Post in evidenza

Perché le società devono glorificare Dio?

" Per una società a misura d'uomo e secondo il piano di Dio" (Giovanni Paolo II, QUI ). Luigi C. Il Cammino dei Tre Sentieri ...

sabato 13 luglio 2024

Diocesi di Chieti: vessazioni religiose - e inerzia dell'Amministrazione - a danno del gruppo stabile?

Un nostro lettore, qualche tempo fa, ebbe a segnalarci questa triste situazione che c'è ad Atessa, nella diocesi di Chieti a danno dei fedeli della Messa tradizionale. 
Dallo scambio di corrispondenza, è chiaro che i fedeli obbedienti si trovano davanti ad un muro e a parlare a sordi.
Ancor più enorme è il pregiudizio in cui si arroccano le autorità ecclesiastiche: chi è che provoca divisione? Chi è che fa della liturgia antica un problema e un pretesto di "scontro"? I fedeli che si rivolgono filialmente al proprio vescovo? NO. 
Vi riproponiamo la segnalazione del lettore, con cui ci scusiamo se l'abbiamo accorciata. 
Qui i molti post di MiL sul pessimo vescovo diocesano, Mons. Bruno Forte, noto, inter alia, per vietare anche oggi la S. Comunione in bocca.

Roberto

Quelsto caso riguarda una triste vicenda di un vero e proprio ostracismo ad un gruppo di fedeli ai quali viene impedito la concessione di spazi e ogni tipo di sostegno spirituale proprio da chi dovrebbe essere pastore di tutti, ma ancora una volta dal “todos todos todos” sono esclusi quelli che, vorrebbero pregare usando secondo il rito tradizionale. 
Siamo ad Atessa, un borgo splendido per storia, arte e paesaggio della provincia di Chieti, in Abruzzo, e facente parte del territorio dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto il cui presule è il teologo Bruno Forte, 75 anni il prossimo 1° agosto. 
Qui si è costituita la Compagnia “San Giuseppe” che, si legge nella sua pagina ufficiale sul social network Facebook, “si prefigge i seguenti scopi: difendere la Tradizione cattolica”. 
Apriti cielo! 

Prima di andare avanti una premessa. 

Tutta la corrispondenza è PUBBLICA, ogni cosa che invio le potete andare a rintracciare voi stessi scorrendo la pagina facebook della compagnia che ha impostazioni aperte a tutti. [...]

Un’altra precisazione. Io non faccio parte di questa e non la frequento,ma Vi segnalo questa cosa perché la gente deve sapere, perché certi atteggiamenti di un clericalismo bieco e da padre/padrone almeno devono essere messi in evidenza. 

Ora, finalmente, inizio col narrarvi questa vicenda. 

Come già detto, questa associazione di fedeli nasce non molto tempo (a quanto mi pare di capire) e, come ogni gruppo umano che si riunisce in un gruppo, necessita di un luogo comune; se i fini di queste adunanza sono di natura religiosa il luogo religioso è, per sua natura, una chiesa. Come in tutti i centri storici di questa Europa ormai scristianizzata, le chiese in disuso certo non mancano. 
Non lontano da Atessa, in località Vallaspra, si trova un sito di grande bellezza artistica e paesaggistica, il Convento di San Pasquale, con l’annessa chiesa di Santa Maria degli Angeli e, antistante ad essa, una bellissima riproduzione della grotta di Lourdes, con un altarino e l’effige di nostra Signora Immacolata Concezione. Considerato che siamo di fronte ad una delle tante chiese non officiate regolarmente (ma ancora consacrata) la compagnia fa richiesta formale alla parrocchia di San Leucio di Atessa (nel cui territorio ricade questo sito sacro) di aver aperta la chiesa per la sola recita del Santo Rosario in latino. 
Vistasi negata la disponibilità inizia il calvario: siamo all’Aprile del 2021 e si fanno richiesta formale all’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, alla Parrocchia di San Leucio di Atessa, ma anche al Comune di Atessa. 
Le risposte arrivano: dal Comune si passa la palla a Diocesi e Parrocchia che, dal canto loro, non concedono l’apertura della chiesa per i motivi che si leggono nella lettera di risposta: l’associazione non è riconosciuta canonicamente, poi viene tirata fuori la scusa della pandemia che è il calderone dove far confluire tutte le scusanti possibili e immaginabili (si fa presente che attualmente, aprile 2024, la Diocesi di Chieti impone ancora il divieto dell’Acqua Santa e l’Eucaristia sulle mani a motivo della pandemia, nel 2024) e alla parrocchia viene lasciata facoltà di decidere chi e come usare la chiesa ed effettivamente in occasione di matrimoni ed eventi mondani la chiesa viene prontamente aperta, ma per pregare il Santo Rosario viene sistematicamente negata.

