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lunedì 17 giugno 2024

Così la Chiesa italiana celebra l’ex gesuita abusatore #rupnik

Ancora i mosaici dell'abusatore Rupnik in una chiesa italiana.
Grazie a Federica Tourn per il permesso alla pubblicazione.
QUI i moltissimi post di MiL sull'ex gesuita Marko. Rupnik.
Luigi C.

di Federica Tourn, Appunti di Stefano Feltri, 12-6-24

Marko Rupnik, l'ex gesuita accusato di abusi psicologici e sessuali su diverse donne e attualmente sotto processo canonico, è un uomo conosciuto e potente all’interno della chiesa. In quasi quarant’anni di sacerdozio ha lavorato con cura sulla sua immagine, fondando il Centro Aletti, un’associazione teologica e artistica a Roma, coltivando relazioni in Vaticano e guadagnando milioni di euro con le sue opere.
La sua carriera è stata congelata alla fine del 2022, quando la denuncia pubblica di una ex suora, Gloria Branciani, ha fatto venire a galla il suo lato oscuro, ben noto a molti nella chiesa: le ripetute accuse di abuso, la scomunica latae sententiae per aver assolto in confessione una novizia con cui aveva avuto un rapporto sessuale (poi tolta, probabilmente dal papa), il primo processo canonico (concluso con la prescrizione), le restrizioni imposte dalla Compagnia di Gesù (mai rispettate).
Nonostante il grave colpo alla sua immagine, Rupnik non si è fermato, ma ha iniziato una fase carsica, in cui lavora e tesse i suoi rapporti nell’ombra, lasciando che siano altri a mostrarsi al posto suo.
È quello che è successo il 26 maggio a Conegliano Veneto, nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie, dove sono stati inaugurati dei nuovi mosaici prodotti dall’atelier del Centro Aletti.

Benedetti mosaici

Gli artisti hanno impiegato sei giorni a montare gli imponenti mosaici nella chiesa del trevigiano, lo stesso tempo che, secondo il racconto biblico, è servito a Dio per creare il mondo. 160 metri quadri che raffigurano scene della crocifissione e della resurrezione di Gesù, un'opera che nei colori sgargianti e nelle linee, che si richiamano alla tradizione bizantina, porta chiara la firma di Rupnik.

Il progetto di abbellire l'abside, scrive il parroco don Pietro Bortolini nell'ultima lettera di Natale alla comunità, era già un sogno del suo predecessore e l'idea di affidare l'incarico al Centro Aletti di Roma è stata apprezzata «dal consiglio pastorale, dal consiglio affari economici, dall’arte sacra della diocesi», e «incoraggiato dal vescovo, che ha interpellato addirittura la Cei».

Così, si sono ritrovati tutti in prima fila di domenica pomeriggio per presenziare alla benedizione dei mosaici. Il parroco, commosso fino alle lacrime, il vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, il sindaco di Conegliano Fabio Chies (Forza Italia) e don Sandro Mora, sacerdote di Novara che dal 2020 fa parte del Centro Aletti.

Il nome di Rupnik non viene mai pronunciato, ma in chiesa la sua presenza si percepisce ugualmente: don Sandro addirittura la esplicita, dicendo all'assemblea che porta “il saluto di padre Marko e di tutto il Centro Aletti”, mentre il parroco si dilunga volentieri sulla sua amicizia con il sacerdote, che ha portato infine, dopo anni di scambi e una visita al suo atelier di Roma, a realizzare i sospirati mosaici. “Facevo gli esercizi spirituali con lui e le sue opere mi hanno sempre colpito – dice – le ho viste a Lourdes, Fatima, Cracovia, dove c'è una crocifissione che somiglia molto alla nostra: trasmettono più calore, una spiritualità più libera, si sente lo Spirito Santo”.
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