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lunedì 29 luglio 2024

Orrori architettonici… e dove trovarli #199 a Chieti (CH)

Chiesa di San Martino vescovo e dell’arch. Giuseppe Fortunato (anno 2020).

Dopo aver guardato con raccapriccio i risultati degli investimenti economici anche dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, ribadiamo la domanda: se lo meritano l’otto per mille?

Lorenzo

Descrizione del progetto: La correlazione TEMPIO-TAGLIO-RECINTO ha guidato la formazione del progetto del complesso Parrocchiale di San Martino Vescovo. L’etimologia del termine Tempio, che deriva dal latino templum (recinto consacrato), e dal greco τέμενος (temenos) verbo τέμνω, (temno) “io taglio”, rimanda ad un luogo protetto (recinto) e separato (taglio) da ciò che lo circonda.
Il progetto, a partire da tali principi, si è evoluto verso l’idea di un recinto inteso come “recinto d’accoglienza”.
È nella composizione del sistema sagrato, chiesa, chiostro, locali per attività parrocchiali, che si identifica tale recinto aperto dove la comunità possa ritrovarsi.
La chiesa, al culmine del sagrato che intercetta le principali direttrici di arrivo all’area, emerge rispetto al contesto urbano, divenendo centralità e punto di riferimento della comunità.
Il sagrato è qualificato da una sequenza di spazi caratterizzati da intensità ed emotività differenti che convergono verso la facciata della chiesa: lo spazio aperto e dilatato, confluisce verso l’esonartece, che accoglie il fedele “tra le membra della chiesa”.
Sul lato sud della chiesa, è presente il “chiostro” disegnato in chiave contemporanea, recuperando un tema della tradizione storica dei complessi monastici, e declinato attraverso il principio dell’apertura e dell’accoglienza, vero cuore della vita parrocchiale.
Attorno ad esso, collegati da un portico, si sviluppano la casa canonica, le aule del catechismo e il salone parrocchiale.
A qualificare ulteriormente la riconoscibilità del complesso, contribuisce un alto campanile con la croce del sagrato in sommità che, posto a cerniera tra il chiostro e il sagrato, si identifica come elemento dell’annuncio.

Descrizione tratta dalla pagina internationalprize.fondazionefratesole.org.

Fotografie degli esterni:





Fotografie degli interni:






6 commenti:

  1. E qui non vi posso dare torto.

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  2. Che dire, tempo qualche anno e sarà perfetta per gli studi micologici

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  3. "Sequenza di spazi?... Emotività differenti?... Che accoglie il fedele?... Aule del catechismo?"

    Direi chiesa CIPOLLA e i suoi strati, che appena la apri e ti avvicini di 'emotività' c'è solo il pianto, più che accogliere, si respinge!
    Cosi come nelle aule del catechismo si dovranno togliere parecchi strati della" Nuova Teologia" per poter arrivare all'Essenziale!

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  4. Chissà perché negli interni sembrano tutte chiese protestanti...

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    Risposte
    1. È così, rispecchia la loro teologia! È la LORO casa, non quella di Gesù, che la vogliono spacciare pure per nostra . È la loro casa, quella che pensano per il futuro, che non offenda nessuno di quelli che, si o no, sono orgogliosi di esserne fuori, chi per essere luterano chi per essere depravato. Per cui, figuriamoci se dentro mettono le stazioni della via crucis!
      Che se chiedi il perché di questa mancanza, sicuramente sentiresti dire da loro "che cos'è? Cosa c'entra"?...

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  5. Ecco, un'altro tentativo di "chiesa" commissionata dallo stesso vescovo che ha "piazzato" la sua idea a San Giovanni Teatino, Mons Bruno Forte.
    Anche qui tanti anni, un quarto di secolo, per la messa in opera.
    È stata voluta da un sacerdote, che poi è morto, perché riteneva piccola quella esistente, che però non fanno ne vedere, ne sapere se è stata anch'essa abbattuta. C'è stato un primo progetto che però non è andato avanti per la "CEI" che lo ha bocciato perché ritenuto "progetto vetusto"! Ma chi è la CEI? Ha le competenze necessarie e teologiche per determinare come deve essere una Chiesa? Per quanto mi riguarda NO, se poi "approva" questa con tetto 'smorzato'. Anche questa, come quella di Sambuceto, presenta 'non ferita', ma questa volta 'taglio' nel tetto (qua mi sembra ci sia qualche fissazione rispetto alla 'testa' della chiesa...). Tornando al progetto 'vetusto' secondo la Cei, sarebbe interessante scoprirlo, vederlo, capire chi lo ha progettato, ecc.
    Questa di cui il post, è stata progettata da giovane architetto che tra l'altro dice che:" In un mondo senza bellezza anche il bene ha perduto la forza" (che condivido pienamente), ma poi, allora come mai si fanno queste chiese? La ditta esecutrice è la stessa di Sambuceto, e auguro riprenda il finissimo lavoro di cui il loro genitore.
    E stato invitato anche l'arch. Botta a visitare l'opera... Sarà stata opera libera dagli giovani architetti, o anche qui la 'mano' della 'teologia' di Monsignore e influenza 'del maestro' ? Con la scusa del manto di San Martino segue una serie di tagli e viene 'drappeggiata' la chiesa dall'altare, battistero, tabernacolo alla croce, croce nella quale "scompare" il sacrificio di Nostro Signore!
    È così tanto difficile fare una semplice chiesa che appena entri di fronte ti trovi " l' Anfitrione" che ti riceve? E smettere di spostare?

    Insomma, diciamo che a Chieti (almeno mentre ci sia questo Mons.) di Chiesa normale alla comunità, non se ne parla proprio, fatevi una idea!

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