L’associazione non si arrende fa formale richiesta al Comune di Atessa per richiede, in virtù della trasparenza amministrativa, la documentazione sul comodato d’uso della chiesa; il Comune risponde con un atteggiamento degno di un Ponzio Pilato.
Non rimane che pregare presso la Grotta di Lourdes, all’aperto, che trovasi di fronte all’ex-convento. 
L’associazione si rivolge presso il difensore civico della Regione Abruzzo ed anche in questo caso si riscontra un comportamento da Ponzio Pilato.
Con l’avvicinarsi della solennità dell’Immacolata Concezione, nel dicembre 2022 viene richiesta al Comune di Atessa la disponibilità delle strade e della vigilanza affinché possa aver luogo una processione notturna che ha come sua destinazione sempre la grotta di Lourdes antistante l’ex-convento di San Pasquale. Il Comune non concede la vigilanza e l’evento si tiene, con una breve
processione nei pressi della grotta e il consueto Santo Rosario (immagine 10).

Per il 31 marzo 2023 l’associazione organizza una Via Crucis e il Settenario a Maria Addolorata, ma tutto viene annullato perché “il parroco ha dato disposizione di chiudere la chiesa” (immagine 11).

È ormai lapalissiano che a San Pasquale c’è chi può e chi non può, tutti sono i benvenuti, purché non siano cattolici che pregano in latino. Siamo al 2024 e la compagnia torna a implorare presso chi è
deputato ad essere pastore (e non padrone) del suo gregge un recinto dove pregare. Viene individuata la bella chiesa di San Giovanni che sorge nel centro storico della cittadina abruzzese: questa chiesa è di
alto valore architettonico e versa in uno stato di grave abbandono e degrado a causa di gravi infiltrazioni d’acqua (immagini 12, 13 e 14).
L’associazione si offre come soggetto per il recupero di un luogo non solo religioso, ma anche storico-artistico e, per di più, anche civico in quanto su un fianco esterno insiste il Monumento ai caduti della
Prima e Seconda guerra mondiale (immagine 15; immagine tratta dal sito internet pietredellamemoria.it [1]). L’associazione chiede alla Diocesi il permesso del recupero della chiesa e la possibile, ivi, di
pregare e celebrare la Santa Messa tridentina (immagini 16 e 17). Viene anche realizzato un comunicato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore per lo meno storico-artistico del recupero di un monumento cittadino che rischia di andar perduto per via del degrado (immagine 18). La risposta della Diocesi, neanche a dirlo, è il diniego della concessione della chiesa facendo leva sul Motu proprio “Traditionis custodes” e sul fatto che la compagnia non risulta essere giuridicamente riconosciuta (immagine 19); il fatto viene riportato anche con un articolo di stampa che compare sul quotidiano locale “Il Centro” (immagine 20). Evidentemente chi questa Chiesa attuale preferisce che un tempio di culto crolli sotto il peso dell’incuria pur di impedire a tutti i costi il tanto temuto latinorum!

A questo punto la Compagnia di San Giuseppe tenta l’ultima carta, vale a dire richiedere al proprio vescovo la disponibilità di una chiesa qualsiasi di Atessa o dei dintorni, a sua scelta, officiata o meno
(immagini 21 e 22). La risposta del pastore diocesano è ancora un ennesimo, inesorabile e, questa volta, inequivocabile no, no e ancora no!!! Ancora una volta viene messo avanti Triditionis Custodes e il
fatto che l’associazione non ha riconoscimento ecclesiale (si noti che nella prima lettera si faceva leva sulla mancanza di un riconoscimento giuridico, adesso il problema è il riconoscimento ecclesiale: sembra quasi una presa in giro). Tuttavia viene assicurata la preghiera affinché si mantenga obbedienza al vescovo e al papa (immagini 23 e 24).

Ed eccoci ai giorni nostri. Come andrà ad evolversi tutto ciò? Lo scopriremo vivendo, tuttavia c’è la certezza di una Chiesa sorda alle richieste di conforto spirituale di una parte del suo gregge, un Chiesa
che è chiamata ad essere madre e custode e si comporta da padre padrone e tiranna. Viene in mente il passo di Isaia: “Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada”. In ogni caso la domanda sorge spontanea a questa Chiesa: “Ve lo meritate ancora l’8x1000?” Si diano una risposta da soli.






