Grazie a Investigatore Biblico per le sue analisi sulle nuove traduzioni bibliche.
Luigi C.
31-12-24
Come può passare inosservata una simile omissione?
Queste sono parole che i sacerdoti pronunciano ogni giorno, ogni volta che celebrano l’Eucaristia. Come è possibile che i traduttori della CEI, sia nella versione del 1974 che in quella del 2008, abbiano scelto di sacrificare queste espressioni in modo così evidente?
Nella Prima Lettera ai Corinzi (11,24), San Paolo riporta le parole della Consacrazione Eucaristica. Non sarebbe stato più importante essere scrupolosi, mantenendo intatte le parole originali, piuttosto che lasciarsi andare a un “taglia e cuci” interpretativo? Questa è, ovviamente, una mia opinione personale. Esporrò i fatti, lasciando a ciascuno di voi il giudizio.
Andiamo subito a esaminare i testi:CEI 1974 e 2008: «e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio Corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”» (1 Cor 11,24)
Vulgata: «et gratias agens fregit, et dixit: Accipite, et manducate: hoc est Corpus meum, quod pro vobis tradetur: hoc facite in meam commemorationem» (1 Cor 11,24)
Martini: «E rendute le grazie, lo spezzò, e disse: prendete, e mangiate: questo è il Corpo mio, il quale sarà dato per voi: fate questo in memoria di me» (1 Cor 11,24)
Ricciotti: «e dopo rese grazie a Dio, lo spezzò e disse: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo che sarà immolato per voi; fate questo in ricordo mio”» (1 Cor 11,24)
Come si può notare, le versioni CEI 1974 e 2008 omettono proprio quelle parole di Gesù sull’Eucaristia, “prendete e mangiate”, che sono fondamentali nella Consacrazione Eucaristica. Personalmente, trovo che questa omissione contribuisca a far somigliare l’Eucaristia più al concetto protestante di “rappresentazione” della Cena del Signore che al Santo Sacrificio Cattolico.
Se togliamo il comando di Gesù – “prendete e mangiate” – che cosa resta dell’Eucaristia? È ancora il mistero vivo della nostra fede, o diventa una semplice commemorazione simbolica, come un teatro?
Va detto che queste parole sono presenti solo in alcuni manoscritti: il papiro P30 (III secolo), il Codex Athous Lavrensis (Ψ, IX secolo, ritoccato più volte) e il Codice di Efrem (C 03, V secolo). Tuttavia, sono riportate anche in Matteo 26,26, e sembra evidente che siano state la fonte principale di San Girolamo per la Vulgata.
La domanda rimane: “Prendete e mangiate” prima del 1974 era Parola di Dio, e adesso non lo è più? Perché è stato rimosso? Non era forse essenziale mantenerlo, visto che sono proprio queste le parole che ogni sacerdote cattolico pronuncia durante la Consacrazione?
Anzi, sottolineo che sono parole imprescindibili: senza il “prendete e mangiate”, la Consacrazione non è valida. Se un sacerdote omettesse queste parole durante la Messa, non si realizzerebbe il mistero della transustanziazione. Sono le stesse parole che Gesù ha pronunciato durante l’Ultima Cena.
E allora, perché toglierle? Quale motivazione poteva giustificare una scelta così drastica?
La domanda resta aperta, ma la sua importanza non può essere ignorata. Perché un’assenza così cruciale pesa, come un’ombra, su ogni Eucaristia celebrata con quelle traduzioni. Forse, è il momento di tornare all’essenziale, con lo stesso rispetto e scrupolo che animava i primi testimoni della nostra fede.