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sabato 14 settembre 2024

Il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, nega il coinvolgimento nel piano per aumentare le restrizioni sulla Santa Messa tradizionale

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo del vaticanista Michael Haynes pubblicato il 10 settembre sul sito Life Site News, in cui si riporta a si commenta l’e-mail scritta dal card. Pietro Parolin, Segretario di Stato vatican, al sito LifeSiteNews in cui afferma che «le notizie dei media su un mio ruolo nella questione della “Messa in latino” sono del tutto infondate».
Ricordiamo che già nei mesi di gennaio e febbraio 2023 (QUI, QUI, QUI, QUI e QUI) e poi nel mese di giugno 2024 (QUI, QUI, QUI, QUI e QUI) MiL-Messainlatino.it aveva riportato notizie che preludevano ad uno o più interventi restrittivi della celebrazione della Santa Messa tradizionale, finora fortunatamente non ancora emanati, indicando come autori e sostenitori il card. Parolin, mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M., Segretario del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, mons. Celestino Migliore, Nunzio apostolico in Francia, ed il card. Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali.
Osserviamo che la risposta del Segretario di Stato smentisce – al pari di mons. Migliore e del card. Gugerotti – il suo coinvolgimento in questo documento, ma si guarda bene dallo smentirne (e ciò che non è smentito…) l’esistenza (in forma più o meno definitiva).

L.V.


Il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, ha negato il suo presunto coinvolgimento nelle nuove restrizioni alla Santa Messa tradizionale.

In una dichiarazione inviata in esclusiva in risposta alle domande del sito LifeSiteNews, il card. Pietro Parolin ha negato fermamente la veridicità delle voci che lo vedono coinvolto nell’introduzione di nuove restrizioni alla Santa Messa tradizionale. La sua dichiarazione recita:

Con le mie scuse per il ritardo, rispondo alla vostra e-mail […] affermando che le notizie dei media su un mio ruolo nella questione della «Messa in latino» sono del tutto infondate. Non posso che essere rattristato per la diffusione di notizie false, ma la mia difesa è nel Signore (cfr. Sal 7).

L’e-mail del card. Pietro Parolin è arrivata come risposta a un messaggio inviatogli all’inizio dell’estate, in cui gli si chiedeva del suo presunto ruolo nell’appoggiare un documento che avrebbe introdotto nuove restrizioni alla Santa Messa tradizionale.

In un rapporto di giugno del giornale The Remnant, il card. Pietro Parolin era stato indicato, insieme a mons. Celestino Migliore, Nunzio apostolico in Francia, e al card. Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, come i tre aiutanti chiave nella compilazione di un nuovo documento che introduce restrizioni alla Santa Messa tradizionale.

Il documento sarebbe stato redatto da mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M., Segretario del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, sotto il Prefetto card. Arthur Roche, il quale – secondo alcune notizie diffuse all’inizio dell’estate – starebbe elaborando un testo di restrizione della Santa Messa tradizionale sul quale spera di ricevere l’approvazione papale.

Citando «fonti affidabili», il giornale The Remnant ha scritto a giugno che «un nuovo documento vaticano più restrittivo della lettera apostolica in forma di “motu proprioTraditionis custodes esiste davvero, è sostenuto dal card. Pietro Parolin ed è stato presentato a papa Francesco».

Mons. Celestino Migliore e il card. Claudio Gugerotti hanno già smentito in esclusiva al sito LifeSiteNews il loro coinvolgimento nel presunto documento.

Dopo il reportage del giornale The Remnant del 25 giugno, il sito LifeSiteNews ha contattato sia mons. Celestino Migliore che il card. Claudio Gugerotti chiedendo se volessero commentare il reportage e se stessero dando «sostegno o assistenza o incoraggiamento al tentativo di mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M., che sta preparando un nuovo documento sulla Santa Messa tradizionale».

Mons. Celestino Migliore ha risposto prontamente dicendo:

Domanda breve, risposta breve: si tratta di congetture a dir poco fantasiose.

Il segretario privato del card. Claudio Gugerotti rispose il 6 agosto con una dichiarazione meno diretta, che tuttavia sembrava prendere le distanze dal presunto documento. La risposta recitava:

La ringrazio per la Sua cortese richiesta, di cui Sua Eminenza il card. Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, ha preso attenta nota. A questo proposito, desidero informarla che non risulta alcuna informazione sull’argomento a cui lei si riferisce.

Con il card. Pietro Parolin che ora nega anche il suo coinvolgimento nel documento, le tre figure chiave indicate dal giornale The Remnant come aiutanti di mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M. hanno tutte preso ufficialmente le distanze dal suo presunto documento.

Il giornale The Remnant si è affidato alle sue fonti, che citano gli esperti prelati vaticani tra i tre principali sostenitori di mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M.

Il card. Arthur Roche, superiore di mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M., non ha risposto a simili domande e nel frattempo ha bloccato il sito LifeSiteNews su una piattaforma di social media.

