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sabato 9 novembre 2024

“ SBAGLIARE E’ UMANO, ma perseverare…Il caso di errata traduzione della Bibbia CEI 2008 sul Salmo 126,4” di INVESTIGATORE BIBLICO

Grazie a Investigatore Biblico per questo ennesimo errore delle nuove traduzioni bibliche.
Luigi C.


Cicerone, nel “De Legibus, 3,15,34” scrisse: “Vi opprimi in bona causa est melius, quam malae cedere”, che tradotto “E’ meglio perire difendendo una buona causa che cedere all’ingiustizia”. Questa buona causa per me è riportare nelle mani dei fedeli la Parola di Dio nella sua genuinità. E come vi ho sempre detto il mio parere è che la Vulgata è l’unica versione fedele al cento per cento ai testi originali.

Andiamo a vederlo.

CEI 74: “Riconduci, Signore, i nostri prigionieri” (Sal 126,4)

Vulgata: “Converte, Domine, captivitatem nostram” (Sal 126,4)

Martini: “Riconduci, o Signore, i nostri dalla cattività..” (Sal 126,4)

Ricciotti: “Riconduci, o Signore, i nostri esuli” (Sal 126,4)

CEI 2008: “Ristabilisci Signore la nostra sorte” (Sal 126,4)

I traduttori Cei 2008 commettono lo stesso errore del versetto 1. Perché nella Bibbia LXX al Salmo 126 , anche al verso 4 , si utilizza il termine “aikmalosian” da “aikmalosia” che significa “prigionia, gruppo di prigionieri”.

Il testo ebraico utilizza (anche al verso 4) il termine “shivat” che ha vari significati, tra cui “prigionieri, coloro che ritornano”.

I neotraduttori ce l’hanno con questo termine “sorte”. E pur di cambiare il versetto a tutti i costi, lo hanno letteralmente storpiato anche dal significato.

Nella Bibbia di Gerusalemme edizione 1974 c’è una nota su questo Salmo che riporta:

“Per i rimpatriati, alle prese con le difficoltà della restaurazione (cf. Ne 5; ecc..), il ritorno dall’esilio di Babilonia prefigura l’avvento dell’era messianica”.