Post in evidenza

Omelia del Santo Padre Leone XIV per l’inizio del Ministero Petrino del Vescovo di Roma

Alle ore 10:00 di oggi, V Domenica di Pasqua, il Santo Padre Leone XIV ha presieduto, sul sagrato della Basilica Vaticana, la Santa Messa pe...

sabato 26 aprile 2025

Franca Giansoldati intervista il card. Müller sul prossimo Conclave

Proseguiamo le analisi sul pontificato di Francesco e sul prossimo Conclave.
Grazie a Franca Giansoldati per questa intervista molto interessante al card. Gerhard Ludwig Müller.
"Da teologo per me è importante che la dottrina della Chiesa rimanga il centro di tutto. La dottrina non è una sorta di teoria sul mondo, qualcosa di intra-mondano, ma è la confessione della fede, la liturgia, la pastorale, un sentiero di verità rivelate da Dio valida per offrire l'orientamento morale ai fedeli". 
QUI X.
Luigi C.

Franca Giansoldati, Il Messaggero, 26-4-25

Cardinale Gerhard Muller, lei è stato prefetto del Dicastero della Fede e ha curato tutta l'opera omnia del teologo Joseph Ratzinger per un totale di 16 volumi. In questi giorni è impegnato nelle Congregazioni generali e presto prenderà parte alle elezioni per il prossimo Papa. Secondo lei il conclave sarà lungo o corto?

«Dipenderà tutto dal pre-conclave e da quanti chiarimenti ci saranno nei tanti punti che dovremo discutere. Occorrerà valutare se esiste un candidato con un profilo di spicco, capace di emergere, di fare riflettere, di garanzia. Si dovrà parlare naturalmente della situazione complessiva della Chiesa, delle sfide che ha davanti, e del concetto di papato. A me vengono in mente parecchie riflessioni».

Per esempio?

«La prima: cosa è il papato teologicamente? È un ruolo che non va di certo ancorato a logiche mondane che potrebbero far pensare che il Papa incarni solo un grande potere politico e ideologico. Ideologico nel senso che non ci si può concentrare su temi di sfondo, per esempio la questione degli omosessuali. Sarebbe fuorviante. Per il Papa la cosa più importante è praticare il Vangelo, dare speranza, illuminare ogni uomo su questa terra, dai politici, ai leader ma anche alle persone comuni».

E si è già parlato di questo?

«Ci sono stati interventi all'interno delle Congregazioni in cui è affiorato che un Papa dovrebbe accendere la speranza. Questa riflessione aiuta certamente a far luce su chi potrà essere il prossimo successore di Pietro».

Come se lo immagina lei?

«Da teologo per me è importante che la dottrina della Chiesa rimanga il centro di tutto. La dottrina non è una sorta di teoria sul mondo, qualcosa di intra-mondano, ma è la confessione della fede, la liturgia, la pastorale, un sentiero di verità rivelate da Dio valida per offrire l'orientamento morale ai fedeli. Per esempio ai politici di oggi, alle persone che hanno una responsabilità nella vita pubblica, così come agli uomini e alle donne che incontriamo per strada ogni giorno. In futuro penso che si debba evitare di dare l'impressione che il Papa sia una sorta di superman, sconfinante nel culto della persona. E questo perché la Chiesa in quanto tale è cristo-centrica, il che significa che Cristo è il suo cuore. Gesù ha detto a Simone: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". Pietro, dunque, fu il principio di questo nuovo ufficio, dal quale derivò il primato di Pietro e dopo ancora la conseguenza di Roma».

Torniamo al conclave e al prossimo successore di Pietro. È così difficile da individuare tra i cardinali?

«Beh alla fine dovrà pur essere trovato. Abbiamo avuto 266 papi legittimi durante la storia. Ci sono state diverse figure, di molti si parla bene mentre su alcuni vi sono critiche e non abbiamo una garanzia che arrivi un Papa ideale».

Sarà un conclave breve o no?

«Bella domanda. Attualmente non c'è ancora una personalità forte e saranno le Congregazioni a farci capire chi può emergere, e quindi non si può nemmeno pensare a un conclave lungo o corto. La grande differenza rispetto i conclavi precedenti è che stavolta la grande maggioranza degli elettori non ci conoscono».

Quali potrebbero essere ora i rischi maggiori legati a questi confronti interni?

«I rischi sono, l'ho detto in diverse occasioni, tutti legati alla possibilità di spaccare la Chiesa in due gruppi ideologici. Qualcuno ha una sua agenda e vi può essere il timore che un gruppo favorisca il suo candidato per realizzare la sua agenda. In questo modo però non si può creare l'unità della Chiesa se un gruppo domina sull'altro. L'unità della Chiesa non è un combinato disposto tra diplomazia e politica, una sorta di compromesso tra diversi movimenti ma la spinta a unire tutti in Cristo. Pietro ha detto tu sei Cristo, il figlio di Dio vivo, noi crediamo in Cristo, il Papa è un vescovo».

Altri rischi?

«Si può forse intravedere una pericolosa deriva verso la filantropia che non alla predicazione del Vangelo. Lo dico perché tempo fa mi ha preoccupato che la massoneria abbia detto il papa era a loro vicino. Ovviamente non è così ma questo aspetto mi ha dato da pensare. Naturalmente può anche essere interpretato positivamente al fatto che forse si stanno avvicinando al cristianesimo, a Cristo, abbandonando i loro errori storici e i danni che hanno fatto alla Chiesa in tempi diversi».

Quando inizia il conclave? Il 5 maggio o il 6?

«Non è stato ancora deciso».

Ma avete deciso almeno dove andrete a dormire visto che siete in così tanti, sulla carta, 135. A Santa Marta c'è posto a sufficienza?

«Al momento non ci hanno detto nulla, c'è però un gruppo che sta organizzando anche la logistica. La figura del Camerlengo è responsabile anche di questo aspetto ma non so cosa si stia facendo di pratico per dipanare inevitabili intoppi o problemi, peraltro tutti superabili».

Il caso Becciu si sta trasformando in una bella grana. C'è chi pensa debba partecipare al conclave, considerando la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis e il diritto canonico. Altri che ritengono sia corretto lasciarlo fuori poiché esisterebbero due fogli in cui Francesco manifesta questa volontà. Gli stessi canonisti sono spaccati. Come si può risolvere?

«Penso secondo la giustizia. La mia opinione è che sia stato trattato assai male. L'ho anche detto pubblicamente diverse volte. Non si può maltrattare così un cardinale e Becciu non ha commesso un crimine come altri imputati in quel processo. Io però non sono un giurista e non so come si possa dirimere questo nodo. Tuttavia, posso dire, che personalmente lo ritengo una persona onesta, dedicata alla Chiesa. Poi ognuno ha i suoi limiti e possiamo pure aprire una discussione. Lo conosco da 13 anni e ho sempre avuto una buona impressione di lui. Mi spiace che il suo caso sia rimasto irrisolto. La situazione giuridica non è chiara e sarà un caso da dipanare»