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giovedì 30 maggio 2024

Gotti Tedeschi parte 2: debito, Meloni, denatalità, bitcoin e green economy #300denari

Continua il dialogo con Ettore Gotti Tedeschi, esponente di punta della finanza cattolica, che sollecitato dalla nostra
Liliana Tami si lascia andare su personaggi e temi di forte attualità. Questa seconda uscita – lo ricordiamo – è stata rilasciata a margine del suo intervento a Lugano al convegno su Etica, Finanza e Impresa organizzato dal Collegium Caronensis, l’Associazione che tra le sue finalità ha quella di diffondere la Tradizione e sui suoi valori non negoziabili.

Professore, due domande secche, una di economia e una di politica. Partiamo dalla prima: cosa ne pensa del debito pubblico italiano?
Mamma mia, rispondere alla domanda sul debito pubblico italiano significa scrivere un trattato. Per non farlo, ricordo solo che dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1993 (anno in cui iniziano le privatizzazioni) l’economia italiana trainante – direttamente e indirettamente – era quella pubblica. Al contrario di quanto accadeva in altri Paesi, la nostra era una economia scarsamente efficiente, sostenuta dallo Stato e con debito continuo, oserei dire “provvidenziale”. Però va detto anche che lo stato di salute di una Paese si misura sul debito totale, sia pubblico che privato. E l’Italia in tal caso sta meglio di molti paesi europei perché gli imprenditori italiani sono i migliori del mondo, e il popolo italiano è stato il maggior risparmiatore in Occidente. Le porto solo un dato: fino a qualche anno fa il risparmio degli italiani era pari a quattro volte il debito pubblico.

Chiarissimo. Veniamo ora alla seconda domanda: qual è la sua opinione su Giorgia Meloni?
Che mi pare un miracolo che potrà aprire la strada di una conversione dell’Occidente – e per occidente intendo Europa, ma anche Stati Uniti – verso l’area conservatrice. Guardi è la storia che ce lo insegna: quando le cose vanno male son i partiti conservatori – per loro natura saggi, realisti e illuminati – a saper interpretare e risolvere i problemi. E di certo non i partiti cosiddetti progressisti, teorici e intenti a calare dall’alto solo utopie.

Tra i temi cari ai conservatori c’è anche quello della denatalità. Ormai le donne non fanno più figli, le famiglie numerose sono sempre più rare e ciò porterà ad un inevitabile collasso sociale. Cosa si potrebbe proporre per aumentare l’attuale (e disastroso) tasso di natalità?
No cara mia, il collasso sociale c’è già ed è irreversibile e incurabile. Il problema non è affatto economico, ma culturale. Se non si fanno figli si diventa più poveri, è elementare. Non volerlo capire è questione di cultura, neppure di egoismo. E occorre più di una generazione per risolverlo. Per accrescere il tasso di natalità allo stadio in cui ci troviamo è scarsamente utile incentivare economicamente famiglie e numero di figli. Si deve tornare a insegnare latino e greco, logica e matematiche, la storia della filosofia partendo da Aristotele. Ma soprattutto ci vorrebbe una autorità morale che educhi alla vita, anziché diffondere modelli del tipo “far figli come i conigli”; che tuteli la dignità della creatura umana, piuttosto che privilegiare la tutela dell’ambiente tout court.

Mi consenta ora delle domande botta e risposta. Bitcoin, vessillo di chi sostiene la decentralizzazione e la libertà. Cosa pensa delle criptovalute?
Passi pure alla domanda successiva…

Green economy: farsa o salvezza?
Business …

Personaggio storico o filosofo preferito?
Il mio filosofo preferito, se così si può chiamare quasi irrispettosamente, è Aristotele. Anche se in questa nostra conversazione trovo più opportuno e attuale eleggere il profeta Geremia (VII sec. a.C.). La sua scuola nota per le sue invettive chiamate “Tuono di Geremia”, maltrattava i sacerdoti non meritevoli, tanto che fu imprigionato per questo. Ricordo una sua frase: “Maledetti i pastori che distruggono e disperdono le loro pecore [perché così] il mio popolo è diventato profano, cammina in falsità” (Ger. 23). Grande Geremia!

E per finire una domanda più intima: lei prega spesso? Secondo lei vi è un rapporto tra successo personale e costanza nella preghiera?
Prima di rispondere dovrei io chiederle cosa è per lei il successo. Se fosse quello che è per me – ovvero il successo personale –, le direi che senza preghiera è impensabile riuscire a raggiungerlo. E gli angeli in questo ci aiutano.

Perché, cosa pensa degli angeli?
Penso che li abbiamo dimenticati. Abbiamo dimenticato che siamo nati con un angelo custode accanto. Conseguentemente non li “sfruttiamo” più come dovremmo e loro stessi vorrebbero. E non ricorrendo a loro è come aver perso il nostro miglior amico.


Liliane Tami

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