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lunedì 23 dicembre 2024

“Le Bibbie CEI 74 e CEI 2008 si dimenticano una piccola parola: Dio. E come sempre la Vulgata di San Girolamo resta la Bibbia più completa

Altre mende alle nuove traduzioni della S. Bibbia. Il caso di 1 Tess 2,16b.
Luigi C.


“E quelli che ballano sono visti come pazzi da quelli che non sentono la musica.” (F. Nietzsche).
Con l’aiuto di Fra Paolino, nel riordino dei miei vecchi quaderni sgualciti, ho trovato un errore che riguarda la 1 Tessalonicesi 2,16b. Un errore molto interessante, o meglio una “Omissione” eccellente, che riguarda non solo la Bibbia Cei 2008, ma anche l’edizione del 74.
Come sempre, la cartina di tornasole risulta essere sempre la Bibbia Vulgata di San Girolamo. Ma andiamo a studiare questo errore di “Omissione”.

CEI 74: “Ma ormai l’ira è arrivata al colmo sul loro capo” (1 Tess 2,16b)

CEI 2008: “ Ma su di loro l’ira è giunta al colmo” (1 Tess 2,16b)

Vulgata: “pervenit enim ira Dei super illos usque in finem” (1 Tess 2,16b)

La Bibbia Martini e Ricciotti riportano entrambe il pezzo completo “ira di Dio”.

Quindi studiando bene le varie versioni notiamo che le due Bibbie Cei 74 e 2008 riportano solo “ira”, invece la Vulgata e le Bibbie Martini e Ricciotti traducono con “ira di Dio”. Chi avrà ragione?

In realtà qui è una questione di “codici” della Bibbia. Infatti alcuni codici dei Vangeli in greco riportano solamente “ira”, altri riportano “ira di Dio”.

Quelli che riportano solamente “ira” sono: Il codice Vaticano (indicato con B03), codice Romano (S 028), il codice Alessandrino (A 02) e il codice di Tirana. Mentre i codici che riportano la frase completa “ira di Dio” sono: il codice unciale di Cambridge (D 06), il codice di Ultrecht (F 09), il codice London (G 012).

Per capire l’importanza di questo versetto dobbiamo spiegare un attimo il contesto della pericope intera.

Il brano di 1 Tessalonicesi 2,13-16 riguarda appunto l’Apostolo San Paolo che esprime gratitudine ai Tessalonicesi per la loro accoglienza del messaggio cristiano, che hanno ricevuto non come parola umana, ma come Parola di Dio, quindi con grande fede. L’Apostolo li esorta a perseverare nella fede nonostante le difficoltà e le persecuzioni che stanno affrontando. Inoltre, critica coloro che si oppongono al Vangelo, accusandoli di aver perseguitato i profeti e impedito la diffusione del messaggio evangelico. Il brano riflette quindi sulla reazione positiva dei Tessalonicesi alla predicazione di S.Paolo e sulla resistenza al messaggio da parte di alcuni gruppi. Ed è proprio su questi gruppi “oppositori” che San Paolo esprime nel v.16: “l’ira di Dio è arrivata al colmo”.
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Il fatto che la Bibbia CEI 74 e Cei 2008 non abbiano riportato il versetto per intero, aggiungendo “Dio” come ha fatto San Girolamo, evidentemente rifacendosi ai codici che riportavano il versetto completo, la reputo una grave omissione. Ma sapete perché? Perché anche qua il criterio della scelta è stato prettamente soggettivo. Soggettivo intendo, della “commissione biblica” che ha tradotto Cei 74 e Cei 2008. Ma non sarebbe stato meglio rifarsi alla traduzione della Vulgata di San Girolamo? E fidarsi magari di un santo, che ha tradotto la Bibbia? Perché omettere versetti, e omettere soprattutto una Parola che è comunque presente in diversi codici già citati sopra, e che non è una parolina qualunque, ma è proprio “Dio”?

Ci siamo dimenticati di Dio?

In effetti questo non è altro che l’emblema di una teologia contemporanea, che parla al mondo di tutto e di tutti, fuorchè di Colui di cui il mondo ha veramente bisogno: Dio.

Questi teologi e biblisti hanno perso il senso di Dio. E prendono per pazzi e per fanatici coloro che invece credono ancora in Gesù Cristo Risorto.

Non ho mai stato un grande appassionato del filosofo Friedrich Nietzsche. Ma a questo proposito mi viene in mente una sua frase presente nel suo libro intitolato “Così parlo Zaratustra”, che recita più o meno così:

“E quelli che ballano sono visti come pazzi da quelli che non sentono la musica.”

I neobiblisti e i neoteologi sono diventati sordi…alla musica di Dio.