Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1125 pubblicata da Paix Liturgique l’8 novembre, in cui si raccontano gli scandali dei quali si è reso protagonista mons. Bernard-Nicolas Aubertin, ora nominato visitatore apostolico agli istituti tradizionali (ex Ecclesia Dei): una lunga serie di complicità e di insabbiamenti in scandali di natura sessuale che gettano molte ombre sul ruolo al quale è stato chiamato dal Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
L.V.
Mons. Aubertin sarà un uomo fedele durante le sue visite canoniche alle comunità ex Ecclesia Dei? O sarà un nuovo card. Marc Armand Ouellet P.S.S., Prefetto emerito del Dicastero per i Vescovi, deciso a far scomparire queste comunità a qualsiasi costo, anche se ciò significa trascurare la giustizia e la lealtà?
Sono noti i nomi dei due Vescovi nominati dal Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica per effettuare le visite apostoliche agli istituti tradizionali a partire dall’11 novembre: si tratta di mons. Diarmuid Martin, Arcivescovo emerito di Dublino (ed ex Primate d’Irlanda), e di mons. Bernard-Nicolas Aubertin O.Cist., l’Arcivescovo emerito di Tours.
L’ex Priore dell’Abbaye de Lérins, che si è ritirato a Friburgo dopo aver rassegnato le dimissioni da Arcivescovo metropolita di Tours per motivi di età, è stato anche Vescovo di Chartres e, nel 2001, è stato responsabile del primo organismo della Conférence des évêques de France sul tema della lotta contro gli abusi sui minori – dopo che a mons. Pierre Auguste Gratien Pican S.D.B., Vescovo di Bayeux e Lisieux, era stata inflitta una condanna a tre mesi di sospensione per non aver denunciato alla magistratura le azioni di don René Bissey, è stato anche responsabile delle questioni canoniche presso la Conférence des évêques de France (2005-2011), poi Presidente del Service national de la Pastorale liturgique et sacramentelle nel 2011. Nel 2016 è stato nominato membro della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti.
Curriculum vitae:
- nato il 9 settembre 1944 a Épinal (Dipartimento dei Vosgi);
- ordinato sacerdote nel 1972 a Épinal per i Missionaires d’Afrique (Padri Bianchi);
- nel 1982 è entrato nell’Abbaye de Lérins;
- Priore clericale dell’Abbaye de Lérins nel 1988, eletto Abate nel 1989 e rimasto tale fino al 1998;
- ha conseguito una laurea e una licenza statale in studi teologici, nonché un master in diritto canonico presso l’Université de Strasbourg e un certificato in islamologia presso il Pontificio Istituto di Studi arabi e d’Islamistica;
- nominato Vescovo di Chartres il 4 agosto 1998, è stato consacrato il 20 settembre da mons. Pierre Marie Léon Augustin Plateau, Arcivescovo metropolita di Bourges, assistito da mons. Joseph Madec, Vescovo di Fréjus-Tolone, e da mons. (ora card.) Juan José Omella y Omella, allora Vescovo ausiliare di Saragozza;
- 2001: nel novembre 2001, la Conférence des évêques de France ha istituito il Comitato consultivo sugli abusi sui minori. Il comitato, composto da undici membri, è presieduto da mons. Bernard-Nicolas Aubertin. Ha tre obiettivi: «offrire aiuto alle vittime; organizzare il follow-up per i condannati; rafforzare la formazione degli operatori pastorali nel campo della prevenzione»;
- nominato Arcivescovo metropolita di Tours il 23 giugno 2005 e insediato il 4 settembre; succede a mons. (ora card.) André Armand Vingt-Trois, divenuto Arcivescovo metropolita di Parigi;
- membro della Commission épiscopale pour la mission universelle de l’Eglise. È anche presidente della Commission épiscopale francophone pour les traductions liturgiques ed è in questa veste che, il 5 febbraio 2014, insieme agli altri Vescovi della conferenza, ha presentato a papa Francesco la prima traduzione liturgica francese completa della Bibbia;
- il 26 ottobre 2019, papa Francesco ha accettato le sue dimissioni da Arcivescovo metropolita di Tours per raggiunti limiti di età;
- si è poi ritirato come cappellano delle monache cistercensi dell’Abbaye de la Maigrauge a Friburgo, in Svizzera, una congregazione che aveva conosciuto durante i suoi studi.
