Chi è Jorge Mario Bergoglio? Risposta di Papa Francesco: "Sono un po’
furbo, so muovermi, ma è vero che sono anche un po’ ingenuo" (settembre
2013).
Quanto scritto nel titolo è esattamente quanto si legge testualmente nella
prima intervista - "storica", "monumentale", "del
tutto inedita nella storia del papato", secondo testi dell'epoca - di Papa
Francesco alla rivista La Civiltà
Cattolica, condotta ed elaborata editorialmente da p. Antonio Spadaro,
allora direttore della prestigiosa pubblicazione. Il passaggio completo è
questo:
▀ «Chi è Jorge Mario Bergoglio?», domanda padre
Spadaro al Papa nell'intervista pubblicata il 19 settembre 2013 e così
trascrive la risposta.
«Il Papa mi
fissa in silenzio. Gli chiedo se è una domanda che è lecito porgli... Lui fa
cenno di accettare la domanda e mi dice: «non so quale possa essere la
definizione più giusta... Io sono un peccatore. Questa è la definizione più
giusta. E non è un modo di dire, un genere letterario. Sono un peccatore». Il
Papa continua a riflettere, compreso, come se non si aspettasse quella domanda,
come se fosse costretto a una riflessione ulteriore. «Sì, posso forse dire che
sono un po’ furbo, so muovermi, ma è vero che sono anche un po’ ingenuo. Sì, ma
la sintesi migliore, quella che mi viene più da dentro e che sento più vera, è
proprio questa: “sono un peccatore al quale il Signore ha guardato”». E ripete:
«io sono uno che è guardato dal Signore. Il mio motto Miserando atque eligendo l’ho sentito sempre come molto vero per
me». (Fonte)
La domanda su chi è il
Papa “regnante” è vecchia quanto il papato stesso. L’abbiamo ascoltata nel caso
di tutti i Papi da Pio XII a Francesco. In tutti i casi, tranne che adesso,
abbiamo trovato sempre risposte univoche, biografie concordanti, supporti
storici e narrazioni congrue. Non è stato però così con Papa Francesco e
sicuramente la sua autobiografia, che sarà pubblicata il 15 gennaio 2025 in 80
Paesi, complicherà ancora di più la questione su “chi è Jorge Mario Bergoglio”.
Il solo fatto, come ha detto l’editore, che Francesco stesso abbia deciso di anticipare a subito la pubblicazione del volume che aveva già preparato per la pubblicazione dopo la sua morte, è un indizio molto significativo.
Le ragioni date per spiegare questo cambiamento sono irricevibili perché inconsistenti. Si ricordi che secondo l’editore - che non può attribuire al Papa pensieri falsi - l’anticipazione si spiega perché nel 2025 vivremmo il Giubileo dei 2025 anni dalla nascita di Cristo e per altre questioni non meglio precisate.La domanda immediata è
questa: questa mossa di Papa Francesco ha qualcosa a che fare con quella
espressione, “so muovermi”? Che senso ha, o potrebbe avere, il voler far
pubblicare subito, in vita, ciò che era stato scritto per vedere la luce
postmortem? Anzi, come disse lui stesso, questa decisione del Papa è parte del
suo modo di essere e di agire, del suo enigmatico “so muovermi”?
“So
muovermi” …
Il Pontefice confessa a p.
Antonio Spadaro di essere ingenuo, furbo e un peccatore ‘misericordiato’ (perdonato). Un Vescovo di Roma “ingenuo e furbo” pone diverse domande alle
quali non facile di rispondere, in particolare se poi alla fine
l’autodefinizione, confusa, è quella di essere “un ingenuo furbo” o “un furbo
ingenuo”.
A nostro avviso, però,
l’espressione “so muovermi” è la più
raggelante perché è un qualcosa che ha a che fare con il potere. Sapersi
muovere è un atteggiamento umano necessario ove c’è competitività, rapporti di
forza, obbiettivi da raggiungere, dominio. Sorprende vedere un tale concetto uscire
dalla bocca di un Papa, proposto, tra l’altro, come parte di un’autodefinizione,
parte della consapevolezza della propria personalità.
Il ricordo di questa
citazione (sul fatto di essere furbo e
ingenuo) è stata un’annotazione che abbiamo ricevuta da un prestigioso
teologo, nonché gentile lettore di New York, in merito alla poca attenzione
data dalla stampa all’Enciclica “Ci ha amati”. E perché? Perché non mancano
coloro che pensano, a volte lo dicono, che la nuova Lettera enciclica sia parte
del “so muovermi …”, in somma una mossa non ingenua, piuttosto furba.
Ci racconta che un
servizio di The New York Times ("New
Pope Francis Encyclical Urges Catholics to Reject Individualism", di
Emma Bubola) sul documento papale non dice mai chi è Colui che “Ci ha amati”,
in sostanza non spiega a suoi lettori che nel documento si parla di Cristo, che
Papa Bergoglio è il Vescovo di Roma, il Pastore universale della Chiesa
Cattolica. Tutto al più il quarto documento più importante che ha firmato Papa
Francesco,
La giornalista si sofferma su Papa Bergoglio forse perché non sa su cosa sta scrivendo. Professionisti così, molti, dicono di far parte dei bergoglio-friendly.