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martedì 25 febbraio 2025

La concelebrazione con una sacerdotessa anglicana: l’albero che nasconde la foresta?

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1166 pubblicata da Paix Liturgique il 24 febbraio, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), racconta e commenta la sconcertante partecipazione, in qualità di concelebrante, della signora Vivian Schwanke De Oliveira, ministra episcopale anglicana (quindi una laica), alla Messa solenne di insediamento dell’Arcidiocesi (cattolica) di Chapecó (Brasile), presieduta da mons. Odelir José Magri M.C.C.J., Arcivescovo metropolita (cattolico), e concelebrata da circa ottanta sacerdoti (cattolici) e sette Vescovi (cattolici).
Ma per Roma il problema sono sempre i fedeli cattolici, soprattutto giovani, legati alla Tradizione.
In calce riportiamo il video integrale della celebrazione ed alcune immagini tratte da esso.

L.V.


Le sentinelle continuano per la 179ª settimana le loro preghiere per la difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (10 rue du Cloître-Notre-Dame) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici,
nelle nostre veglie parigine, davanti agli uffici dell’Arcivescovado (10 rue du Cloître-Notre-Dame), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nell’Église Saint-Georges di La Villette (114 avenue Simon Bolivar, nel XIX arrondissement), il mercoledì alle ore 17:00, davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (59 rue Vercingétorix, nel XIV arrondissement), la domenica alle ore 18:15, preghiamo in questi giorni per la salute di papa Francesco. Dobbiamo anche dire che preghiamo anche perché, una volta ristabilito, possa godersi il meritato riposo…

Perché, dopo la sua lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970, noi siamo i senzatetto della Chiesa. Mentre i non cattolici sono trattati con tutti gli onori e tutte le cortesie. A questo proposito vorrei ricordare un evento liturgico assolutamente scandaloso: la partecipazione di una sacerdotessa anglicana a una concelebrazione cattolica, in Brasile, lo scorso 9 febbraio. È successo nella Catedral Santo Antônio de Pádua dell’Arcidiocesi di Chapecó, nello stato di Santa Catarina, nel sud del paese. Quel giorno si teneva una cerimonia per celebrare l’elevazione della Diocesi di Chapecó, creata nel 1958, al rango di Arcidiocesi [QUI il video integrale della celebrazione: N.d.T.].

La Messa è stata presieduta da mons. Odelir José Magri M.C.C.J., il Vescovo divenuto Arcivescovo metropolita. La Messa è stata concelebrata da circa ottanta sacerdoti e sette Vescovi di Santa Catarina, e anche da Vivian Schwanke De Oliveira, ministra della Igreja Episcopal Anglicana do Brasil, situata a ovest di Santa Catarina. I Vescovi indossavano casule bianche. I sacerdoti indossavano la veste e la stola bianca. La sacerdotessa è entrata nel coro in processione con i sacerdoti cattolici, vestita come loro con una veste, ma con una stola blu e non bianca, probabilmente per mostrare che era solo in «comunione imperfetta». Ha partecipato tranquillamente alla Messa, con tutta probabilità alla consacrazione e molto visibilmente alla comunione. La cerimonia era piuttosto classica. I chierichetti e le chierichette indossavano il camice, alcuni di loro indossavano il camice di pizzo. Alcuni di loro si inginocchiavano devotamente per la consacrazione.

Per essere chiari, nella sua omelia mons. Odelir José Magri ha parlato del significato ecumenico della presenza delle autorità religiose a questa celebrazione, menzionando la presenza della ministra della Igreja Episcopal Anglicana do Brasil e del pastore della Igreja Apostólica Renascer em Cristo, che è rimasto seduto in seconda fila nella chiesa con i fedeli (deve avere una «comunione imperfetta» inferiore a quella della sacerdotessa anglicana, 30 per cento per lui, 40 per cento per lei). I Vescovi e i sacerdoti concelebranti approvavano palesemente, poiché hanno partecipato alla Messa senza alcun imbarazzo. Questi sette Vescovi brasiliani, dal canto loro, non avevano alcun scrupolo a concelebrare con una donna e di fede anglicana. Così come la numerosa folla, che ha applaudito devotamente nei momenti opportuni e ha partecipato in massa alla comunione.

