Post in evidenza

ABSTULIT ATRA DIES ET FUNERE MERSIT ACERBO - #requiem

Siamo oggi listati a lutto nel giorno dei funerali di Arnaud, ragazzo diciannovenne, tragicamente coinvolto in un incidente stradale alcune ...

mercoledì 22 maggio 2024

La Messa tradizionale nell'arte #147 - San Filippo Neri, il santo dei ragazzi, che preferiva il Paradiso #sanfilipponeri #oratorio #oratoriani #frisina #gioia #mtlnellarte

Domenica 26 maggio, nel giorno della sua nascita al cielo, il calendario della Chiesa (V.O. e N.O.)  commemora un grande santo oggi un po' dimenticato: S. Filippo Neri.
Oggi proponiamo quest'opera del pittore Paolo di Matteis (1662-1728) realizzata a inchiostro, carboncino e riflessi bianchi su carta azzurra, intitolata: "San Filippo Neri celebra la Messa" (risalente tra il XVII e il XVIII secolo) che si Louvre). 

L'occasione della nostra rubrica MTL nell'arte, ci dà occasione per "rispolverare" un po' la figura di questa importantissimo santo, pio modello sacerdotale ma anche infaticabile discepolo della carità e dei ragazzi di strada, che molto ha da insegnare ai sacerdoti di oggi (anche tradizionalisti!): la pastorale giovanile è una cosa seria, come altrettando seria è la pratica dei sacramenti. 

E'  sbagliatissimo e controproducente pensare di arrivare ai giovani rinnegando e svilendo il ruolo del sacerdote, come d'altro canto è sterile e inutile pensare solo alla liturgia e a costringere i ragazzi ad andare a Messa. Don Filippo questo lo capì bene e senza mai ridicolizzare o secolarizzare la propria figura sacerdotale, grazie all' "invenzione" dell'oratorio (fatto di musica, canti, giochi e di gioioso incontro tra amici) riuscì ad attirare a sè tantissimi i ragazzi (che invitava spesso a "stare buoni" se... potevano) e ad

avvicinarli ai sacramenti (suscitando il loro non poche vocazioni). 

Accanto alla pastorale per i giovani però don Filippo praticò in maniera esemplare il proprio ministero sacerdotale (stava ore in confessionale) e fu un infaticabile discepolo della carità (fondò l'Arciconfraternita della Ss.ma Trinità dei Pellegrini  e ne riedificò la chiesa della Ss.ma Trinità dei Pellegrini in Roma, ben nota a tutti i tradizionalisti del mondo).

Nella roma papalina del '500 seppe rifuggire le vanità (cardinalato compreso) e, per tutta la sua vita si può dire, per l'appunto, che egli preferì sempre Dio e il Paradiso (qui il canto a lui dedicato composto da Mons. Marco Frsina). 

Noti sono i due film dedicati a San Filippo Neri divenuti piete miliari e che prendono il nome da due delle molte frasi celebri del santo romano: "State buoni se potete" di L Magni (1983 MultiMedia San Paolo) con Johnny Dorelli e musiche di Branduardi; e "Preferisco il Paradiso"  di Campiotti (2010, Lux video) con Gigi Proietti e musiche di Frisina (qui la celeberrima colonna sonora).  

Sotto, la laude di San Filippo Neri, che faceva cantare, quale testamento spirituale un giorno, ai suoi ragazzi (prendendo spunto dal  Qoelet): Vanità di Vanità (messa in canto da Branduardi nel 1983 per il sucitato film): 

Vanità di vanità.
Ogni cosa è vanità.
Tutto il Mondo, e ciò che ha
Ogni cosa è vanità.

Se del mondo i favor suoi
T’alzeran fin dove vuoi.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se regnassi ben mill’anni
Sano, lieto, senz’affanni.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se tu avessi d’ogn’intorno
Mille servi, notte e giorno,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se tu avessi più soldati
Che non ebbe Serse armati,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se tu avessi ogni linguaggio,
E tenuto fossi saggio,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se starai con tutti gli agi,
Nelle Ville, e ne’ Palagi,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

E se in feste, giuochi e canti
Passi i giorni tutti quanti,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Sazia pur tutte tue voglie
Sano, allegro e senza doglie,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Dunque a Dio rivolgi il cuore,
Dona a lui tutto il tuo amore,
Questo mai non mancherà,
Tutto il resto è vanità.

Se godessi a tuo volere
Ogni brama, ogni piacere,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se tu avessi ogni tesoro
Di ricchezze, argento ed oro.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se vivessi in questo mondo
Sempre lieto, ognor giocondo,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se lontan da pene e doglie
Sfogherai tutte tue voglie,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Se qua giù starà il tuo cuore
Giubilando a tutte l’ore,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.

Dunque frena le tue voglie,
Corri a Dio, che ognor t’accoglie,
Questo mai non mancherà.
Tutto il resto è vanità.

(San Filippo Neri. Da Giuseppe De Libero, Vita di S. Filippo Neri, Apostolo di Roma, Ed. Oratorio di Roma, 1960, pp.191 ss)

di San Filippo Neri (Firenze, 1515 - Roma, 26 maggio 1595).

Nessun commento:

Posta un commento