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venerdì 26 aprile 2024

Intervista a Paolo Gulisano su Maria SS.: "E' una Madre nelle prove, ci dice sempre 'io sono qui'" #BMV #beatamariavergine

Una bella intervista all'amico dott. Paolo Gulisano.
Come la Vergine può  compagnare nella professione di medico, ma anche in quella di scrittore, per esempio attraverso i gran di santi che hanno reso testimonianza con la loro devozione mariana? Lo spiega a Maria con te Paolo Gulisano, scrittore, medi co e membro onorario della Pontificia Accademia Internazionale Mariana, ripercorrendo il suo incontro con la Madonna, che lo ha segnato per tutta la vita, accompagnandolo nella sua doppia professione.
Luigi C.

Maria con te, Francesco Gnagni, 25-4-24

Dott. Gulisano, qual è il suo rapporto personale con Maria?

Maria è uno dei pilastri su cui si basa la mia fede. La mia preghiera preferita alla Vergine è la Salve Regina, dove davvero è detto tutto su chi sia la madre di Cristo. Madre anche nostra, e Regina. Lei può riempire la nostra vita di tenerezza ma anche di dignità. E mi piace pensarla anche come “avvocata nostra”: cioè che ci difende, che sostiene la nostra causa presso il Padre.  C’è un immagine bellissima nel film Passion di Mel Gibson dove Maria ricorda un momento dell’infanzia di Gesù, quando il bambino cade e lei accorre e dice semplicemente: “sono qui”. Ecco, questa è per me la Madonna, qualcuno che dice “sono qui”.   Qualcuno a cui ricorrere con fiducia.

Come i suoi studi l’hanno aiutata ad approfondire il suo legame con la Vergine?

Per realizzare il mio primo libro, che riguardava i martiri messicani del ‘900, i Cristeros, mi dedicai al miracolo di Guadalupe, dell’apparizione della Madonna all’indio Juan Diego. Di quella apparizione ci resta una preziosa reliquia, il manto sul quale rimase impressa l’immagine della Vergine. E negli occhi della “Morenita”, della Madonna, è riflessa nelle sue pupille l’immagine di Juan Diego con i sacerdoti nel momento esatto in cui ella apparve. E’ un mistero straordinario anche per la scienza, e in seguito ebbi modo di andare personalmente in pellegrinaggio in Messico al Santuario della Patrona delle Americhe, un’esperienza straordinaria.  Questo è solo un esempio di come le mie ricerche mi abbiano avvicinato alla Madonna.

C’è una devozione particolare che le sta a cuore?

Sì, la devozione a Maria Addolorata, una devozione antica, che ricorda i sette grandi dolori, le sette spade che hanno ferito il cuore di Maria.  La sofferenza di Maria è sempre collegata a quella di Gesù, tant’è che la sua festa venne fisata da san Pio X il 15 Settembre, il giorno dopo la festa dell’Esaltazione della Santa Croce. E’ una devozione che mi è cara per molti motivi, non ultimo perché Maria collabora con l’azione di salvezza di Gesù, ogni giorno e in particolare nell”ora della nostra morte”. 

C’è un momento specifico in cui questo legame con Maria ha avuto una “svolta”, oppure ha coltivato il suo attaccamento alla Madonna fin da piccolo, in famiglia o nella sua educazione in senso più ampio?

Il legame con Maria è nato fin da quando ero piccolo, trasmesso da mia madre. Nella mia parrocchia natale c’era una statua della Madonna di Pompei davanti alla quale- fin da piccolo- mia mamma mi portava a pregare e ad accendere una candela. Grazie a Dio questo legame non è mai venuto meno nel corso degli anni, e ho cercato di tenerlo sempre più vivo.  Oltre alla preghiera sono stati di grande aiuto i pellegrinaggi: credo di avere visitato tutti i principali santuari Mariani in Italia e in Europa. Il pellegrinaggio può essere un grande strumento di conversione. 

Lei è scrittore prolifico e anche medico. Ci sono delle figure di medici con un particolare legame a Maria che hanno influenzato la sua devozione ma anche il suo approccio personale nei confronti della sua professione?

Certamente. Ci sono alcune figure di santi medici che mi hanno ispirato con la loro devozione a Maria,  a partire da san Luca, l’Evangelista che era anche un medico, che fu vicino alla Madonna anche dopo la Croce, e che si dice che abbia realizzato il primo ritratto di Maria. E poi san Giuseppe Moscati, il santo medico e scienziato, che si era consacrato alla Madonna, e infine santa Gianna Beretta Molla, una bellissima figura di medico, sposa e madre, morta sessant’anni fa per dare alla luce la sua bambina. Questi esempi di medici santi lo erano anche in misura del loro grande amore per la Madonna. 

 Lei è anche un appassionato di fantasy. Come la letteratura fantastica può avvicinare a Maria?

La letteratura del fantastico ci aiuta ad avere uno sguardo pieno di stupore sulla realtà, a  tenere gli occhi aperti, come diceva C.S. Lewis. Ci sono figure nelle opere dei grandi autori di Fantasy cristiana che ci insegnano le virtù di Maria, in primo luogo l’umiltà, ma anche la magnanimità, cioè il desiderio buono di grandi cose. Una delle preghiere preferite di Tolkien , l’autore del Signore degli Anelli, era il Magnificat: ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. Ma anche: grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente.  E’ una pedagogia del Buono, del Bello, del Bene.

Come la Madonna accompagna e influenza la sua vita professionale, sia di medico che di scrittore?

Cerco di guardare a Maria per imparare a vivere con gratitudine. La parola gratitudine ci collega al concetto di Grazia, e Maria è per eccellenza la piena di Grazia, colei a cui si chede di pregare per noi peccatori, e Maria ci ricorda che lo siamo, che lo dobbiamo riconoscere senza però disperare della salvezza che ci viene da Dio. Cerco di praticare l’arte del prendersi cura del prossimo, guardando al suo esempio.  Cerco di scrivere per testimoniare la bellezza della fede, dell’incontro con Dio. In tutto questo Maria non è solo un modello cui guardare, ma è anche un aiuto. Uno dei titoli più belli- e più veri- che le è stato dato è quello di Ausiliatrice. Per me è realmente così .

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