Una recensione utile e approfondita del volume del prof. de Mattei, già recensito QUI da MiL.
Luigi C.
Franco Maestrelli, Destra.it, 1-5-24
Quando si affronta la lettura di un saggio su un cardinale di Santa Romana Chiesa di cui è aperto il processo di beatificazione ci si aspetta un libro agiografico o talvolta un “santino” edulcorato, buono solo per lettori alla ricerca di pie letture. Invece lo storico Roberto de Mattei nel suo ben documentato libro Merry del Val. Il cardinale che servì quattro Papi pubblicato a marzo da Sugarco Edizioni ci offre un appassionante percorso che attraverso la vita e l’opera del Presule anglo-spagnolo, vissuto tra la fine Ottocento e i primi anni Trenta del secolo scorso, ci rende partecipi dei grandi eventi storici di quell’epoca. Non ci troviamo dunque davanti a un libro “confessionale” come bene se n’è accorto anche lo storico laicista Paolo Mieli che a questo saggio ha dedicato ben due pagine culturali dell’altrettanto laicista Corriere della Sera.
Il cardinale Rafael Merry del Val è figura dimenticata anche nel mondo cattolico se si pensa che l’ultima edizione della precedente biografia italiana, quella di Pio Cenci, uscì nel lontano 1955 e pertanto la riproposizione con un maggior taglio scientifico della vita del Presule giunge quanto mai opportuna e necessaria. Non dimenticato però da Papa Francesco che per ben due volte, nel 2019 e nel 2024 ha raccomandato la lettura delle Litanie dell’umiltà del Servo di Dio. Rafael Merry del Val nasce a Londra il 10 ottobre 1865 dove il padre ardente monarchico isabellino era segretario dell’Ambasciata spagnola mentre la madre Josefina discendeva da un basco che nella City aveva aperto una banca e sposato una donna di ascendenze scozzesi e olandesi.
Da questo intreccio di nazioni presente nell’albero genealogico del futuro cardinale si comprende subito perché la diplomazia fosse scritta nel suo destino, anche se non diverrà un ambasciatore come il padre ma sarà un diplomatico ecclesiastico. Viene notato ventenne durante un’udienza concessa al padre dal Pontefice Leone XIII che ne intuisce le grandi doti intellettuali e spirituali che avrebbero favorito la sua veloce ascesa nella carriera ecclesiastica ed entra nell’Accademia dei Nobili Ecclesiastici, un’ istituzione fondata nel 1701 e destinata a formare il corpo diplomatico vaticano. Il desiderio di Merry del Val era svolgere apostolato missionario nel paese in cui era nato ma già a ventidue anni accompagna una delegazione papale inviata a Londra per il Giubileo d’oro della Regina Vittoria. E’ testimone del “Rallièment” di Leone XIII e e gestito dal Segretario di Stato Mariano Rampolla del Tindaro, con cui la Santa Sede cerca un riavvicinamento con la Francia repubblicana in vista di un appoggio per la restituzione degli Stati Pontifici. La scelta politica si rivelerà sbagliata e la Francia repubblicana non mostrerà riconoscenza ma promulgherà presto le leggi laiciste e anticlericali.
Ordinato sacerdote a Roma nel 1888, il giovane ecclesiastico poliglotta e abituato agli usi della diplomazia riceve l’incarico di fornire assistenza spirituale dei giovani della Scuola popolare pontificia nel rione di Trastevere, incarico che manterrà fino alla morte. Nel 1895, anno della prima redazione delle sopracitate Litanie dell’umiltà, Merry del Val giocherà un ruolo decisivo nella questione delle Ordinazioni anglicane che alla fine non furono riconosciute da Leone XIII. Gli ultimi anni del secolo li trascorse in missioni diplomatiche in Canada e a Londra nel 1901 per l’incoronazione di Re Edoardo VII successore della Regina Vittoria. La morte di Leone XIII nel 1903 darà una svolta alla carriera di Merry del Val.
