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mercoledì 9 aprile 2025

“Non una qualunque: la Bibbia che serve oggi è la Vulgata di San Girolamo” - #bibbia #vulgata #sangirolamo @Avvenire_Nei

Grazie a Investigatore Biblico per questa bella riflessione sulla traduzione biblica di S. Girolamo, la "Vulgata".
Luigi C.

18-3-25

Leggendo l’articolo di Alberto Melloni pubblicato su Avvenire, “Il successo della Bibbia: sete di verità” (La nuova “Bibbia di Gerusalemme”: il successo della sete di verità), non si può che rallegrarsi nel constatare quanto sia viva, nel cuore dell’uomo contemporaneo, la nostalgia per la Parola di Dio. In un tempo attraversato da tante voci discordanti, si fa sentire il bisogno di una voce che sia sorgente limpida, capace di dissetare la sete profonda di verità e di senso.
Tuttavia, proprio perché il desiderio è grande, il rischio è quello di offrire risposte che non siano all’altezza della domanda. E su questo occorre vigilare con particolare attenzione. Le numerose edizioni della Bibbia oggi in circolazione, pur animate da intenti di divulgazione e accessibilità, spesso non restituiscono la fedeltà dovuta ai testi originali. Sono numerosi i rilievi critici che si possono sollevare, e le argomentazioni a sostegno di questa preoccupazione sono state ampiamente documentate in questo blog, che invito a consultare (soprattutto i 303 Indizi pubblicati fino ad oggi) per un esame accurato e coscienzioso.
La verità che va detta, e che non possiamo più sottacere, è che la traduzione della Sacra Scrittura non è un’opera neutrale né meramente accademica. Essa ha a che fare con la trasmissione viva della fede e con l’annuncio del Vangelo nella sua integrità. Quando la traduzione è imprecisa, carente, quando si omettono o si alterano concetti fondamentali, si rischia di compromettere la comprensione stessa del mistero divino e di condurre i fedeli in una direzione diversa da quella voluta dallo Spirito Santo.

In questo senso, la Vulgata di San Girolamo rappresenta ancora oggi una guida sicura. 
Non si tratta solo di un testo antico, ma di una versione che ha retto alla prova dei secoli, riconosciuta dalla Chiesa per la sua fedeltà ai testi originali e per la sua chiarezza dottrinale. Girolamo, instancabile ricercatore della verità, ha lavorato con scrupolo, confrontando i testi ebraici e greci e traendo dall’antica tradizione latina una sintesi luminosa e affidabile. È questa la traduzione che ha nutrito la fede della Chiesa per più di un millennio, quella su cui si sono formati santi, teologi e pastori.

Sant’Agostino, contemporaneo di Girolamo, riconosceva l’importanza di una traduzione fedele e autorevole: “Accetta dunque, caro fratello, le traduzioni fedeli dei Settanta e di Girolamo: tutte proclamano la verità divina, anche se con parole differenti” (Epistula 71, 5). Egli stesso nutriva grande rispetto per il lavoro dell’amico, nonostante talune divergenze iniziali, comprendendo infine che la fedeltà al testo sacro era suprema esigenza.

Anche San Gregorio Magno, grande Papa e Dottore della Chiesa, esortava i predicatori alla massima fedeltà alle Scritture, avvertendo che “la Sacra Scrittura cresce con colui che la legge” (Homiliae in Ezechielem I, VII, 8), ma ciò presuppone una base testuale corretta e integra, capace di guidare la meditazione e l’intelligenza del credente.

Purtroppo, molte versioni moderne, inclusa la traduzione CEI del 2008, mostrano non solo lacune, ma anche errori e omissioni che non si possono più ignorare. In più occasioni, si rileva un allontanamento dal significato autentico dei testi originari, il che porta, inevitabilmente, a seminare confusione tra i fedeli. E seminare confusione nella Parola significa allontanarsi dalla verità, tradire la trasparenza del messaggio evangelico che è chiamato a illuminare, non ad offuscare.

Per questo motivo, ritengo urgente e necessario un rinnovato impegno pastorale: ridonare la Vulgata al popolo cristiano, non solo come testo di riferimento, ma come alimento per la fede e la preghiera. È auspicabile che le comunità parrocchiali si aprano a momenti di formazione e di catechesi dedicati proprio alla riscoperta di questa grande opera di San Girolamo. Incontri semplici, ma profondi, nei quali si spieghi ai fedeli perché questa traduzione è da considerarsi più completa e più fedele di molte versioni moderne.

Come affermava San Girolamo stesso: “Non si deve cambiare il significato delle Scritture con interpretazioni personali, ma accogliere la verità trasmessa dai testi originali con umiltà e diligenza” (Prologo al Pentateuco). E ancora: “La Scrittura non dice mai nulla invano” (Commentarium in Isaiam, Prologus). È dunque dovere di ogni comunità cristiana offrire ai fedeli la Parola di Dio nella sua purezza, senza veli o deformazioni.

Si tratta di un dovere di chiarezza e di verità. Offrire una Bibbia tradotta in modo impreciso significa, in fondo, non dare ai fedeli la vera Parola di Dio, ma qualcosa che rischia di deformarne il senso. E questo non possiamo permetterlo. La Scrittura è lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino (Sal 119,105), ma questa luce deve risplendere nella sua interezza, non filtrata da interpretazioni arbitrarie o traduzioni frettolose.

San Girolamo, che ha consacrato la sua vita alla Parola, ci ricorda che “ignorare le Scritture è ignorare Cristo” (Commentarium in Isaiam, Prologus). Se dunque la Scrittura ci trasmette il volto stesso del Signore, dobbiamo avere cura che essa sia comunicata nella sua verità piena, senza tagli, senza edulcorazioni, senza approssimazioni.

È tempo che la Chiesa torni ad ascoltare questa voce antica ma sempre nuova. È tempo di ridonare ai fedeli la Vulgata, come dono di luce e verità, come segno di fedeltà alla Tradizione e, soprattutto, come strumento per una fede salda e matura.

2 commenti:

  1. Sarebbe utile metterla a disposizione condividendo il link della Vulgata.

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  2. https://www.scrutatio.it/ può consultare le diverse versioni qui, anche quelle italiane antecedenti alla CEI.

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