Un Arcivescovo costruttore a Tours
Quando si è dimesso nel 2019, la radio France Bleu ha descritto i suoi successi [QUI: N.d.T.]:
Cosa resterà del suo periodo a Tours? La sua opera di costruttore. Insieme al Consiglio comunale, fu responsabile del restauro della cupola e della statua della Basilique Saint-Martin, a lui si deve la trasformazione del monastero carmelitano di Tours in centro diocesano e la costruzione di una nuova chiesa nel quartiere Monconseil di Tours-Nord.
È stato anche molto impegnato nell’accoglienza dei cristiani provenienti dall’Oriente in seguito alla guerra civile siriana e alla crisi migratoria del 2015:
Ha creato la Fraternité Saint Martin e dal 2014 Tours è diventata uno dei più importanti centri di accoglienza dei Cristiani iracheni in Francia. Centocinquanta famiglie sono state accolte e ospitate nell’Arcidiocesi e un sacerdote iracheno è stato addirittura distaccato presso la loro comunità di Tours.
Ha disconosciuto uno degli informatori del caso Santier
Come scrive la rivista Golias nel suo profilo di mons. Dominique Marie Joseph Blanchet, successore di mons. Michel Léon Émile Santier nella Diocesi di Créteil, l’affare Santier avrebbe potuto avere inizio a Tours… se non fosse che mons. Bernard-Nicolas Aubertin ha disconosciuto uno dei sacerdoti vittime, allora operante nella sua Diocesi, che si è poi rivolto a un altro Vescovo, mons. Michel Christian Alain Aupetit a Parigi, il quale ha avuto il coraggio di portare alla luce la questione… suscitando una forte ostilità da parte dei suoi colleghi Vescovi. Ne subì il contraccolpo, avendo fatto una serie di sfoghi e attacchi ad altri durante il suo (breve) mandato di Arcivescovo metropolita di Parigi.
Ufficialmente, mons. Michel Santier se ne va perché soffre di apnea notturna ed è stato indebolito dal covid-19. Ma risulta anche che negli anni Novanta l’ex Vescovo di Créteil abbia invitato due giovani a spogliarsi nudi davanti al Santissimo Sacramento. Uno di loro, oggi sacerdote nell’Arcidiocesi di Tours, si è confidato con il suo arcivescovo mons. Bernard-Nicolas Aubertin (2005-2019), che lo ha rinnegato. Ma il sacerdote decise di rivolgersi a mons. Michel Christian Alain Aupetit, che prese molto sul serio la questione. Le accuse si rivelarono vere e al Vescovo di Créteil fu chiesto di dimettersi prima di compiere settantacinque anni.
L’affare Santier è finalmente scoppiato nell’autunno del 2022, un anno dopo il rapporto della Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Église, e ha macchiato in varia misura mons. Dominique Marie Joseph Blanchet, la Conférence des évêques de France e altri Vescovi – in particolare mons. Laurent Le Boulc’h, che a La Manche sapeva già da un anno che l’affare era scoppiato – ha osservato il portale Riposte Catholique il 18 ottobre 2022 [QUI: N.d.T.], che aveva preso provvedimenti per rimuovere mons. Michel Santier, ma non aveva ritenuto utile avvertire i fedeli della Diocesi.
Costrinse la Conférence des évêques de France, riunita a Lourdes, a rivelare con urgenza i fatti di cui era accusato il card. Jean-Pierre Bernard Ricard, ex Presidente della Conférence des évêques de France dal 2001 al 2008 ed Arcivescovo emerito di Bordeaux (2001-2019) – la prescrizione era scaduta, l’inchiesta era chiusa, ma egli fu interdetto dal Vaticano dal pubblico ministero nel 2023, ha poi proseguito affermando che «undici ex Vescovi sono stati accusati di violenza sessuale davanti alla giustizia civile o alla giustizia ecclesiastica», una cifra molto probabilmente incompleta, come ha riportato il portale Riposte Catholique l’8 novembre 2022.
