Offriamo la nostra sofferenza al Signore e a Maria Santissima.
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 27 Novembre 2024
Il Cristianesimo è salvezza attraverso la Croce, cioè attraverso la sofferenza. Dunque, è la sofferenza che costituisce la chiave, cioè la soluzione di tutto. Da qui non solo la non negatività della sofferenza stessa, ma anche la possibilità (se si fa propria questa convinzione) che si può coniugare la sofferenza con la conservazione della felicità. Insomma, il Dio crocifisso concede il miracolo di essere felici anche nella sofferenza.
Leggiamo cosa scrive Saint-Jure nel suo “Fiducia nella divina provvidenza. Segreto di pace e di felicità”: “(…) bisogna riconoscere che nella nostra natura c’è un’opposizione, si può dire inconciliabile, tra l’idea di sofferenza, di umiliazione, di obbrobrio ed anche di povertà, con l’idea di felicità. Perciò è un miracolo della grazia che si possa, sotto il peso di simili mali, rimanere felici e contenti. Ma questo miracolo sarà sempre misericordiosamente concesso ai sacrifici di chiunque vorrà dedicarsi al compimento, in tutte le cose, della volontà divina. (…). Se dunque noi non sperimentiamo la dolcezza del giogo di Gesù, né l’alleggerimento del peso della croce che egli ci impone, ciò avviene perché non abbiamo ancora completato l’abnegazione della nostra volontà, non abbiamo ancora rinunziato completamente a tutti i nostri punti di vista umani, per non stimare le cose che sotto la luce della fede”.