Festeggiamo il nostro Angelo Custode (III Classe, Bianco) e tutto il mese del Rosario, ma anche degli Angeli.
QUI Aurelio Porfiri: "La festa dei santi angeli custodi fu stabilita da Clemente X in via definitiva per il 2 ottobre, dopo un iniziale impulso dato da Paolo V in via facoltativa".
QUI il breve video di Corrado Gnerre.
Sebbene per la Chiesa la festa dei nonni sia il 26 luglio (ma, per volontà di Francesco, traslabile alla quarta domenica di luglio) oggi ricordiamo volentieri la figura dei nonni che lo Stato festeggia oggi riconoscendoli gli angeli custodi delle famiglie e dei nipotini loro affidati dai genitori che lavorano.
Luigi
2-10-24, Roberto de Mattei
Il mese di ottobre, oltre che al Santo Rosario, è dedicato agli Angeli. Gli Angeli e i Demoni, che sono anch’essi Angeli, ma ribelli e decaduti, esistono. Essi sono puri spiriti, persone reali e distinte, creature dotate di anima e non di corpo. La Chiesa lo ha professato fin dall’inizio con il simbolo niceno-costantinopolitano e lo ha confermato nel Concilio Lateranense IV (1215), la cui formulazione è ripresa dal Concilio Vaticano I che dice: Dio «creò insieme dal nulla fin dall’inizio del tempo l’una e l’altra creatura, quella spirituale e quella corporea, cioè l’angelica e la terrena, e quindi creò la natura umana come ad entrambi comune, essendo costituita di spirito e di corpo». Ossia, Dio creò fin dal principio entrambe le realtà: quella spirituale e quella corporale, il mondo terreno e quello angelico.
Il teatro della creazione degli Angeli fu il Cielo dove, al loro primo aprirsi alla coscienza, essi furono chiamati ad adorare Dio, i suoi piani, la sua volontà. Gli Angeli furono le prime creature razionali e libere dell’universo. In quanto esseri razionali ebbero la possibilità di conoscere in maniera immediata e intuitiva la Verità di Dio, loro Causa e loro Bene supremo. In quanto esseri liberi, ebbero la possibilità di rifiutare la Volontà di Dio, il suo piano dell’universo. Lucifero, il primo degli angeli, ammirò la propria bellezza, pretese di essere uguale a Dio, rifiutò di servirlo. Una terza parte degli Angeli lo seguì (Apoc. 12, 14), ma tutti gli altri Angeli, guidati da san Michele insorse al grido “Quis ut Deus?”, “Chi è come Dio?”.
Il bene e il male entravano nella storia dell’universo. Una battaglia avvenne in cielo (Ap. 12,7-9): Michele e gli Angeli buoni precipitarono nell’inferno Satana e gli Angeli ribelli. Non fu però uno scontro tra il bene e il male, ma tra buoni e cattivi: e questo perché il male non è una sostanza, come dice sant’Agostino perché, se fosse una sostanza sarebbe buono (Confessioni, III, 7, n. 12). Se Satana fosse il male, esisterebbe un dualismo ontologico nell’universo, come ritenevano i catari, che contrapponevano il Dio del male dell’Antico Testamento, al Dio buono del Nuovo. Gli Angeli, invece, insegna la Chiesa nel Concilio Lateranense IV (1215) contro i catari, «sono stati creati buoni da Dio ma sono diventati cattivi per loro propria volontà».
Ciò che ha diviso il mondo dei puri spiriti in buoni e cattivi non è stata quindi una divisione ontologica, né una separazione stabilita da Dio, ma una scelta morale, frutto della libertà propria della natura spirituale degli Angeli. I buoni hanno scelto Dio come Bene supremo e definitivo, rivolgendosi a Lui con tutta la forza interiore della loro libertà. I cattivi lo hanno invece rifiutato e odiato, radicandosi irreversibilmente nel loro rifiuto.
Alle radici del peccato di Lucifero, come di ogni peccato, vi è una profonda superbia. Alle radici della fedeltà di san Michele, il suo avversario, vi è una ancor più profonda umiltà. La superbia e l’umiltà sono i due assi della storia del mondo creato. Attorno a questi due atteggiamenti dello spirito si sono formate due città, la città di Dio e la città di Satana di cui parla sant’Agostino, destinate a scontrarsi nella storia fino alla fine dei tempi. La scelta degli Angeli infatti continua a ripetersi sulla terra ogni istante per gli uomini, fino al momento della morte.
L’Apocalisse descrive l’ultimo atto di questa battaglia che si concluderà alla fine dei tempi, quando il Signore manderà i suoi Angeli per raccogliere tutti i giusti dai quattro punti cardinali. Gli Angeli imprimeranno il sigillo del Dio vivente sugli eletti che guideranno con sicurezza nella battaglia (Apoc. 7, 2). Al suono delle trombe eseguiranno i castighi di Dio sulla terra, annunciando la vittoria di Cristo (Ap. 8,2). Alla fine del mondo, «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella gloria con tutti gli angeli, allora siederà sul trono della gloria e tutte le nazioni saranno adunate innanzi a lui ed egli separerà gli uni dagli altri» (Mt. 25, 31-32).
La battaglia degli Angeli che avvenne quando Dio Creò l’universo, non è una raffigurazione mitica ma un evento storico perché è avvenuta nel tempo, un attimo dopo la creazione del tempo stesso: è un evento che apre per così dire il tempo, ed ha perciò un valore paradigmatico, di modello di tutto ciò che da allora sarebbe accaduto nel corso della storia.
La storia, dal suo inizio alla sua fine, è la ripetizione ininterrotta di questo evento: la scelta radicale pro o contro Dio e il suo Provvidenziale disegno sull’universo. I protagonisti però non sono più solo gli Angeli e Demoni, ma soprattutto gli uomini che nella storia vivono, operano e muoiono.
La loro scelta non è di un attimo, come quella degli Angeli, ma dura il tempo di una vita, si conclude nel momento della morte, che è l’ora della scelta ultima e definitiva, da cui non si torna indietro. È nella radicalità e nella universalità di questa scelta che si esprime nella sua forma più alta la libertà delle creature spirituali, Angeli o uomini che siano.
Nessun commento:
Posta un commento