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domenica 5 maggio 2024

Difesa della Messa Tradizionale: 136ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C.

136ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

Vorrei segnalare un articolo molto interessante di Sophie Le Pivain, su La Croix del 25 aprile: “Perché la liturgia affascina così tanto i giovani cattolici” (Pourquoi la liturgie fascine tant les jeunes catholiques (la-croix.com)), che prossimamente verrà anche commentato da Paix Liturgique.
Sophie Le Pivain cita ampiamente Padre Gilles Drouin, direttore dell'Istituto Superiore di Liturgia, che si è messo in luce con una colonna sul sito dell'Istituto Cattolico di Parigi (Pour ne pas céder à la nostalgie, il faut "former, former et encore former". Un appel du directeur de l'ISL - ICP), dove attaccava duramente le manifestazioni per chiedere la libertà della messa, perpetrate secondo lui dagli "eredi dell'intrangentismo cattolico", per i quali "la liturgia diventa la bandiera di rivendicazioni e nostalgie, che non sono solo di ordine liturgico."

Posso personalmente testimoniare che Padre Drouin, che ho avuto occasione di incontrare, non ha certo indietreggiato da quanto ha affermato in questa colonna di articoli, che definisce “vecchia”, ma ha chiaramente annacquato il vino. Le citazioni di Sophie Le Pivain lo confermano. Ma…

Ma le parole di Sophie Le Pivain, che conosce bene il mondo tradizionale, riflettono chiaramente il pensiero degli attuali leader liturgici, tra cui P. Gille Drouin, che cercano di analizzare questo grande movimento di “ritorno” dei giovani cattolici di oggi a forme liturgiche classiche: «A Lille, sono tra i 600 e gli 800 studenti che ogni settimana si accalcano contro i muri della cappella cattolica per una messa celebrata alle 22.00 a lume di candela e animata da un coro polifonico, con un “immenso fervore”, riportava La Voix du Nord il 16 marzo. Sulla rete x, cattolici eminenti e di ogni sensibilità, dibattono e scherzano appassionatamente sul formato delle preghiere universali, sul significato dell’ottava di Pasqua, su chi può servire la messa o sull’innovazione nel canto liturgico…”

L'articolo del La Croix mira a mettere in prospettiva il fatto che l'interesse dei giovani è rivolto principalmente alla liturgia tradizionale, mostrando che essi sono orientati anche verso qualsiasi liturgia “ben curata”. Cosa che è vera. Ogni allusione dell'articolo all'antica liturgia è per dire che chi la frequenta ama anche la nuova liturgia quando è “bella”. Il che non è falso. Infine, citando Padre Gilles Drouin, La Croix collega il fenomeno con la ricerca individualistica postmoderna per lo “sviluppo personale”, perché “la liturgia fa bene”. Di cui, in effetti, bisogna tener conto.

Resta un enorme fatto doppio:

- 1/ L'intento postconciliare che voleva giustificare il massacro della liturgia cercando di "avvicinarla al popolo", che peraltro è fuggito a tutta velocità, è stato definitivamente sepolto, anche se il pentimento degli attuali dirigenti è solo parziale e limitato (si deve “accompagnare” il movimento, bisogna “trovare un equilibrio”).

- 2/ Il punto di riferimento implicito di questo “ritorno” ad una “bella liturgia” resta, senza dubbio, la liturgia prima del Concilio, che i chierici di cui Sophie Le Pivain si fa portavoce evocano volentieri.

Come ha affermato Jean-Pierre Maugendre nel suo appello per la piena libertà della liturgia tradizionale, come una constatazione che appare sempre più evidente a tutti: «tra gli elementi che possono contribuire alla rinascita interna della Chiesa e alla ripresa del suo sviluppo missionario, c'è innanzitutto la celebrazione santa e dignitosa della sua liturgia, alla quale l'esempio e la presenza della liturgia romana tradizionale possono dare un potente aiuto» (Paix Liturgique France).

Tutto questo ci rassicura nel nostro agire paziente, care sentinelle. Se i sacerdoti che vanno e vengono dagli uffici dell’arcidiocesi considerano un favore la nostra presenza per chiedere questa piena libertà dell’usus antiquior – e infatti ce lo esprimono con discrezione – allora è perché le cose stanno cambiando. Continuiamo quindi con i nostri rosari, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, a Saint-Georges de La Villette, il mercoledì alle 17, e davanti a Notre-Dame du Travail, domenica alle 18:00 “Vegliate e pregate”, chiese Nostro Signore ai suoi amici.