Il giornale The Remnant ha precedentemente riferito che il card. Pietro Parolin è stato una figura di spicco in una riunione del 2020 della Congregazione per la Dottrina della fede, che ha sentito una forte preoccupazione da parte dei partecipanti circa la crescita della Santa Messa tradizionale.

In quella riunione, secondo quanto riportato dal giornale The Remnant nel 2021, un Cardinale ha detto che «la Congregazione per la Dottrina della fede dovrebbe quindi chiedere un “segno concreto di comunione, di riconoscimento della validità della Messa di San Paolo VI”» ai sacerdoti che offrono la Santa Messa tradizionale, aggiungendo che «non possiamo andare avanti così». Il giornale The Remnant ha identificato il Cardinale come il card. Pietro Parolin nel suo rapporto 2024.

Nel corso dell’estate si è creata una notevole confusione e un’apparente contraddizione su alcuni dettagli riguardanti il presunto nuovo documento che limita la Santa Messa tradizionale. Analogamente a quanto avvenuto nel 2023, è stato un singolo rapporto a scatenare la costernazione su probabili nuove restrizioni alla Santa Messa tradizionale.

Il 17 giugno, il blog tradizionale Rorate Cæli ha pubblicato un rapporto [QUI su MiL: N.d.T.] che suggerisce che il Vaticano è pronto a pubblicare nuove misure che limitano la Santa Messa tradizionale ancora di più di quanto non lo sia già. Il blog Rorate Cæli ha citato fonti «credibili» per affermare che c’è un tentativo di implementare una «soluzione rigorosa, radicale e definitiva per bandire la Santa Messa tradizionale».

Il rapporto del giornale The Remnant, alcuni giorni dopo, ha aggiunto ulteriore peso alle preoccupazioni pubblicate dal blog Rorate Cæli.

Fonti vaticane vicine a papa Francesco, interpellate dal sito LifeSiteNews, non hanno potuto attestare l’esistenza del documento. Hanno sottolineato la confusione che regna in Vaticano sullo stato attuale delle cose riguardo al futuro della Santa Messa tradizionale, anche se nessuna delle fonti consultate ha negato l’esistenza di tale documento.

Il sito The Pillar non è stato in grado di confermare l’esistenza del presunto documento, nonostante il suo record di fonti loquaci e apparentemente ben piazzate in tutto il Vaticano e in particolare nella Segreteria di Stato, l’ufficio guidato dal card. Pietro Parolin.

Dopo le notizie di giugno, si è assistito a un’ondata di sostegno pubblico per la Santa Messa tradizionale, sia da parte di personalità laiche cattoliche e non cattoliche che da parte di rispettabili Cardinali. Commentando questo sostegno di base per la Santa Messa tradizionale, mons. Salvatore Joseph Cordileone, Arcivescovo metropolita di San Francisco, ha scritto che «dimostra che, anche al di là del suo valore spirituale, la Santa Messa tradizionale è un tesoro culturale che ha ispirato la creatività artistica di ogni tipo e in ogni epoca, costruendo ciò che conosciamo come civiltà occidentale».

Per il momento, il presunto documento di mons. Vittorio Francesco Viola O.F.M. sembra essere stato bloccato.

6 commenti:

  1. Speriamo che non emettano ulteriori restrizioni per la celebrazione della S. Messa di San Pio V. Ci possiamo fidare dei prelati neo-modernisti?

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    1. Lei si fiderebbe di un eretico? Perché i prelati neo-modernisti sono eretici, fino a prova contraria (vedasi San Pio X).

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    2. Vedo che si continua ad approvare commenti in cui si dà tranquillamente dell’eretico a membri della gerarchia ecclesiastica.
      Mi chiedo quale serietà possa avere ancora un blog “cattolico” quando i suoi gestori agiscono in questo modo e, contestualmente, sopprimono i commenti dei fedeli che vorrebbero difendere i propri pastori.
      Se non è settarismo questo!

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  2. Ci credono tutti come Traditiones Custodes. 52 Diocesi in tutto il mondo!

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  3. Per quello riguarda la Comunità Tradizionalista che frequento, i nostri sacerdoti celebrano sia nel V.O. sia nel N.O senza probemi, parimenti i nostri fedeli, sottoscritto compreso, quando sono impediti a frequentare la Comunità si recano tranquillamente alla Messa N.O.

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  4. J.D Vance è un convertito al cattolicesimo legato al rito antico , Steve Bannon ha raccontato in una bella intervista a T. Carlson ,con toni commossi , la frequentazione durante la gioventù ,con la famiglia,di Messe in rito antico;in generale la destra USA considera il cattolicesimo legato in modo indissolubile ad una tradizione piuttosto preconciliare. Secondo me l'uscita di Parolin è legata a questo : il timore che inimicarsi l'ambiente del cattolicesimo tradì USA ,piuttosto potente politicamente,potrebbe essere per lui una pietra di inciampo per un prossimo conclave. Purtroppo il levello dei soggetti è questo: si muovono per convenienze

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