Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo del vaticanista Michael Haynes, pubblicato l’1 ottobre sul sito LifeSiteNews, in cui si descrive la cosiddetta «celebrazione penitenziale» voluta e presieduta da papa Francesco e svoltasi – nella quasi totale indifferenza dei fedeli – nella Basilica di San Pietro in Vaticano martedì 1 ottobre, al termine del ritiro spirituale che ha preceduto l’inizio della seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Quando, due settimane fa, ne demmo notizia su MiL (QUI), pur senza poter ancora conoscere i contenuti precisi delle pubbliche confessioni e richieste di perdono dei «nuovi peccati» – scritti direttamente da papa Francesco – avevamo subito avvertito e denunciato la follia ideologica e la gravità della cerimonia, che sarebbe stato il preludio dell’ubriacatura sinodale che ci attende per le prossime tre settimane.
Ora che i testi sono stati resi noti e letti dai Cardinali (QUI i testi integrali), possiamo dire che la realtà ha di gran lunga superato – purtroppo – anche la più fervida e sfrenata fantasia con la quale avevamo immaginato i possibili contenuti della cerimonia.
Non un semplice show mediatico (peraltro con pochissimi «spettatori») – e già sarebbe raccapricciante – per celebrare l’ideologia di stampo marxista-ambientalista-pauperista-qualunquista dell’attuale pontificato al tramonto, ma un umiliante e farsesco processo alla storia della Santa Chiesa cattolica evidentemente ordito e portato a compimento dai suoi più accaniti detrattori, in cui i Cardinali hanno rivestito i panni degli imputati che nei lager di sovietica memoria, dopo estenuanti lavaggi del cervello, dovevano pubblicamente auto-denunciarsi di colpe mai commesse – ovvero dichiarare menzogne – per ottenere il perdono del tiranno di turno.
L’articolo riporta ampi stralci delle confessioni dei «nuovi peccati» ad usum sedentis pontificis (che desterebbero crassa ilarità per la loro ridicola e menzognera stupidità, se non fossero autentici e maledettamente seri…), e già essi bastano per capire quanto l’ideologia anti-cristiana abbia ottenebrato le menti di una non irrilevante parte dell’alta gerarchia cattolica.
Rileggendoli, di fronte a tale sovvertimento della dottrina cattolica ed in vista della seconda sessione del Sinodo dei Vescovi, la domanda che ci poniamo è: ubi est Deus? Ma siamo sicuri che, come sulla barca nel mare in tempesta… (Mt. 8, 23-26)
L.V.
Papa Francesco e i principali Cardinali della Curia romana hanno guidato una celebrazione penitenziale alla vigilia della seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, chiedendo perdono per le mancanze nei confronti del creato, delle donne, degli abusi, per aver usato la dottrina come «pietre», per aver preferito «adornare l’altare» invece di nutrire i poveri e per non essere abbastanza sinodali.
Riunito nella Basilica di San Pietro in Vaticano martedì sera, papa Francesco ha guidato i partecipanti alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in un evento in stile confessione di massa. La para-liturgia – situata a metà della navata centrale della Basilica anziché intorno all’altare – comprendeva una serie di testimonianze e confessioni.
Le testimonianze sono state rese da persone che rappresentavano le vittime di abusi clericali, gli sfollati di guerra, i migranti da una nazione all’altra.
Descrivendo l’impatto degli abusi sessuali commessi dai chierici, una vittima ha detto che essi hanno
scosso la fede di milioni di persone, offuscato la reputazione di un’istituzione a cui molti guardano per avere una guida e causato una crisi di fiducia che si riverbera nella società. Quando un’istituzione così importante come la Chiesa cattolica non riesce a proteggere i suoi membri più vulnerabili, manda il messaggio che la giustizia e la responsabilità sono negoziabili – quando in realtà dovrebbero essere fondamentali.
Dopo ogni testimonianza, il coro ha intonato il versetto del salmo Miserere mei, Domine.
Alle testimonianze si è affiancata una serie di confessioni pubbliche e richieste di perdono da parte di sette Cardinali, che hanno fatto le loro richieste a nome di tutti i fedeli.
Le richieste di perdono sono state scritte personalmente da papa Francesco, come ha affermato nell’omelia.
In effetti, la cerimonia è apparsa come un coronamento – dal punto di vista di papa Francesco – dei suoi undici anni di pontificato. In piedi, di fronte a lui, sul lato opposto della Basilica di San Pietro in Vaticano, i suoi Cardinali hanno dovuto chiedere pubblicamente perdono per i «peccati» relativi ai loro rispettivi uffici vaticani – leggendo una confessione scritta da papa Francesco stesso e recante i tratti distintivi dei suoi abituali discorsi degli ultimi undici anni.