*







14 commenti:

  1. Più che pregiudizi, mi sa che conoscono i loro polli.

    RispondiElimina
  2. Essere sempre troppo ossequiosi non paga. Provino a dire che l' 8x1000 sarà destinato ad altri forse lor signori cominceranno ad intendere.

    RispondiElimina
  3. Una prima osservazione: ma nella Diocesi di Chieti-Vasto non usano protocollare i documenti?
    E poi, esilarante risposta di Bruno Forte che qualifica Paolo (dis)VI e Giovanni Paolo II come santi mentre Pio V no! Mah

    RispondiElimina
  4. Da notare che, nella lettera del Vescovo, Paolo VI e Giovanni Paolo II sono indicati – correttamente – come «santi Pontefici» mentre «Pio V» non è appellato né come «Pontefice» né come «Santo»

    RispondiElimina
  5. Forse è il caso di cominciare ad esercitare la virtù della DISOBBEDIENZA agli eretici ariani. Si tengano le chiese (per ora) e noi teniamoci la fede. Per prima cosa lasciate perdere i preti conciliaristi.

    RispondiElimina
  6. Le immagini non si possono vedere,
    manca il collegamento. Potete provvedere? Grazie

    RispondiElimina
  7. Ho sempre detto.. In Abruzzo c'è l'urgenza di un Priorato, è centro Italia!
    Perché la FSSPX non ha questo realizzato? Cosa ci vorrebbe?

    RispondiElimina
  8. Se io fossi vescovo...

    Se io fossi vescovo guiderei la mia diocesi con il Vangelo e i libri della vita dei Santi, che sono testimoni, con la propria vita, del vangelo. Non avrei bisogno di scrivere. È già tutto scritto!
    Perche Mons scrive tanto? Non è per capovolgere duemilla anni di magistero della Chiesa? E seminare nella mente dei fedeli l'idea della propria chiesa? Pensateci...
    Ho provato ad ascoltare Mons in tre occasione, mi è stato sufficente! Un bla, bla, bla (come direbbe la giovane ecologista Thunberg) pieno di parole, qualche spruzzo di greco o ebraico (tanto per dare quel tocco di discorso interessante, di persona colta) ma non mi diceva niente, tirando così con questi spruzzi, la palla a chi ascolta, di essere lui l'ignorante. Se IL PASTORE, Nostro Signore Gesù Cristo ha parlato chiaro, questi, perché la complicano? Se non per impiantare un proprio magistero?
    E allora, perché i prelati seguace della Tradizione anche loro scrivono tanti libri? Lo spiego subito, perché invece, con tanto di magistero bimillenario in mano, devono (sono tenuti davanti a Dio) a far capire ai fedeli la rete nella quale sono stati intrappolati! avvertendo loro il rischio della perdita della propria fede. Questi vescovi, che non hanno rispetto per l'ostia consacrata, così facendo, invece di confermare nella fede (loro compito) l'hanno perso già e te la vogliono far perdere anche a te!
    Mi permetto, e faccio di cuore, dare questo consiglio al vescovo Bruno Forte, di leggere DOMINUS EST di Mons. Athanasius Schneider, piccolissimo libro, che si divora con la lettura e scoprire, o ris-coprire il Mistero della Presenza Reale di Nostro Signore nell'ostia consacrata, come trattarLa e come DEVE essere data a tutti noi piccoli fedele e perché.
    Sia questo non solo consiglio per questo vescovo, ma anche per tutti i fedeli della sua diocesi e non.
    Capirete che un vescovo non può a un fedele, questo, vietare.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meno male che lei non è vescovo. È proprio il caso di dirlo!

      Elimina
  9. Credo che questa strategia con un vescovo come Forte sia stata totalmente sbagliata. Si doveva iniziare chiedendo un luogo per rosario e messa in italiano. Poi gradualmente si diffonde la devozione tradizionale. Oppure chiedere una Chiesa di proprietà dello stato o privata aggirando il vescovo.

    RispondiElimina
  10. Stemma Mons. BRUNO FORTE

    LUMEN VITAE CHRISTI
    .......

    RispondiElimina
  11. Avevo scritto un intervento ampio ed articolato in cui cercavo di spiegare perché il comportamento della diocesi è corretto. Non pubblicato.
    Non mi pare di aver offeso alcuno, cosa che non si può dire dei tanti interventi polemici regolarmente presenti sul blog.

    RispondiElimina
  12. Il gruppo di Atessa, non aveva già una Chiesa (credo privata)? Che cosa è accaduto?

    RispondiElimina