Vi proponiamo l’articolo del vaticanista Nico Spuntoni, pubblicato oggi, 26 aprile, sul quotidiano Il Tempo, che riprende la notizia anticipata ieri sera dalla vaticanista Diane Montagna (QUI), subito ripresa da MiL (QUI).
Sulla partecipazione del card. Giovanni Angelo Becciu al conclave è giallo: una lettera che a marzo papa Francesco avrebbe fatta arrivare al card. Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, tramite il suo segretario particolare Villalòn lo esclude, ma ci sono dubbi sulla firma papale.
L.V.
C’era una volta l’esclusiva che i sovrani maggiori potevano presentare in conclave per bloccare l'elezione a papa di un cardinale indigesto. Una prerogativa che limitava l’autonomia del sacro collegio e minacciava la libertà di coscienza dei singoli elettori. Questa pratica era talmente odiosa che un papa eletto proprio grazie ad essa, il veneto Pio X, la abrogò il 20 gennaio 1904 con la costituzione Commissum nobis. Il candidato che subiva il veto delle grandi potenze cattoliche veniva chiamato «cardinale escluso». Più di un secolo dopo il sacro collegio potrebbe avere di nuovo un «cardinale escluso» nel conclave che si appresta ad iniziare. Non dall'elettorato passivo, ma da quello attivo e non più per volere di un principe secolare ma presumibilmente del Papa defunto. Abbiamo parlato nei giorni precedenti della disposizione che sarebbe stata messa nero su bianco all'interno di due lettere firmate da Francesco ma mai notificate a Becciu né rese pubbliche fino ad oggi.
Oggi possiamo confermare la fondatezza delle indiscrezioni filtrate. Una fonte interna, infatti, ha confermato al nostro giornale l’esistenza di una lettera dello scorso marzo in cui l'ormai sofferente Bergoglio avrebbe dato ordine di escludere il suo ex sostituto dal futuro conclave. «Il Tempo» è in grado anche di rivelare il destinatario del documento: il camerlengo di Santa Romana Chiesa Kevin Joseph Farrell. Sembra che la lettera sia stata consegnata nelle mani del cardinale americano di origini irlandesi dall'ultimo segretario particolare di Francesco, l’influentissimo don Juan Cruz Villalón. Colpisce la presunta data della firma: secondo alcune fonti è il 1 marzo, secondo altri addirittura il 23 marzo. Una circostanza clamorosa perché il 23 è il giorno delle dimissioni dal Gemelli, nelle condizioni di salute drammatiche in cui tutto il mondo lo ha rivisto.
Dunque il Papa, appena uscito dall’ospedale dopo essere stato in ben due occasioni in grave pericolo di vita, avrebbe dedicato il suo tempo a comminare una pena durissima nei confronti di un cardinale condannato per peculato in primo grado dal tribunale del Vaticano in un processo di cui continuano ad emergere sempre più ombre. Tutto questo mentre è ancora in corso l'Anno Santo dedicato alla speranza e proclamato con una bolla che conteneva la richiesta ai governi di concedere amnistie ed indulti. Al momento le lettere non sono ancora saltate fuori durante le congregazioni, ma è prevedibile che una volta rivelate faranno sicuramente discutere i membri del sacro collegio. All’interno, come abbiamo scritto, c'è un fronte convinto che il presule di Pattada sia vittima di un’ingiustizia palese. E poi c’è il tema della loro validità: un esperto canonista, sotto anonimato, ha spiegato al nostro giornale che una firma non basterebbe perché «per simili documenti, storicamente, c'è bisogno di una sottoscrizione pontificia che prima era data dall'anello del pescatore ma che anche adesso richiede almeno un segnacolo d'autenticità». Mai il Pontefice sottoscriveva documenti con la firma personale, «ma al massimo, in rarissimi casi, poteva apporla in aggiunta a documenti particolarmente sentiti, non da sola comunque». L'esperto, dunque, sostiene che «non sia affatto sufficiente la mera siglatura, peraltro rilasciata in circostanze oscure».
Questi primi giorni di congregazioni sono stati segnati dalla vicenda Becciu che probabilmente diventerà monopolizzante anche nei successivi. I cardinali, infatti, sono arrivati alla conclusione di individuare una soluzione solamente dopo la celebrazione del funerale di oggi. Una bella gatta da pelare soprattutto per il decano Giovanni Battista Re che, a chi lo aveva sentito anche di recente sull'argomento, aveva confidato privatamente di non essere a conoscenza dell'esistenza delle lettere di Francesco. Ieri intanto il diretto interessato non era presente alla riunione, ma quest’assenza non va interpretata come un segnale di resa. Il caso Becciu è lungi dall'essere concluso, con o senza lettere.
Ma e' mai possibile questo "spettacolo" nella Chiesa?
RispondiEliminaChe la Madre del Buon Consiglio vi illumini. Così sìa!
Per tutto quello che è successo, avrei evitato di mettere altra carne sul fuoco. Ma l'ambizione umana non è conforme alle spirito del Vangelo.
