giovedì 26 settembre 2024 - ore 14:00
ROMA - Parrocchia della SS.ma Trinità dei Pellegrini - Esequie solenni in suffragio dell'anima del caro amico Giancarlo Ciccia.
NOTA BENE: La camera ardente sarà allestita mercoledì 25 settembre di pomeriggio nella Sala dell'Arciconfraternita.
Esequie "solenni" cosa vuol dire? Le esequie della gente qualunque invece devono essere in stile minimale? I funerali non sarebbe più giusto se fossero uguali per tutti?😏
RispondiEliminaCon la messa solenne. Purtroppo oggi sono pochi che chiedono e sono pochi luoghi dove é possibile organizzarle, perché la liturgia tridentina soffre restrizioni.
EliminaLei è un ignorante che ha perso una buona occasione per stare zitto.
EliminaUna messa è solenne (ovvero di I classe) quando celebrata in forma cantata e con celebrante, diacono e suddiacono.
Per le esequie dipende ovviamente anche dalla disponibilità economica che in qualunque parrocchia lascia un’offerta che deve comprendere alcune le spese per musica e coro.
In questo caso mi sembra il minimo che il costo delle esequie sia a carico di parrocchia e confraternita.
Peraltro qualche anno fa Trinità dei Pellegrini offrì (con grande partecipazione dei fedeli) esequie solenni per un ragazzo che chiedeva l’elemosina lì davanti. Cosa che in molte altre chiese neanche avrebbero pensato di fare.
Le esequie hanno sempre diversi gradi di solennità, persino a livello civile.
EliminaQui la solennità è particolarmente dovuta perché si tratta non di un personaggio "importante" secondo logiche umane, ma di un collaboratore umile e perseverante della Parrocchia,conosciuto da tutti coloro che hanno messo piede qualche volta alla Trinità dei Pellegrini.
Anche nelle parrocchie novus ordo, se muore un collaboratore molto significativo che ha vissuto con dedizione pluriennale la partecipazione alla vita della comunità, il funerale è più curato e sentito.
Per il resto, l'essenza della Messa da Requiem tradizionale (i testi) sono esattamente identici per tutti, qualunque sia il grado di solennità della Messa, a differenza che nel rito nuovo. Inoltre non è invalsa la moda dell'elogio del defunto, al termine del rito, da parte di parenti e personalità varie.
È quel "fiat aequalitas" dinanzi alla morte, a cui dedica belle pagine Romano Amerio in Iota unum, che è infine molto più preservato nel rito tradizionale che nel rito di Paolo VI.
E qui mi taccio perché appunto di fronte alla morte ciò a cui siamo chiamati è la preghiera.
Una volta c’era pure il tariffario! Per la serie “io può, tu no”.
EliminaLei si deve vergognare. Anonimo 23 settembre 20.01
EliminaQuesta sciocca polemica rivela quanto siano misericordiosi certi cattoprogressisti anche di fronte alla morte. Ha ragione Luigi C.: vergogna!
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