2018: citato nel processo a mons. André Louis Fort per non aver denunciato abusi sessuali, non ne ha sentito parlare nella sua Diocesi
Un anno prima della sua partenza per motivi di età, è stato citato nel processo intentato contro mons. André Louis Fort, Vescovo emerito di Orléans, per non aver denunciato alla magistratura gli abusi sessuali di uno dei suoi sacerdoti. Mons. Fort è stato poi ridotto allo stato laicale e nel novembre 2018 gli è stata inflitta una pena detentiva di otto mesi con sospensione condizionale, Intervistato dal quotidiano La Nouvelle République du Centre-Ouest, ha minimizzato il fatto di essere stato convocato al processo, ha invitato le vittime a farsi avanti e ha detto di non essere stato informato di alcun caso nella sua Diocesi da quando l’ex Vicario generale, don Pierre-Armand d’Argenson, è stato condannato per abusi su una persona vulnerabile nel 2006 [QUI: N.d.T.]:
«Mi è stato semplicemente chiesto se ero stato contattato da qualche vittima. Cosa che è avvenuta [N.d.R.: era vescovo di Chartres], in quanto sono stato contattato per lettera, alla quale fortunatamente ho risposto. Dissi a quest’uomo quanto fossi stupito di sapere che era stato vittima di un simile comportamento da parte di un sacerdote. Era maggiorenne e l’ho incoraggiato a portare la questione all'attenzione delle autorità legali».[…] «[…] In tribunale hanno contrapposto il fatto che io avessi incoraggiato questa persona ad assumersi le proprie responsabilità e a denunciare ciò che le era accaduto al silenzio del Vescovo di Orléans, che era stato allertato contemporaneamente a me. […]».[…] «La pedofilia è una questione annosa che occupa la Chiesa dal 2000 e dal riconoscimento del fenomeno della pedofilia. […]».
Anche se casi molto più antichi, come Bétharram nei Pyrénées-Atlantiques, Chavagnes in Vandea o Mur-de-Barrez nell’Aveyron, dimostrano che gli abusi risalgono a ben prima del 2000.
Mons. Bernard-Nicolas Aubertin ne è sicuramente a conoscenza, poiché come Vescovo di Chartres ha certamente sentito parlare del processo al Parroco di La Chapelle-Royale, nel Dipartimento dell’Eure-et-Loir, dove don Eugène Charriau, ottantadue anni, è stato condannato nel 2003 dalla Corte d’Assise di Chartres a vent’anni di reclusione per aver violentato dodici bambini, le uniche non soggette a prescrizione – ma al processo si è parlato espressamente di «decine di altre vittime a partire dai primi anni ’50» – due vittime, del 1952 e del 1965, sono comparse davanti al tribunale.
Infine, afferma che
«C’è stato un caso grave quando sono arrivato, con la condanna di un sacerdote, don Pierre-Armand d’Argenson (*). Da allora non sono stato messo al corrente di alcun allarme». […](*) Riconosciuto colpevole di violenza contro una persona vulnerabile nel dicembre 2006, l’ex Vicario generale della Diocesi ha ricevuto una condanna a due anni di carcere con sospensione della pena e l’ordine di sottoporsi a un trattamento.
Il caso di don Bernard Tartu, con una prima denuncia nel 2006, smentisce le affermazioni di mons. Bernard-Nicolas Aubertin
Tuttavia, non appena mons. Bernard-Nicolas Aubertin si è dimesso dalla sede di Tours e si è dimesso, è scoppiato il caso Tartu. Don Bernard Tartu aveva diretto negli anni ’60 e ’90 il coro Les petits chanteurs de Touraine, attraverso il quale sono passati quasi mille cantori. Il primo, come ricorda il canale televisivo France 3 Centre-Val de Loire durante la Messa per le vittime di abusi sessuali del 20 marzo 2022, aveva presentato una denuncia… nel 2006 per abusi commessi tra il 1968 e il 1975 quando aveva tra i dodici e i diciannove anni – anche se l’inchiesta è stata chiusa senza provvedimenti, è difficile immaginare che mons. Bernard-Nicolas Aubertin non sia stato informato. Altre due vittime stanno presentando denuncia nel 2019, per fatti commessi nel 1978-82 e nel 1978-81.
Come ha ricordato il quotidiano La Nouvelle République du Centre-Ouest in un articolo pubblicato il 7 dicembre 2021, il coro preesisteva a don Bernard Tartu – è stato fondato nel 1954 [QUI: N.d.T.]:
Dalla sua ordinazione a Tours nel 1961, don Bernard Tartu ha sempre avuto responsabilità religiose nell’Indre-et-Loire. Prima a Loches (1961-1971), poi a Tours (1971-1986), quindi ad Amboise (1986-1997), e di nuovo a Tours dal 1997, periodo durante il quale il coro è stato meno attivo, prima di interrompersi completamente quando don Bernard Tartu è andato in pensione.Ovunque sia andato, il coro lo ha seguito.
