Riceviamo e pubblichiamo. Un nuovo DUBIUM sinodale.
"Il dubbio amletico relativo al sinodo si infittisce sempre di più. Papa Francesco nella Nota di accompagnamento del Documento finale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi ha dichiarato che questo documento “partecipa del Magistero ordinario del Successore di Pietro (cfr. EC 18 § 1; CCC 892)”. Stranamente però si fa ancora riferimento a Episcopalis communio (2018) in cui i partecipanti al sinodo non vescovi non hanno diritto di voto e ciò allo scopo di preservare l’aspetto episcopale e così magisteriale del sinodo. In realtà, nell’aprile 2023, in anticipo rispetto alla prima sessione del Sinodo sul sinodo, si sono apportate delle modifiche sostanziali, sicché i 70 non vescovi nominati (preti, religiosi e laici) hanno avuto diritto di voto e perciò sono stati equiparati de facto ai vescovi. Ora, come si può ancora dire che il documento finale del Sinodo siano un atto magisteriale quando la natura del sinodo è cambiata? E perciò come può partecipare del magistero del Successore di Pietro? Non è la legge che fa la verità ma è la verità che fa la legge e il magistero, altrimenti saremmo in una situazione di mero positivismo magisteriale. Inoltre, il documento finale del Sinodo si occupa per lo più di cambiamenti procedurali. Dov’è la dottrina di fede e di morale insegnata in continuità con il magistero degli Apostoli perché questo atto lo si qualifichi “magisteriale”? Una sponda però alle varie frange sedevacantiste o quasi, che vedono in questo ennesimo atto una ragione per dire che il papa non è papa, gettando il bambino con l’acqua sporca. Il problema di fondo è un altro: che cos’è il Magistero?
QUI e sotto il video integrale.