimi giorni, che avrebbero potuto essere catastrofiche per lo stesso card. Parolin. Si trattava di conversazioni riservate tra Francesca Immacolata Chaouqui, detta la Papessa (sembra essere all’origine delle rivelazioni dello scandalo detto «VatiLeaks 2» che ha portato alla luce le malversazioni che avrebbero contaminato le finanze malate del Vaticano), Genoveffa Ciferri, vicina a mons. Alberto Perlasca, testimone chiave, e il prof. avv. Alessandro Diddi, Promotore di giustizia dello Stato della Città del Vaticano. Queste conversazioni hanno portato alla luce una strategia messa in atto per convincere mons. Perlasca ad accusare il prelato sardo, in particolare con una telefonata registrata, una «chat» del 17 settembre 2021, in cui Genoveffa Ciferri si lamenta che il suo amico mons. Perlasca sarebbe stato «costretto a parlare sotto pressione» e avrebbe menzionato il card. Parolin, che avrebbe potuto metterlo «in difficoltà su tutto».
In ogni caso, sembra difficile che ciò che viene rimproverato al card. Giovanni Angelo Becciu riguardo alla gestione del patrimonio immobiliare della Santa Sede, quando era Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, sia stato messo in atto senza che ne fosse a conoscenza il suo diretto superiore, il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato.
Durante la Congregazione generale del 25 aprile scorso, il card. Pietro Parolin ha presentato una lettera in cui papa Francesco confermava quanto aveva detto nel 2023, ovvero che il card. Giovanni Angelo Becciu non avrebbe potuto votare al prossimo Conclave. È qui che intervengono le precisazioni del vaticanista Nico Spuntoni:
- egli sottolinea che il primo documento risale al settembre 2023. Tuttavia, la sentenza del Tribunale della Città del Vaticano che condannava il card. Becciu alla prigione, sospettato tra l’altro di numerose irregolarità, risale al 16 dicembre 2023. Al diavolo la presunzione di innocenza! Per quanto riguarda la trasparenza: questo documento non è mai stato reso noto se non attraverso un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede;
- il secondo documento è ancora più strano. Secondo il quotidiano Il Tempo, si tratterebbe nientemeno che di un motu proprio di papa Francesco datato 24 marzo scorso (e addirittura prima del 24 marzo secondo la correzione online del giornale), cioè dell'epoca in cui papa Francesco era ancora ricoverato al Policlinico universitario Agostino Gemelli nelle condizioni che conosciamo.
Ecco quindi che oggi apprendiamo che papa Francesco avrebbe pubblicato un ultimo motu proprio, il 55º a suo carico se contiamo bene, atto quasi testamentario che rende un servizio considerevole al card. Pietro Parolin, documento semplicemente firmato con la lettera «F». Nessun giurista serio avrebbe mai avallato un documento così siglato in tali condizioni. Inoltre, chiede il vaticanista Nico Spuntoni, come mai questo motu proprio è rimasto in un cassetto invece di essere pubblicato? Si tratta infatti di un atto di un Papa defunto, le cui conseguenze post mortem sono pubbliche.
Tutto questo è enorme. Ma ancora più enorme è il fatto che la reputazione del card. Pietro Parolin, che gestisce gli affari correnti della Segreteria di Stato e si appresta a guidare il Conclave come il più anziano dei Cardinali dell’Ordine dei Vescovi con diritto di voto, non ne sia minimamente intaccata. Inoltre, dopo alcune proteste, il card. Giovanni Angelo Becciu ha rinunciato ai suoi diritti. Un bel gesto spontaneo… La sua rinuncia è un regalo sontuoso fatto al card. Parolin, che, secondo quanto assicurato, può già contare su cinquanta voti nel Conclave che si aprirà la prossima settimana (la maggioranza assoluta necessaria per essere eletto sarà di 89 ottantanove voti).
Anche nella Francia di Emmanuel Macron tali violazioni del diritto metterebbero il Presidente in grande difficoltà. Nella Roma conciliare non è così. Anzi, si ritiene che il card. Pietro Parolin abbia dato prova di grande maestria nel gestire al meglio la questione.
Mamma mia, che pena!
RispondiEliminaQuotazioni molto alte per Ravasi...
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