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mercoledì 23 ottobre 2024

Luis Badilla. ABUSI SESSUALI: lotta tra Peña Parra e Kennedy\Scicluna

Sempre più delle lotte interne delle cordate in Vaticano ne fanno le spese le vittime di abusi sessuali.
Grazie a Luis Badilla per questa analisi.
"Nella Chiesa le condotte pedofile, in particolare quelle seriali, spesso trovano sostegno in reti di occultamento e di difesa. Il team che si prende cura istituzionale in Vaticano della lotta contro la pedofilia clericale appare piuttosto stanco e sfinito di dover usare del proprio tempo e delle proprie scarse risorse per stoppare sporche influenze esterne anche altolocate".
QUI MiL su mons. Peña Parra.
Luigi C.

19-10-24

Il Sostituto per gli Affari generali, mons. Edgar Peña Parra, il vero "secondo" potere in Vaticano. Il caso del presbitero argentino Ariel Alberto Pràncipi, spretato per abusi.

Il più alto superiore della Segreteria di Stato vaticana è il cardinale italiano Pietro Parolin, "Segretario di Stato di Sua Santità Papa Francesco". La Praedicate Evangelium parla di "Segreteria papale".  Il "Sostituto per gli Affari generali", tutto al più il secondo della gerarchia è l'ex nunzio, arcivescovo venezuelano, Edgar Peña Parra (64 anni) e occupa la carica dal 15 agosto 2018. In realtà però, nei fatti, e in numerose questioni a volte essenziali, il

Sostituto è il secondo della gerarchia cattolica. Essendo per la verità l'Aiutante di campo permanentemente accanto al sovrano, è chiamato per primo a far rispettare i suoi ordini. Formalmente, secondo la Costituzione Praedicate Evangelium, i poteri del Sostituto sono numerosi, piuttosto ampi e a volte indefiniti come si legge nell'Art. 46: "Alla Sezione per gli Affari Generali spetta in particolar modo di attendere al disbrigo degli affari riguardanti il servizio quotidiano del Romano Pontefice; di esaminare quegli affari che occorra trattare al di fuori della competenza ordinaria delle Istituzioni curiali e degli altri Organismi della Sede Apostolica; di favorire il coordinamento fra i medesimi Dicasteri e Organismi ed Uffici senza pregiudizio della loro autonomia. Spetta ad essa espletare tutto ciò che riguarda i Rappresentanti degli Stati presso la Santa Sede".

Il Sostituto vaticano, un immenso potere nella Chiesa

A tutto ciò, e proprio per queste mansioni assegnate al Sostituto nel testo recente della nuova Costituzione ma anche nelle precedenti, si somma un potere unico, immenso e dirimente: essere il braccio esecutivo e di massima fiducia del Pontefice in un rapporto simile a quello tra un Generale comandante e il suo primo Aiutante di campo. Alla relazione gerarchica con il Vescovo di Roma si aggiunge strada facendo, nel tempo, la crescita di un rapporto di amicizia molto solido perché basata sulla lealtà.

Con ogni probabilità nella vicenda del prete argentino Ariel Alberto Pràncipi, processato e sentenziato in processi regolari, dimesso dallo stato clericale ma poi reintegrato al ministero per disposizioni della Segreteria di Stato, il vero e unico potere è stato il Sostituto, mons. Peña Parra. Nessun altro in Vaticano avrebbe potuto mettere le mani in una simile storia. Farlo senza protezione sarebbe stato come sedersi su cavi di alta tensione.

Probabilmente, anzi quasi certamente, il marchingegno era affidabile perché era già stato implementato in altri casi e forse perché si pensava che con un cardinale argentino, molto amico di Francesco, alla guida del Dicastero per la Dottrina della Fede (Víctor Manuel Fernández), avrebbe avuto un basso profilo, comunque non esplosivo.

La coppia: mons. Kennedy e mons. Scicluna

Gli strateghi del marchingegno di un processo con nuovi elementi presso la Segretaria di Stato, per “aiutare” l’ex prete pedofilo argentino Ariel Alberto Pràncipi, e cioè l'arcivescovo Edgar Peña Parra e il card. Víctor Manuel Fernández, i due collaboratori più vicini al Santo Padre anche per ragioni di amicizia, non fecero i conti con una coppia particolare: mons. Kennedy e mons. Scicluna.

Il ruolo del card. Fernández

Queste due figure sono: John Joseph Kennedy, Segretario per la Sezione Disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede e Charles Jude Scicluna, Segretario aggiunto. Da quanto si è potuto sapere di più su questa irritante e potenzialmente devastante vicenda, sono questi due ecclesiastici coloro che hanno stoppato - chiamando in causa la persona del Pontefice - la prepotente invasione di campo del Sostituto. All’iniziativa di Kennedy e Scicluna andrebbe associato il consenso del Sottosegretario, mons. Philippe Curbelié ,nonché del Promotore di Giustizia, padre Robert Joseph Geisinger.

Insomma, il Prefetto card. Fernández, amico dell’ex prete, sarebbe rimasto isolato al momento dello scoppio del caso e anche dopo. In Argentina tra l’altro si è scritto ancora sulla vicenda e si è detto che tra l’oggi cardinale Fenández e l’ex presbitero Ariel Alberto Pràncipi esiste da molti anni una forte amicizia nata e sviluppata prima nel seminario e poi nella diocesi in cui erano incardinati.

La pazienza è finita

L'ultima considerazione che si può fare, allo stato attuale delle cose, riguarda una denuncia già fatta e conosciuta in ambienti ecclesiastici e soprattutto vaticani. Si riassume nell’espressione: ‘la pazienza è finita’.

Di cosa si parla?

Del fatto che in diversi momenti e da diverse istanze si sono fatti avanti gradualmente numerosi tentativi di influenzare processi o sentenze riguardanti membri del clero imputati di abusi sessuali su minori e vulnerabili. E così dunque il Dicastero per la Dottrina della Fede, in particolare la sua Sezione disciplinare, con metodi, parole, suggerimenti, colpi di autorità o consigli non richiesti, è diventato un luogo per ingerenze e interferenze.

Nella Chiesa le condotte pedofile, in particolare quelle seriali, spesso trovano sostegno in reti di occultamento e di difesa. Il team che si prende cura istituzionale in Vaticano della lotta contro la pedofilia clericale appare piuttosto stanco e sfinito di dover usare del proprio tempo e delle proprie scarse risorse per stoppare sporche influenze esterne anche altolocate.