RispondiEliminaOra cominciano le solite insinuazioni sui cattivi che attaccano i buoni.
RispondiEliminaUn caloroso ringraziamento a tutti i redattori di M.I.L.per averci aggiornati si puo' dire quasi momento per momento. Ave Maria!
RispondiEliminaColui che non è papa non conta nulla
RispondiEliminaChe gran casino! Che spettacolo pagliaccesco che tocca ancora vedere! In teoria Becciu, non essendo stato deposto dalla sua carica da nessuna condanna ecclesiastica ne risulta che ha mai ricevuto scomunica , sarebbe dunque ancora cardinale e nel pieno dei suoi diritti cardinalizi, compreso quello della partecipazione al Conclave tralatro vi è la piena presunzione di innocenza fino a che non vi sia condanna definitiva cioè fino alla pronunzia della Cassazione della giustizia, per cui non risulta a suo carico che Becciu risulti canonicamente deposto, ne che ha rinunciato col consenso papale alla sua dignità cardinalizia ai sensi n.36 della P.D.G, per cui in via dei numeri 33 e 38 sempre della Costituzione apostolica P.D.G egli in teoria potrebbe partecipare a tutti gli effetti con diritto di voto al Conclave, a meno che i Cardinali non decidano in maniera piuttosto arbitraria visto che la sua carica cardinalizia risulta non deposta né impedita ufficialmente (la sbucata lettera poi senza data per la tempistica è sospetta non autentica) egli potrebbe partecipare con diritto di voto al conclave. Fara' ricorso? Boh!. Che Casino.
RispondiEliminaNel 2020 lo stesso Becciu ha rinunciato ai suoi incarichi e ai diritti connessi al cardinalato.
EliminaErrore di distrazione e di fretta. Scusate nella fretta non ho corretto la U al posto della P, ovviamente nei numeri citati della Costituzione Apostolica Universi Dominici che va abbreviata dunque correttamente in U.D.C.
EliminaAvevo omesso di dire nella fretta che Becciu si difende anche con il fatto di ribadire che Il Papa lo aveva richiamato in Concistoro confermandolo dunque nei suoi diritti e privilegi cui in precedenza gli aveva per prudenza consigliato di rinunciare temporaneamente, riconoscendogli de facto in quella occasione concistoriale tutte le prerogative cardinalizie anche dunque quella di partecipare al Conclave, non vi fu infatti allora nessuna esplicita omissione e comunicazione di non farlo partecipare al Conclave, per questo afferma quella lettera sia sospettata non autentica mancandovi a quanto sembra anche la data , e vi è comunque il fatto che Becciu è stato invitato anche alle Convocazioni generali pre conclave. Sembra vi sia discordia di opinioni tra i canonisti. Comunque deciderà la Congregazione generale dei cardinali, in base a cosa di concreto e con quale motivazione però non si sa ancora, anche perché la prossima sentenza sul suo caso è prevista in Autunno. Vedremo.
EliminaQuanta tristezza.. Se avesse un minimo di dignità non si presenterebbe nemmeno. Questi sono divisori della Chiesa, altro che fautori di unità. Lui è Muller che lo spalleggia pubblicamente in un'intervista. Arrivisti assetati di potere, altro che porporati pronti al sacrificio.
RispondiEliminaPossibile in tutta carica e lo vediamo
RispondiEliminaPrima era una sola lettera , ora sarebbero addirittura due, poi si diceva che non recavano data e che la firma era sospetta non autentica e priva di sigillazione ufficiale, ora spunterebbero fuori pure le date, lettere tralatro del cui contenuto esplicito ed eventuale motivazione non si sa nulla di ufficiale, di cui anche il Decano Re sembra non saperne nulla, a me sembra l'ennesima soap opera di intrighi pre conclave, anche perché se non erro Becciu era stato riammesso e convocato dal Papa stesso in Concistoro dunque era tornato ad esercitare le sue prerogative e diritti, sembra davvero improbabile e strano che un cardinale venga fatto partecipare ad un Concistoro , che venga poi anche invitato alle Congregazioni generali pre conclave e poi spuntino ora improvvisamente fuori queste presunte, bisogna ripetere presunte perché finora sono solo voci e di concreto fattuale non c'è ancora nulla, non si vedono pubblicamente, dove sono? ne sembra siano state notificate al diretto interessato, come giustamente notato da alcuni canonisti poi non basterebbero neanche le lettere (se vere) per escludere dal Conclave Becciu come si è detto pure in questo articolo, poiché c'è tutta una procedura esecutiva da seguire che in questo caso sembra non sia stata seguita. Vedremo come si evolvera' questa surreale faccenda, e cosa eventualmente esprimera' la Congregazione dei Cardinali che per ora tace.
RispondiEliminaA pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, ma mi sa che in tutta questa faccenda pre conclave sulle lettere verso Becciu , ci sia proprio lo zampin di Parolin, sono troppi gli interrogativi e che le cose che non tornano e non quadrano affatto.
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