Dopo il card. Tagle che canta Imagine (QUI sabato su MiL), il card. Cupich che benedice il drago cinese (QUI domenica su MiL) ed il card. McElroy che si esprime a favore della comunità LGBT (QUI ieri su MiL), vi proponiamo il video (pubblicato sul canale Life Site News TV) con la dichiarazione del card. Jean-Claude Hollerich S.I., Arcivescovo di Lussemburgo, noto esponente dell’ala modernista in seno al Collegio cardinalizio e considerato tra i «papabili» nell’imminente conclave che alla chiarissima domanda di un giornalista: «Crede che la sodomia debba essere considerata un peccato grave?», si contorce in una risposta acrobatica: «Non so cosa porterà il Sinodo. Ora ascoltiamo il popolo di Dio, ciò che esprime. Sto iniziando a ricevere i rapporti, come sapete sono il relatore generale del Sinodo e quindi leggo tutto, a settembre faremo una prima bozza per gli incontri continentali che si terranno. Penso che, prima di tutto, non considererei mai la sessualità separata dall’amore».
Ecco quindi che – al termine di un inconcludente giro di parole e facendosi scudo della cosiddetta «sinodalità» – anziché rispondere con semplicità e riportandosi a quanto affermato in modo ininterpretabile dalla Scrittura, dalla Dottrina, dalla Tradizione e dal Magistero, giunge ad una affermazione che giustifica la sessualità, tutta la sessualità (ANCHE la sodomia, ma non diamoci limiti!) con la presenza di un sentimento amoroso.
Insomma, per il Cardinale noto paladino e grande alfiere della ideologia omosessualista all’interno della Chiesa Cattolica «love is love», come esultò il Presidente Barack Obama il 26 giugno 2015, commentando la sentenza della Corte Suprema che legalizzò le unioni contro natura in tutti gli Stati Uniti: se c’è un sentimento amoroso, la sodomia (oggi la sodomia, domani chissà…) non è (più) un peccato… e anche in questo caso non vogliamo indagare, per ora, se vi sia un interesse privato in atto pubblico.
Vogliamo davvero questo come Papa?
Ci pensino bene, molto bene i Signori Cardinali.
L.V.
Guarda: il card. Hollerich, candidato al papato, mina l’insegnamento della Chiesa sulla sodomia
Guarda: il card. Jean-Claude Hollerich S.I., Arcivescovo di Lussemburgo, candidato al papato, mina l’insegnamento della Chiesa sulla sodomia: «Non considererei mai la sessualità separata dall’amore».
Il card. Hollerich è tra i Cardinali che voteranno la prossima settimana nel Conclave papale. Questo non può essere ignorato.
Questi uomini prelati che hanno messo da parte il sacrificio di Nostro Signore, vivono in un tripudio al di fuori della guida di Gesù Cristo, e il 'cammino' da seguire è secondo 'il loro parere', è chiarissimo che è 'una loro chiesa', non la Chiesa di Gesù Cristo, percui tra questi loro 'da fare e pensieri', sono loro stessi a dire 'io sono diverso, con la Chiesa di Cristo non c'entro niente...', figuriamoci a guidarla allora! Sono personaggi facile da scartare dai coscienti e responsabili cardinali elettori.
RispondiEliminaCardinali come questo non hanno più' nulla di cattolico.
RispondiEliminaChiesa in uscita che evidentemente non è più rientrata... Perdendo il contatto con il Suo centro Vitale, mostrando un volto in mezzo al mondo che non è quello misericordioso del Padre che attende il figlio che torni. Chiesa in uscita che ha dimenticato da dove viene, seguendo le correnti feroci di quella parte del mondo che rifiuta la Luce, la vera Luce.
RispondiEliminaIo non voglio come Papa uno che piace a voi.
RispondiEliminaIo rimango basito davanti alle dichiarazioni di più di un cardinale che pronosticano i giorni (se non le ore) di durata del conclave e “l’area” (geografica e/o dottrinale) di appartenenza del nuovo Papa.
RispondiEliminaTutti superati dal sempre meraviglioso cardinal Kasper secondo cui il popolo di Dio ha già votato al funerale di Francesco è indicato continuità con il suo pontificato.
Tutte dichiarazioni che, oltreché inopportune, si pongono in aperto contrasto con il giuramento che i signori cardinali elettori dovranno fare all’apertura del conclave.
Forse dovrebbero riflettere sulle conseguenze di certe dichiarazioni per la confusione che ingenerano nei fedeli e per loro stessi, anche perché prima o poi Qualcuno potrebbe chiedergliene conto.