Nominato malgrado la giovane età Segretario del Sacro Collegio durante il Conclave che vide l’elezione di Giuseppe Sarto a Pontefice col nome di Pio X, riscosse l’ammirazione del neo eletto che lo volle a 38 anni segretario di Stato al posto del ormai in declino cardinal Rampolla del Tindaro. Il veto dell’Imperatore d’Austria su quest’ultimo da un lato favorì l’elezione del Patriarca di Venezia e dall’altro lato il tramonto del filo francese Rampolla. Merry del Val con Pio X trovò un’intesa perfetta e la sua collaborazione fu preziosa per il Pontefice. Tra i due intercorse un’intesa filiale e una corrispondenza stretta di intenti sui difficili temi che agitarono la Chiesa in quegli anni di primo Novecento. Il giovane cardinale si trovò a gestire l’opposizione alle leggi anticlericali della Repubblica francese, la redazione del Codice di diritto canonico, la lotta all’eresia interna alla Chiesa, il modernismo, che in quel periodo avvelenava il mondo cattolico e che portò poi Pio X alla promulgazione della condanna definitiva con la Pascendi Dominici Gregis (1907).
La battaglia contro il modernismo impegnò il Segretario di Stato per tutto il Pontificato di Pio X che morì il 20 agosto 1914 proprio mentre le truppe tedesche entravano a Bruxelles. Il “Guerrone” temuto dal Papa era ormai in pieno svolgimento. Nel nuovo Conclave Merry del Val entrò come papabile ma la concertazione dell’ala “rampolliana” portò all’elezione del cardinale di fresca nomina Giacomo Della Chiesa che assunse il nome di Benedetto XV. La scelta di quest’ultimo di non confermare il segretario di Stato uscente ma di preferirgli il cardinal Pietro Gasparri, considerato avversario di Merry del Val, mostrò che l’orientamento della Santa Sede era mutato. All’ex segretario di Stato fu conferito l’onorevole ruolo di segretario della Congregazione del Sant’Uffizio.
Roberto de Mattei esamina nel dettaglio, con comode note a piè di pagina, la brillante carriera di Merry del Val e i Conclavi del 1903, 1914 e del 1922 che portò tra contrasti all’elezione del cardinale lombardo Achille Ratti che assunse il nome di Pio XI. Vent’anni densi di epocali avvenimenti storici: la“crociata” contro il modernismo, la Grande Guerra, la fondazione dell’Azione Cattolica e delle Unioni Elettorali cattoliche che misero fine all’astensione dei cattolici dalle elezioni politiche, il pericolo del socialismo, la rivoluzione russa, la nascita del Partito Popolare e l’avvento del fascismo. E sotto il Pontificato di Pio XI assistiamo al Concordato con lo Stato italiano, alla discussa condanna dell’Action Française di Charles Maurras. Con il nuovo Pontefice non mancarono divergenze soprattutto in merito a questa condanna, peraltro già prevista nei confronti del solo Maurras da Pio X ma non attuata, infatti Merry del Val era di sentimenti monarchici e legato da amicizia con il cardinal Louis Billot che per i suoi legami con il movimento di Maurras perse il galero cardinalizio.
Da de Mattei apprendiamo che anche sulla gestione del Concordato del 1929 e dei rapporti con il fascismo le idee di Merry del Val non coincidevano con quelle del segretario di Stato Gasparri e Pio XI nel 1930 sostituì Gasparri con monsignor Eugenio Pacelli (divenuto nel 1939 Pio XII) stimato da Merry del Val che lo aveva apprezzato durante la collaborazione in una sezione della Segreteria di Stato sotto Pio X, stima e apprezzamento reciproco. Mentre conduceva la sua battaglia contro il modernismo dal Sant’Uffizio e attraverso la nuova pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti, Merry del Val morì nel 1930 sotto i ferri di un’operazione di appendicectomia a soli 65 anni suscitando anche qualche sospetto sulla sua morte improvvisa. Nel 1953 Pio XII aprì il processo canonico di beatificazione di Rafael Merry del Val proclamandolo Servo di Dio.
Il saggio di Roberto de Mattei pur scritto con rigore storico si legge piacevolmente, come il romanzo di una vita intensa passata in mezzo a eventi epocali che l’autore analizza ampiamente e sempre su fonti ineccepibili comprendenti anche le carte inedite dell’archivio di Merry del Val e che permettono al lettore di addentrarsi in aspetti poco noti della storia europea e soprattutto di scoprire un uomo animato da una grande spiritualità che giunse ai più alti vertici della Chiesa senza perdere mai la sua umiltà.
Roberto de Mattei, Merry del Val. Il cardinale che servì quattro Papi (1865 – 1930). Sugarco Edizioni, Milano 2024, pagine 460, euro 28,80