Post in evidenza

Perché il primo annuncio del Natale fu dato a degli umili pastori?

"Il mistero dell’Incarnazione pone il Cristianesimo in un’originale posizione –unica rispetto alle altre religioni– di valorizzazione d...

domenica 7 aprile 2024

Novus horror missare in Canada. Sacrilegio continuo. Ma parroco e vescovo se ne lavano le mani

C’è ancora qualcosa di cattolico? 
Grazie ad Aldo Maria Valli per questa utile traduzione.
Luigi C.

27-3-24
In Canada, nell’Ontario, c’è una residenza per anziani nella cui chiesa avvengono sacrilegi continui. Di recente, addirittura, una donna ha intonato la canzone New York, New York di Frank Sinatra davanti al Santissimo Sacramento. Ma parroco e vescovo lasciano fare.
Una pronipote di una delle donne anziane affidate alle cure del St. Elizabeth Village di Hamilton, Ontario, ha denunciato che, da quando sono iniziati i lavori di ristrutturazione di altri luoghi di incontro, nella chiesa cattolica della comunità si svolgono attività laiche come intrattenimenti musicali, riunioni dei residenti e “celebrazioni della vita”.

La pronipote, sotto lo pseudonimo di Marie Smith, ha sottolineato che l’attuale gestione della comunità non è cattolica e considera la chiesa una semplice cappella “non confessionale”. Il fatto è che lì c’è il Santissimo Sacramento, che per i cattolici è Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo sotto l’aspetto del pane e del vino.

Va notato che il St. Elizabeth Village fu fondato da una suora, madre Elisabeth Manhertz, che al centro della struttura volle espressamente la chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria, costruita “per rendere grazie a Dio”.

Dopo la morte della fondatrice, circa dieci anni fa, in base a un accordo con la società a scopo di lucro che acquistò la residenza, la gestione della comunità fu trasferita a un’associazione laica.

Nel denunciare il sacrilegio, Marie Smith ha fatto presente all’attuale direttore generale della comunità che in base al diritto canonico in una chiesa cattolica è proibito tutto ciò che non è consono alla santità del luogo. In risposta, il direttore ha rinviato la questione a padre Mark Gatto, parroco di Santa Caterina da Siena, da cui dipende la chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria.

Contattato da Marie Smith, padre Gatto si è però subito messo sulla difensiva e ha chiesto ripetutamente: “Lei pensa davvero che sia offensivo tenere riunioni in chiesa per discutere di questioni che riguardano e aiutano i residenti?”.

Inoltre, avrebbe consigliato alla Smith di leggere i Vangeli e di tornare da lui e dirgli se, dopo averi letti, la pensava allo stesso modo.

Marie Smith ha fatto notare che i Vangeli parlano chiaro: raccontano come Gesù Cristo abbia scacciato quelli “che vendevano e compravano nel tempio” e abbia “impedito che si portassero cose attraverso il tempio” (Marco 11:15-16) perché ci sarebbe stato un abuso della sacralità del tempio di Dio. La parola stessa “sacro” significa “messo a parte” per il servizio o l’adorazione di Dio.

In seguito, in una lettera a padre Gatto, Marie Smith ha chiesto che durante gli incontri non religiosi il Santissimo Sacramento venga rimosso dal tabernacolo, ma il sacerdote ha risposto: “Ovviamente non sono d’accordo. Se rimuovessimo il tabernacolo, diventerebbe ancora meno un luogo per i cattolici”.

Carol Daly, assistente del vescovo Crosby, ha dichiarato: “Il vescovo è abbastanza soddisfatto di ciò che padre Gatto ha risposto. Poiché non siamo proprietari dell’edificio, non possiamo porre condizioni circa l’uso dello spazio”.


Nella foto, la cantante che intona New York New York di Sinatra davanti al tabernacolo con il Santissimo Sacramento

1 commento: