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domenica 12 gennaio 2025

Un significato importante della devozione al Sacro Cuore di Gesù: il bisogno di adorare la “carne” di Dio

Preghiamo e adoriamo il Sacro Cuore.
Luigi C.

Il Cammino dei Tre Sentieri,  9 Novembre 2024

Un significato importante della devozione al Sacro Cuore di Gesù è il bisogno dell’uomo di contemplare la “carne” di Dio. Possono sembrare strane queste parole, ma non lo sono affatto. Dio si è fatto uomo per salvarci e per mostrare fino a che punto può arrivare il suo amore e la sua vicinanza. Ed è proprio tale vicinanza che deve interpellare. Essa va accolta e va abbracciata.
La Chiesa sin dall’inizio della promozione della devozione affermò che il Cuore di Gesù ha diritto di “latria” (cioè va adorato), in quanto organo del Corpo di Gesù la cui persona di riferimento è Dio. Durante il XVIII secolo si accese un forte dibattito. Nel 1765 la Congregazione dei Riti affermò che quando si fa riferimento al Cuore di Gesù bisogna proprio intendere il cuore carneo di Cristo, cioè come organo concreto del corpo. I giansenisti a riguardo denunciarono una deriva idolatrica, ritenendo possibile solo un culto ad un cuore non reale, simbolico; ma papa Pio VI, con la bolla Auctorem fidei, confermò la dichiarazione della Congregazione notando che si adora il cuore “inseparabilmente unito con la Persona del Verbo”.
L’allora cardinale Joseph Ratzinger disse a Tolosa il 28 luglio del 1981 in un convegno, organizzato per l’anniversario di una famosa enciclica sul sacro Cuore, l’Haurietis acquas di Pio XII: “(…) l’uomo ha bisogno di contemplare e di interiorizzare i misteri divini con una contemplazione intima che è come un toccare e palpare la realtà”.
Da qui non bisogna scandalizzarsi (tutt’altro!) verso tutte quelle forme di preghiera, soprattutto dei fedeli più semplici, in cui si esprime il bisogno di baciare statue ed immagini sacre. Certamente vanno evitate tutte le derive maniacali, ma si tratta di gesti per nulla banali, bensì che affondano nel “cuore” (mai parola fu appropriata) della propria vita di fede…e che non dispiacciono affatto (anzi!) a Dio.