Come già notato dal sito LifeSiteNews, i «peccati» da confessare comprendevano:
- peccato contro la pace;
- peccato contro il creato, contro le popolazioni indigene, contro i migranti;
- peccato degli abusi;
- peccato contro le donne, la famiglia, i giovani;
- peccato della dottrina usata come pietre da scagliare contro;
- peccato contro la povertà;
- peccato contro la sinodalità / mancanza dell’ascolto, comunione e partecipazione di tutti.
Papa Francesco ha detto durante la cerimonia:
La Chiesa è nella sua essenza una Chiesa di fede e di annuncio sempre relazionale, e solo curando le relazioni malate, possiamo diventare Chiesa sinodale. Come potremmo essere credibili nella missione se non riconosciamo i nostri errori e non ci chiniamo a curare le ferite che abbiamo provocato con i nostri peccati? […]Non potremmo invocare il nome di Dio senza chiedere perdono ai fratelli e alle sorelle, alla Terra e a tutte le creature. […]E come potremmo essere Chiesa sinodale senza riconciliazione?
La serie di confessioni dei Cardinali è stata intervallata da presentazioni corali: a volte con ambientazioni polifoniche del Miserere mei in versi, altre volte con musiche popolari di tutto il mondo.
Ognuno dei Cardinali ha fatto le sue richieste di perdono a nome di tutti i fedeli, incolpando collettivamente tutti i membri della Chiesa e chiedendo contemporaneamente perdono a Dio a nome di tutti i membri della Chiesa.
Le loro petizioni sono state complesse e dettagliate. Alcune erano più tradizionali, come il riferimento ai peccati di abuso, mentre altre erano innovazioni recenti di papa Francesco, come i peccati contro la sinodalità.
Il card. Oswald Gracias, Arcivescovo metropolita di Bombay, ha chiesto perdono
per il peccato di mancanza di coraggio, del coraggio necessario alla ricerca di pace tra i popoli e le nazioni, nel riconoscimento dell’infinita dignità di ogni vita umana in tutte le sue fasi, dallo stato nascente alla vecchiaia, soprattutto i bambini, gli ammalati, i poveri, del diritto di avere un lavoro, una terra, una casa, una famiglia, una comunità in cui vivere libero, del valore che è il paesaggio e la cultura di ogni zona del pianeta.
Il canadese card. Michael Czerny S.I., Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha chiesto perdono
per quello che anche noi fedeli abbiamo fatto per trasformare il creato da giardino a deserto, manipolandolo a nostro piacimento; e per quanto non abbiamo fatto per impedirlo […] e per quando siamo stati complici di sistemi che hanno favorito la schiavitù e il colonialismo.
Da parte sua, il card. Sean Patrick O’Malley, O.F.M.Cap., Presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha chiesto perdono
per tutte le volte che abbiamo usato la condizione del ministero ordinato e della vita consacrata per commettere questo terribile peccato, sentendoci al sicuro e protetti mentre approfittavamo diabolicamente dei piccoli e dei poveri.
Il card. Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, ha chiesto perdono
soprattutto noi uomini, […] per tutte le volte che non abbiamo riconosciuto e difeso la dignità delle donne, per quando le abbiamo rese mute e succubi, e non poche volte sfruttate, specie nella condizione della vita consacrata.
Il card. Víctor Manuel Fernández, relativamente nuovo Prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, ha chiesto perdono
per tutte le volte che nella Chiesa, in particolare noi pastori ai quali è affidato il compito confermare i fratelli e le sorelle nella fede, non siamo stati capaci di custodire e proporre il Vangelo come fonte viva di eterna novità, «indottrinandolo» e rischiando di ridurlo a un cumulo pietre morte da scagliare contro gli altri. Chiedo perdono, provando vergogna per tutte le volte che abbiamo dato giustificazione dottrinale a trattamenti disumani. Chiedo perdono, provando vergogna per quando non siamo stati testimoni credibili del fatto che la verità libera, per quando abbiamo ostacolato le diverse legittime inculturazioni della verità di Gesù Cristo, il quale percorre sempre i sentieri della storia e della vita per farsi trovare da coloro che vogliono seguirlo con fedeltà e gioia. Chiedo perdono, provando vergogna per le azioni e le omissioni che hanno impedito e ancora rendono difficile la ricomposizione in unità della fede cristiana, e l’autentica fraternità di tutto il genere umano.
Il card. Cristóbal López Romero S.D.B., Arcivescovo di Rabat, ha chiesto, tra le altre cose, perdono
per quando abbiamo girato la testa dall’altra parte di fronte al sacramento del povero, preferendo adornare noi stessi e l’altare di colpevoli preziosità che sottraggono il pane all’affamato.
