Chiesa della Sacra Famiglia dell’arch. André Velloso Ramos (anno 2022).
Lorenzo
Descrizione del progetto: «Ho trovato il Planalto, quell’orizzonte senza limiti, eccessivamente vasto. Era fuori scala, come un oceano con immense nuvole che si muovevano sopra di esso. Mettendo una città al centro, avremmo creato un paesaggio» (COSTA, 1980, p. 94). Le parole di Lucio Costa sulle sue prime percezioni e sensazioni dopo aver incontrato il sito scelto per la costruzione della Nuova Capitale del Brasile, Brasilia, evocano uno dei segni costitutivi della sua concezione urbanistica, nonché della rappresentazione dei suoi paesaggi: la presenza dell’orizzonte. Al di là del senso di organizzazione e orientamento, l’orizzonte esprime la visione dell’insieme e, primariamente, la connessione tra l’osservatore e l’ambiente, condizione necessaria alla manifestazione del paesaggio.
Dal gesto progettuale alla sua impronta sul territorio, le quattro scale – monumentale, sociale, residenziale e bucolica – evidenziano la sensibilità contemplativa riservata al paesaggio, la considerazione per gli ambienti urbani e i modi distinti di trattarli. Ma è proprio la scala bucolica che definirà il carattere di città-parco di Brasilia, evidenziando la vicinanza con la natura selvaggia e un continuum estetico tra spazi abitativi, spazi liberi, grandi estensioni di vegetazione cerrado, parchi, cinture verdi che si estendono lungo le strade e l’orizzonte sempre libero.
Nel processo di espansione urbana, iniziato ancor prima della sua inaugurazione secondo il modello delle città-satellite, il senso di continuità e visibilità del collettivo urbano sarà dato dalle strade-parco, ispirate alle parkway di Olmsted e Vaux, e concepite come strumenti di pianificazione regionale. Ai margini dell’EPIA - Estrada Parque Indústria e Abastecimento (Strada Parco dell’Industria e dell’Approvvigionamento), una delle componenti principali del sistema viario radiocentrico realizzato a supporto del Progetto Pilota (Plano Piloto) di Lucio Costa, si trova il lotto destinato alla Chiesa della Sacra Famiglia.
Caratterizzata da un esuberante viale di eucalipti che modellava l’ingresso della città, l’EPIA, che ha iniziato a essere controllata dal governo federale nel 2004, è stata recentemente trasformata in una superstrada, con l’ampliamento delle corsie e la segregazione del traffico da quello locale. Il taglio di quasi tutti gli alberi per ospitare le corsie marginali ha fatto sì che l’intorno perdesse il suo caratteristico carattere bucolico, rafforzato dalla suddivisione del territorio, dalla crescita estensiva di abitazioni costose e di grandi imprese commerciali, creando rotture nella configurazione urbana e conformando un paesaggio generico in costante cambiamento. Così, la funzione urbana della strada, l’attenzione alle qualità paesaggistiche e l’esperienza sensibile del percorso cedono il posto alla velocità, all’efficienza e alla fluidità in una logica autostradale.
Il concetto architettonico adottato si sviluppa a partire dal rapporto tra spiritualità, natura e comunità. La spiritualità si comunica nella religione cattolica attraverso i suoi riti, le sue celebrazioni e i suoi simboli sacri. Il senso del sacro si erge e si rinnova attraverso il contatto sensibile con la natura, che evoca la presenza divina e l’integrazione con il cosmo. L’architettura, a sua volta, è stata lo spazio privilegiato di manifestazione del sacro da parte di chi lo occupa, dove la luce penetra delicatamente o dove il silenzio della pietra si manifesta nel mormorio delle preghiere. La navata circolare porta come concetto questo gesto di accoglienza, poiché avvicina l’altare alla congregazione.
La luce naturale penetra attraverso l’anello circolare del tetto, trasformando lo spazio interno della navata, che è disposta a mezzo livello sotto l’altezza naturale del terreno. Ciò consente il debordare del paesaggio attraverso una piccola apertura allineata al piano terra, preservando al contempo l’intimità dello spazio interno. Tale caratteristica è possibile solo grazie all’elevazione del volume circolare in cemento, sospeso da sei pilastri che appartengono alla fondazione strutturale impiantata nella topografia. Rivelando la presenza dell’orizzonte, l’architettura diventa un elemento costitutivo del paesaggio, un’apertura alla dimensione poetica del mondo, collegando la realtà materiale allo sguardo dello spettatore.
Il profilo generatore del progetto è determinato da due assi principali. L’asse nord-ovest-sud-est collega la navata circolare, l’annesso e l’edificio esistente sul retro, dove si trovano le attività parrocchiali. Lungo la sua estensione, si trova una piazza lineare, uno spazio rivolto verso la città, che funge da supporto al percorso erratico di chi è immerso nell’atto rituale o anche del viaggiatore in cammino, alla ricerca di una sospensione della quotidianità o di un rifugio dai tormenti dell’essere. Perpendicolarmente, l’asse nord-est-sud-ovest conserva la vista contemplativa: l’incrocio della linea dell’orizzonte con il volume verticale del campanile segnala e guida il visitatore o chi attraversa l’autostrada in piena velocità a distanza.
È possibile affermare che il concetto architettonico sintetizza le tre premesse fondamentali di Brasilia: l’impianto del complesso architettonico, delicatamente applicato sulla topografia, e la sua apertura all’orizzonte; l’inseparabilità tra l’urbano e la sua architettura, tra lo spazio pubblico e quello privato e, di conseguenza, tra la comunità e il sacro; e, in terzo luogo, la considerazione del paesaggio come elemento strutturante e fondamentale della configurazione architettonica, riconosciuta dall’inserimento di Brasilia nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
L’ingresso della luce naturale attraverso la copertura, unito alla disposizione a mezzo livello sotto l’altezza naturale del lotto, permette di superare la linea dell’orizzonte e di trasformare la spazialità interna della navata.
È stata adottata una soluzione strutturale mista di cemento armato e acciaio. Sei pilastri in calcestruzzo sostengono il volume circolare esterno, anch’esso in calcestruzzo, e una copertura a capriate metalliche fornisce un’apertura circolare per l’ingresso della luce.
Descrizione e fotografie tratte dalla pagina archello.com.
Fotografie degli esterni:
Fotografie degli interni:
Un robot aspirapolvere gigante
RispondiEliminaQuesto è fantascienza, pazzezco!
RispondiEliminaDa lontano sembra un disco volante venuto da un altro mondo come la nuova chiesa che vogliono costruire e imporre ai cattolici qualcosa di alieno
RispondiEliminaMa siamo in un bunker?
RispondiEliminaLa cattedrale di La Spezia non mi oare molto diversa.
RispondiEliminaQuesta è effettivamente degna di questa rubrica... È di una monotonia che fa davvero orrore. Non ci vuole poi molto a rendere bella una chiesa, ma qui si sono davvero impegnati a fare annoiare tutti
RispondiEliminaIl tabernacolo? Una croce? Una qualsiasi cosa che possa ricordare a chi entra che si trova in una Chiesa e non in una sala riunioni?
RispondiEliminaChiesa modernissima, tutta vuota... il Brasile è un Paese stupendo, nonostante questi idealismi sessantottini...
RispondiEliminaBeh, sai…volendo fare foto della struttura, forse hanno aspettato apposta un momento in cui non ci fosse nessuno? Forse quando la chiesa è chiusa al pubblico?
EliminaCome mai non noto i tuoi commenti in calce a foto che mostrano chiese (non tradizionaliste) piene di fedeli?