Di passaggio, il canale televisivo France 3 Centre-Val de Loire osserva che non ha potuto incontrare mons. Vincent Alexandre Édouard Élie Jordy, il successore di mons. Bernard-Nicolas Aubertin, fino al 2022 [QUI: N.d.T.]:
Sebbene Gilles sia stato in contatto con la Diocesi negli ultimi anni, finora non aveva mai incontrato l’Arcivescovo di persona. Lo ha fatto sabato 19 marzo. […] Non si sente più solo. Soprattutto, si sente ascoltato e creduto.
È stato creato un collettivo di vittime, Voix Libérées. Sono state presentate otto denunce per fatti risalenti a più di trent’anni fa, ed è stato mons. Vincent Alexandre Édouard Élie Jordy a prendere la decisione di «sospendere il sacerdote in questione da ogni ministero» e di bandirlo da tutte le funzioni, anche quelle private.
A ottantasei anni, alla fine del 2021 gli era stato chiesto di lasciare la casa di riposo diocesana e di tornare in famiglia, per evitare qualsiasi contatto con i minori. Tuttavia, a distanza di quasi tre anni, non è stato ancora processato e non si conoscono con precisione nemmeno le sanzioni canoniche che gli sono state inflitte.
Il 31 agosto dello scorso anno, un gruppo di vittime di abusi pedofili ha manifestato davanti alla casa diocesana di Blois, una Diocesi all’epoca senza Vescovo – mons. Francis Bestion è stato poi nominato e si insedierà all’inizio di dicembre – e in una difficile situazione finanziaria: come riportava all’epoca il portale Riposte Catholique [QUI: N.d.T.]:
Chiedono che don Bernard Tartu – contro il quale sono state presentate diverse denunce di abusi nel 2021 mentre era direttore del coro Les petits chanteurs de Touraine dal 1965 al 1985 – sia processato per le sue azioni, la maggior parte delle quali sono state commesse nella Diocesi di Tours. Si sospetta che la Diocesi di Blois lo abbia accolto in una delle sue case di riposo.I termini di prescrizione per i procedimenti civili sono scaduti. Non si sa quali sanzioni canoniche possano o meno essere state prese nei confronti di questo sacerdote, accusato da nove vittime.
Il dolore delle vittime è comprensibile, visto che la Diocesi di Tours attende pazientemente la morte di don Bernard Tartu, protetto fino alla fine dall’istituzione, che i fatti non possono essere giudicati dalla giustizia civile, che mons. Bernard-Nicolas Aubertin, che si è addormentato sulla vicenda, si è ormai ritirato in Svizzera, e che ci sarà sempre una Diocesi in difficoltà o poco attenta ad accogliere don Bernard Tartu nella sua casa di riposo diocesana… o un’altra nella stessa situazione.
Nel novembre 2022, quando scoppiarono l’affare Santier – non certo grazie al discernimento di mons. Bernard-Nicolas Aubertin, visto che sconfessò uno degli informatori che si erano recati da lui – e l’affare Ricard, il portale Riposte Catholique scrisse [QUI: N.d.T.]:
Non sorprende che i Vescovi di oggi provino una certa vertigine di fronte all’abisso che si apre sotto i loro piedi.«Si rendono conto che un sacerdote può fallire, ma non un Vescovo, e quando se ne rendono conto, ognuno di loro ha bisogno di bruciarsi, come i bambini, per vedere dove sono i limiti», ha confidato una persona che ha potuto assistere ai dibattiti dei Vescovi [all’assemblea della Conférence des évêques de France dell’autunno 2022 a Lourdes: N.d.R.]. Ma mentre loro si bruciano senza grandi conseguenze personali, alcune vittime sono distrutte per tutta la vita.
Si chiederà a mons. Bernard-Nicolas Aubertin di «bruciarsi» o almeno di essere zelante contro un’organizzazione tradizionale che è disapprovata da alcune persone vicine a papa Francesco, per compensare la mancanza di discernimento che ha mostrato quando era Arcivescovo? E perché l’istituzione possa continuare a proteggerlo con un silenzio complice, mentre le vittime vengono gettate nella notte e nell’oscurità?
Ma su abusi avvenuti decenni prima senza testimoni come si può condannare qualcuno ? Se non c'è la confessione dell'autore del crimine o di testimoni oculari tutto diventa difficilmente dimostrabile.
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