Facendo eco a un punto di vista di papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato, il card. Cristóbal López Romero S.D.B. ha chiesto perdono
per l’inerzia che ci trattiene dall’accogliere la chiamata a essere Chiesa povera dei poveri.
Una delle richieste di perdono più controverse è stata quella relativa ai «peccati contro la sinodalità», ed è toccato al card. Christoph Schönborn O.P., Arcivescovo metropolita di Vienna, fare la confessione.
Chiedo perdono, provando vergogna per gli ostacoli che frapponiamo all’edificazione di una Chiesa veramente sinodale, sinfonica, consapevole di essere popolo santo di Dio che cammina insieme riconoscendo la comune dignità battesimale. Chiedo perdono, provando vergogna per tutte le volte che non abbiamo ascoltato lo Spirito Santo, preferendo ascoltare noi stessi, difendendo opinioni e ideologie che feriscono la comunione in Cristo di tutti, attesi alla fine dei tempi dal Padre. Chiedo perdono, provando vergogna per quando abbiamo trasformato l’autorità in potere, soffocando la pluralità, non ascoltando le persone, rendendo difficile la partecipazione alla missione della Chiesa di tanti fratelli e sorelle, dimenticando di essere tutti chiamati nella storia, per la fede in Cristo, a divenire pietre vive dell’unico tempio dello Spirito Santo.
L’evento è stato molto criticato dopo il suo annuncio. Mons. Athanasius Schneider O.R.C., Vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana, lo ha descritto come «uno strumento per promuovere una nuova agenda nel Sinodo, per stabilire nuove dottrine che sono contrarie alla rivelazione divina».
Padre Gerald E. Murray J.C.D., sacerdote e avvocato canonista di New York, ha detto alla rete televisiva Eternal Word Television Network che si tratta di una «politicizzazione dell’esame di coscienza» e che gli ricorda «i processi show sovietici».
La seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi inizierà la mattina del 2 ottobre.
Far fare una cosa del genere a dei Cardinali è stata un umiliazione della Chiesa di fronte al mondo. Io mi vergogno di questo "processo" in stile sovietico maoista. Fare in modo che una persona ammetta le sue presunte colpe di fronte alle telecamere e a una platea è vergognoso. In particolare mi ha colpito l'assurdo mea culpa dell'arcivescovo di Bombay lui che vive in una nazione dove i cristiani sono emarginati e spesso perseguitati: se c'è un istituzione che promuove la pace, la difesa di ogni vita umana etc. è spesso solo la Chiesa cattolica! Ma si rendono conto di cosa dicono? Assurdo!
RispondiEliminaOra tocca a noi chiedere perdono alla SS.ma Trinità per questi gerarchi della Chiesa per il peccato di modernismo!
RispondiEliminaDio non è contemplato mai. I peccati che gridano vendetta contro Bergoglio e chi non è d'accordo con la sua dottrina neomodermista e massonica.
RispondiEliminaMa quanti non cattolici che allignano in questi lidi…col permesso delli superiori?
EliminaBasta con questa gerarchia massonica!
EliminaBergoglio non andava assolutamente eletto Papa, non è all’altezza.
RispondiEliminaE licenziare due dipendenti dello IOR solamente perché si sono sposati non è peccato?
RispondiEliminaSe, come pare, erano divorziati risposati segue le norme correnti della Chiesa che i tradizionalisti hanno sempre difeso contro tutto e tutti.
EliminaConfessione pubblica, tipo lutero , no grazie ! io resto nel confessionale ! Poi non ho capito, chi ha fatto l'assoluzione di questi "nuovi" peccati??
RispondiEliminaChiedo... ogni peccato, dovrebbe essere speculare alla violazione di un comandamento. O i 10 comandamenti, o uno dei precetti del Vangelo. E deve includere, piena avvertenza, deliberato consenso e materia grave. Per cui, cosa sarebbe il "peccato di povertà"? Ad esempio? Quale comandamento viola? Ho prodotto la povertà nel mondo o di una sola persona con piena avvertenza, deliberato consenso e materia grave? In coscienza, no. E via discorrendo per gli altri.
RispondiEliminaQuello che lei ipotizza è un peccato MORTALE, non qualunque peccato.
EliminaComunque lei mi sta dicendo che ridurre sul lastrico un’altra persona perché la sfrutto sul lavoro sottopagandola o la spingo verso investimenti eccessivamente rischiosi per desiderio di guadagno non è peccato? Frodare la mercé degli operai non è più un peccato che grida vendetta al Cielo?
Roba da matti! E si crede anche spiritoso.
La "massonizzazione" della Chiesa procede a tappe forzate.....FERMIAMOLA!
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