Un dispaccio dell’Ansa
racconta che in Belgio, il 28 settembre, “il Papa, parlando a braccio alla
messa nello stadio di Bruxelles, [torna a condannare] gli abusi sessuali nella
Chiesa. Lo fa con parole inequivocabili che vengono accolte con un fragoroso
applauso dai fedeli. “Ho sentito la
sofferenza degli abusati incontrati l'altro ieri” ha detto Bergoglio
ricordando l'incontro con 17 vittime di abusi. “Nella Chiesa c'è posto per tutti, non c'è posto per la copertura degli
abusi. Vescovi, non coprite gli abusi! Condannate gli abusatori e aiutateli a
guarire dalla malattia degli abusi. Il male va portato allo scoperto.
L'abusatore sia giudicato”.
Ecco il passaggio testuale delle parole di
Francesco in cui riecheggia l’allocuzione del Pontefice del 27 settembre 2015 nel Seminario
San Carlo Borromeo, a Filadelfia (USA), nell’incontro con vittime di abusi
sessuali e i loro parenti.
“Con la
mente e con il cuore torno alle storie di alcuni di questi “piccoli” che ho
incontrato l’altro ieri. Li ho sentiti, ho sentito la loro sofferenza di
abusati e lo ripeto qui: nella Chiesa c’è posto per tutti, tutti, tutti ma
tutti saremo giudicati e non c’è posto per l’abuso, non c’è posto per la
copertura dell’abuso. Chiedo a tutti: non coprite gli abusi! Chiedo ai vescovi:
non coprite gli abusi! Condannare gli abusatori e aiutarli a guarire da questa
malattia dell’abuso. Il male non si nasconde: il male va portato allo scoperto,
che si sappia, come hanno fatto alcuni abusati e con coraggio. Che si sappia. E
che sia giudicato l’abusatore. Che sia giudicato l’abusatore, sia laica, laico,
prete o vescovo: che sia giudicato.”
L’abusatore
è un malato che va aiutato a guarire e si deve distinguere il peccato dal
peccatore.
Con queste parole il Papa
sottolinea, ed è un qualcosa fatto poche volte in questi oltre 11 anni di
pontificato, il bisogno di distinguere il “peccato” dal “peccatore” (Catechesi 20 aprile 2016), e poi fa riferimento alla necessità di
aiutare gli abusatori a guarire dalla loro “malattia dell’abuso”.
Poi Francesco sottolinea: le persone “abusate sono un lamento che sale al cielo,
che tocca l’anima, che ci fa vergognare e ci chiama a convertirci. Non
ostacoliamone la voce profetica, silenziandola con la nostra indifferenza”.
(Omelia completa)
Santo Padre, e l’ex gesuita Marko Ivan Rupnik?
Non risulta da quanto
raccontato ufficialmente dalla Compagnia di Gesù che l’ex gesuita sloveno,
famoso mosaicista, uomo potentissimo all’interno del Vaticano, sia stato mai
coinvolto in vicende di pedofilia. Nel caso suo si tratta di accuse di decine
di donne, e anche di un uomo (secondo alcune versioni), tutti adulti, e sono
reati consumati nell’arco di molti anni, una trentina. Sono anzitutto
ripugnanti abusi di coscienza scivolati al contempo in abusi di autorità e infine
sessuali. Inoltre, da quanto di sa le vittime rientrano nella complessa e
delicata situazione delle persone vulnerabili.
Rupnik è stato processato canonicamente per aver
assolto in confessione una sua complice. Ora, da 11 mesi affronta un secondo
processo canonico proprio per questi abusi sessuali che fino ad ottobre 2023
erano ritenuti prescritti. Sotto pressione interna ed esterna il Papa cancellò
questa prescrizione e ciò aprì la strada al secondo processo canino, in corso,
e sul quale non si sa niente.
Il Pontefice in questo passaggio è stato vittima
delle sue stesse azioni sciagurate, in particolare nella storia della scomunica
comminata e dopo pochi giorni derogata.
Dopo il primo processo canonico, l’ex gesuita è
stato scomunicato (latae sententiae)
a metà maggio 2020, ma prima della fine del mese la gravissima punizione è
stata rimossa. Quasi certamente su questa scomunica non si conoscerà mai la
verità.
Sulla responsabilità di questo comportamento, per
il quale si dovrebbe chiedere pubblicamente perdono, si è scelta ancora una
volta la politica dell’occultamento così come è sempre accaduto con Rupnik
dall’inizio della vicenda.
Non lo diciamo noi.
Noi seguiamo il magistero di Papa Bergoglio che a
Bruxelles è stato perentorio e cristallino dicendo: “Chiedo ai vescovi: non coprite gli abusi! Condannare gli abusatori e
aiutarli a guarire da questa malattia dell’abuso. Il male non si nasconde: il
male va portato allo scoperto, che si sappia, come hanno fatto alcuni abusati e
con coraggio “. (Papa Francesco al rientro in Vaticano 29 settembre 2024)