Preghiera e pazienza, le armi del cristiano.
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 11 Novembre 2024
Perché il Signore si fa attendere quando gli chiediamo grazie? Perché alcune volte sembra quasi “respingere” le nostre richieste? La risposta sta nel fatto che il Signore ci vuole fiduciosi e pazienti. Perché sarà proprio questa fiducia e questa pazienza nel chiedere che ci otterranno meriti per la nostra fede…e, se la volontà di Dio vorrà, anche le grazie di cui abbiamo bisogno, ma secondo i suoi tempi.
Leggiamo dal preziosissimo Fiducia nella Divina Provvidenza di padre Jean-Baptiste Saint Jure: Non stancatevi mai di domandare, siate costanti, siate infaticabili nelle vostre richieste. Se oggi vi viene rifiutato quel che chiedete, domani otterrete tutto; se quest’anno non raccogliete nulla, l’anno venturo vi sarà più favorevole; non penate frattanto che la vostra pena sia inutile: tutti i vostri sospiri sono tenuti in conto; troverete in proporzione del tempo che avrete impiegato a domandare; state accumulando un tesoro che vi appagherà tutto d’un colpo, che sorpasserà tutti i vostri desideri. (…) il rifiuto che ora ti viene fatto non è che una maschera di cui Dio si serve per infiammare maggiormente il tuo fervore. Vedi come egli si comporta con la Cananea, come rifiuta di guardarla e di ascoltarla, come la tratta da straniera e ancora più duramente? Non diresti forse che l’importunità di quella donna l’irriti sempre più? Tuttavia dentro di sé egli l’ammira, rimane affascinato dalla sua fiducia e dalla sua umiltà. E’ per questo che la respinge. O clemenza nascosta che assumi la maschera della crudeltà, con quale tenerezza rigetti coloro che vuoi maggiormente esaudire! Guardati quindi dal farti trarre in inganno al contrario, insisti tanto di più, quanto più ti sembrerà di essere respinto. Fa come la Cananea, serviti contro Dio delle ragioni stesse che egli può avere nel respingerti. Vero è che favorirmi -devi dirgli- sarebbe come dare ai cani il pane dei figli. Non merito affatto la grazia che domando, però non pretendo che me l’accordi in vista dei miei meriti, ma per i meriti del mio amabile Redentore. Si, Signore, devi guardare meno alla mia indegnità e più alla tua promessa e volendomi fare giustizia non far torto a te stesso. Se fossi più degno dei tuoi benefici, sarebbe meno glorioso per te concedermeli. Non è giusto fare dei favori ad un ingrato, Signore! Io non imploro la tua giustizia, ma la tua misericordia. (…). Non darti requie! Egli ama la violenza che gli fai, vuole essere vinto. Fatti notare per la tua importunità, mostra in te un miracolo di costanza; costringi Dio ad abbandonare la maschera e a dirti con ammirazione: ‘Magna est fides tua, fiat tibi sicut vis’: ‘O uomo, quanto è grande la tua fede; ti confesso che non posso più resisterti: va, avrai quel che desideri, per questa vita e per l’altra.