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giovedì 23 maggio 2024

L’economia di mercato? L’abbiamo inventata noi cattolici... altro che protestanti! #300denari

Il segreto del suo successo in ambito finanziario? La preghiera e l’approccio all’economia da filosofo e uomo di fede. Parola di Ettore Gotti Tedeschi, già Presidente dello IOR, l’Istituto di Opere Religiose, ed uno dei più importanti teorici della finanza a livello mondiale*. Riproponiamo qui in due uscite l’attualissima intervista di Liliane Tami
 all’economista cattolico, rilasciata a margine del suo intervento in Svizzera al convegno su Etica, Finanza e Impresa organizzato dal Collegium Caronensis, l’Associazione che tra le sue finalità ha quella di diffondere la Tradizione e sui suoi valori non negoziabili.

Stimato prof. Ettore Gotti Tedeschi, ci parli un po’ di lei: è sempre stato cattolico o lo è diventato? Quanto è importante la religione nel suo vivere quotidiano?
Cattolico non si nasce. Certo il battesimo crea l’uomo nuovo in Cristo, ma il seppellimento dell’uomo vecchio dura tutta la vita. Confrontandosi ogni giorno con il mondo che ti chiede di mondanizzarsi, il problema è riuscire ad essere nel mondo senza mondanizzarsi. Ciò per dire che riuscire ad esser cattolico vuole una lotta e una grazia. Parlo anche per me: dopo aver ricevuto il battesimo e la cresima, come è stato per molti, anche io mi ero mondanizzato. E sarà in età matura, alla fine dell’università grazie ad un “incontro” – che fu una grazia –, a iniziare un processo di riconversione. Processo tutt’ora in essere, perché la crescita spirituale o si alimenta o corre il rischio di fare passi indietro. Essere e restare cattolici vuole una strada di perfezionamento continua, vuole volontà e lotta. Quanto è importante la religione nel mio vivere quotidiano? La mia fede è nel mio vivere quotidiano, con unità di vita, cercando di conformare ogni azione a ciò che credo. O perlomeno cercando di riuscirci, con umiltà, senza orgoglio naturalmente.

Di particolare interesse sono i suoi libri, che trattano di etica e filosofia economica. Quanti ne ha pubblicati? In estrema sintesi, che idea vuole veicolare?
Ne ho pubblicati ben venticinque. Il primo che scrissi nel 2004 con Rino Cammilleri (che mi insegnò a scrivere un libro) fu Denaro e Paradiso. L’ultimo, uscito nel 2022, è il “Così non parlò Zarathustra”. I miei libri hanno quasi tutti come tema chiave l’economia, intesa come non solo come strumento di soddisfazione dei bisogni umani, di benessere, ma anche di potere. Ma quali sono i bisogni umani da soddisfare e chi lo decide? In quanto strumento, l’economia in sé non è né buona né cattiva: è l’uomo che la rende tale. In altre parole, il mio invito è a riflettere sulla differenza tra fini e mezzi, tra cause ed effetti, nonché sull’esigenza di formarsi per dare senso all’uso degli strumenti. Qui il vero rischio è che essi prendano autonomia morale. Chi mi segue può vedere quanto insista su questo rischio: il degrado della capacità di dare senso alla vita e agli strumenti usati dall’uomo.

Ci faccia capire: intende dire che se oggi c’è degrado non è colpa della società ma dall’individuo che ha perso la ragione?
Esatto. Tutto parte dalla persona e dall’esercizio della sua ragione. La corruzione della morale è conseguenza della corruzione della ragione. Ho spesso descritto, analizzandolo con differenti sfaccettature, come il crollo della civiltà occidentale negli ultimi cinquanta anni – i cinque decenni che hanno cambiato radicalmente il mondo con errori sorprendenti mai corretti nelle cause, ma solo negli effetti – sia un crollo dettato dalla umana ragione (ancor peggio, dalla umana volontà) attraverso reset continui, direi almeno una decina. Ed è interessante vedere l’influenza dell’Autorità morale in questi processi, dove ho considerato il passaggio tra attenzione ai poveri spiritualmente – dove la Chiesa ha una esperienza unica –, ai poveri materialmente – dove la Chiesa ha in genere minor esperienza – e mi lasci dire, si vede.

Però saranno proprio i francescani nel XII secolo a promuovere l’economia...
Sì, potremmo dire che essi saranno i precursori dell’economia di mercato, altro che i protestanti, checché ne dica Max Weber. La loro sarà una economia orientata a combattere la povertà e le sue conseguenze, ispirandosi di fatto alla necessità di libertà – di persona e mercato – per realizzare il bene comune. I due frati-economisti più famosi son stati Pietro di Giovanni Olivi e persino un santo, San Bernardino da Siena. E saranno proprio i francescani nel XV secolo a fondare i Monti di Pietà, per evitare l’usura e sfruttamento.

* Ettore Gotti Tedeschi è un laico, cattolico ed economista. Nel 2008 ha contribuito alla stesura dell’enciclica Caritas in veritate di Papa Benedetto XVI. Nel 2009 è nominato Presidente dell’Istituto per le Opere di Religione, ruolo che ricoprì sino al 2012. Consigliere d’amministrazione del Sanpaolo IMI, viene nominato dal ministro Giulio Tremonti consigliere per i problemi economico-finanziari ed etici nei sistemi internazionali. Il suo percorso accademico è notevole: è stato docente di Strategia finanziaria all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, poi di Etica economica all'Università degli Studi di Torino. Oggi insegna Etica della finanza all'Università Cattolica di Milano ed è editorialista de L'Osservatore Romano e del Sole 24 Ore.


Liliane Tami

2 commenti:

  1. Fortunatamente il Prof. Gotti Tedeschi sbaglia, ma se non si sbagliasse ci sarebbe ben poco di cui vantarsi. Forse sarebbe meglio che ciascuno facesse il suo mestiere, banchieri inclusi, e non si dilettasse con discipline che non conosce.
    A margine: è abbastanza triste che un blog dedicato al cattolicesimo tradizionale si presti ad apologie nel neoliberismo, che nulla ha a che fare con esso.

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  2. Ha ragione il primo lettore. Da sempre, tutti i blog e siti cattolici tradizionalisti hanno accusato i protestanti per via dell'economia di mercato e del capitalismo, in primis i calvinisti. Per quanto riguarda il bene comune, forse ha davvero a che fare con il francescanesimo, ma è antitetico al neoliberismo. Le università private, per esempio, non c'entrano nulla con il bene comune. Bisogna fare attenzione, poiché si rischia di colpire lo statalismo a prescindere e certi ambienti avversano lo statalismo a prescindere da tutto il resto. Il bene comune è necessariamente Stato. Oer capire, invece, le origini del sistema neoliberista attuale, bisogna leggere Ayn Rand, che è invece l'anima di tutto il sistema economico, fiscale, privatizzante di tuttii i Paesi occidentali. Ayn Rand disprezza la croce di Cristo, difende l'evasione fiscale a prescindere ed è la padrina dell'individualismo assoluto,nonché fondatrice del satanismo occidentale. Tutti i partiti, da quello di Trump al quello di Emma Bonino, fanno culto di Ayn Rand. Chi segue l'economia di Ayn Rand non può essere cattolico.

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