Naturalmente, state tranquilli, poiché lo scandalo è stato enorme grazie ai social network negli ambienti conservatori, l’Arcivescovo che l’aveva organizzato ha pubblicato una nota in cui diceva [QUI: N.d.T.]:

In riferimento a quanto accaduto durante la Messa solenne di insediamento dell’Arcidiocesi di Chapecó e al mio insediamento come Arcivescovo metropolita, vi informiamo che abbiamo già comunicato alla Nunziatura Apostolica in Brasile le circostanze di questo incidente isolato di violazione involontaria delle norme liturgiche.

Involontaria! L’Arcivescovo non manca di aria. E naturalmente mons. Giambattista Diquattro, Nunzio Apostolico in Brasile, è stato soddisfatto di questa precisazione.

Tuttavia, la Chiesa cattolica considera nulla e non avvenuta l’ordinazione delle donne (lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis sull’ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini). Inoltre, la concelebrazione con ministri che non sono «in piena comunione» con la Chiesa cattolica è vietata dal canone 908 c.d.c., che viene gentilmente violato in una serie di occasioni più discrete di quella di Chapecó. Ma questa enormità è in realtà l’albero che nasconde la foresta. Infatti, lo stesso Codice di diritto canonico, nel suo canone 844, traduzione giuridica del decreto sullecumenismo Unitatis redintegratio, n. 15, istituisce la possibilità di una intercomunione sacramentale con le Chiese separate:
  • nel paragrafo 3, consente ai separati orientali e ad altri membri di Chiese provviste di sacramenti validi, di ricevere l’Eucaristia da un sacerdote cattolico, «qualora li richiedano spontaneamente»;
  • e nel paragrafo 4, nel caso in cui «urgesse altra grave necessità» (quella in cui si trovava la sacerdotessa anglicana di Chapecó il 9 febbraio) permette «agli altri cristiani che non hanno piena comunione con la Chiesa cattolica» di ricevere la comunione eucaristica, «purché manifestino, circa questi sacramenti, la fede cattolica».

È estremamente sconcertante: i Cristiani separati (un tempo si diceva Cristiani scismatici) possono, in quanto tali, cioè senza rinnegare in alcun modo la loro rottura con la Chiesa, ricevere i suoi sacramenti e in particolare quello che significa più fortemente la comunione con Cristo e la sua Sposa, quello della Santa Eucaristia. Questa strana possibilità si basa in realtà sul n. 3 del decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio del Concilio Vaticano II, che considera coloro che credono in Cristo e hanno ricevuto il battesimo come trovandosi «in una certa comunione, sebbene imperfetta» con la Chiesa cattolica. Fino ad allora si diceva che la comunione con Cristo e la sua Chiesa – e non è poco – non si divideva: si era o non si era in comunione con Cristo.

La sacerdotessa anglicana è quindi, secondo le nuove norme, una cattolica «imperfetta». Mentre noi, legati alla Santa Messa tradizionale, siamo, come dicevo all’inizio, in un’altra categoria di Cattolici, quella dei senzatetto. Come quei membri della famiglia di cui ci vergogniamo, che puzzano.

Echi delle Veglie: Un giovane che passa per strada si rivolge a noi: «La Santa Messa tradizionale è il futuro della Chiesa. Sono irlandese, un paese che oggi sta sprofondando nel paganesimo a causa di un clero diventato eretico, responsabile degli abusi che allontanano i fedeli dalla Chiesa. Conosco meno la situazione in Francia, ma sospetto che non sia migliore».

In unione di preghiera e amicizia.




3 commenti:

  1. Che porcheria. Prima o poi un Papa dovrà metterci mano in modo serio. Penso con sgomento alla esultanza sterile di taluni grilli parlanti che si staranno sfregando le zampe con intimo compiacimento. Ma la loro fine teologica è dietro l'angolo. Grazie al cielo i preti giovani sono di tutt'altra pasta.

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  2. Guai a chi scandalizza!
    Mala tempora!!!

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  3. Considerando che gli anglicani sono eretici e senza successione apostolica quel rito è nullo.

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