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martedì 26 marzo 2024

Il movimento pro-vita messo alla prova; quattro cose da ricordare mentre ci avviciniamo alla Marcia per la Vita

Utili riflessioni sulle problematiche dei movimenti pro vita, riprendendo un denso articolo del gennatio scorso
Luigi C.

Mentre ci avviciniamo alla Marcia per la Vita del 2024, il movimento pro-life viene messo alla prova. Il clima di euforia post-Dobbs si è attenuato. La Società americana per la difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP) si unisce a tutti coloro che si oppongono al massacro di esseri umani innocenti e si prepara alla battaglia che ci attende.
Con il rovesciamento della sentenza Roe v. Wade, alcuni avrebbero potuto pensare che la questione della vita sarebbe stata sufficiente a risolvere il problema. Una volta tolta la camicia di forza della Roe, si pensava che la condizione del piccolo bimbo nascituro avrebbe sciolto i cuori di tutti. Gli Stati sarebbero stati liberi di abrogare le loro leggi sull'aborto o di introdurre nuove restrizioni.

La crudele realtà ha dimostrato il contrario. Una parte della popolazione continua a mettere il proprio interesse personale al di sopra di quello dei nascituri innocenti e della società in generale. I favorevoli all'aborto stanno combattendo con una ferocia ancora maggiore.

In tempi come questi, il nostro coraggio viene messo alla prova. La parte pro-aborto, che è stata spinta alla disperazione dalla decisione di Dobbs, ora cerca di scoraggiare i pro-life indicando i risultati delle elezioni e i sondaggi, che i media favorevoli (ndt: all’aborto) hanno ingigantito per creare un'atmosfera di dubbio tra i pro-life.

Molti sono scoraggiati nonostante le solide candidature dei pro-life e l'elezione di maggioranze pro-life (molte a prova di veto) in 57 camere delle legislature statali (i democratici ne detengono 40). Alcuni politici "pro-life" si sono fatti prendere dal panico e hanno proposto una via di compromesso e di resa. Altri chiedono di abbandonare quello che chiamano "ostacolo dell'aborto" per conservare un facile potere politico.

Nella lotta che ci attende, il movimento pro-vita prevarrà se ricorderà quattro cose che portano alla vittoria.

1. Mai dimenticare la vittoria di Dobbs

Dobbiamo sempre ricordare la grande vittoria del rovesciamento della Roe v. Wade. Ha sconvolto il mondo e ha realizzato l'impossibile. Non dobbiamo dimenticare che il cosiddetto "ostacolo dell'aborto" è stata spesso la via per molte vittorie, non per sconfitte. Ancora oggi, la questione domina il ciclo elettorale. La questione ha sfidato tutti i favorevoli (all’aborto) che lo consideravano un "diritto acquisito".

Alla vittoria di Dobbs si aggiungono gli sforzi dei manifestanti che hanno fatto chiudere migliaia di cliniche abortiste in tutta la nazione con le loro insistenti preghiere, la loro presenza e la loro perseveranza. Il movimento conta su centinaia di migliaia di pro-life, molti dei quali giovani, che ogni anno si mobilitano alla Marcia per la Vita a Washington e in un numero crescente di capitali e città americane, per affermare che la causa pro-life ha un futuro.

Attraverso i media, l'altra parte è abile nel cercare di dare l'impressione schiacciante che la maggior parte delle persone sia a favore dell'aborto. L'attuale campagna incentrata sui risultati delle elezioni non è diversa dalle altre. Dobbiamo resistere alla tentazione di accettare la narrazione dell'altra parte.

Non dobbiamo perdere il coraggio, ma piuttosto raddoppiare le nostre preghiere e i nostri sforzi per sconfiggere l'aborto procurato e renderlo impensabile. La sconfitta della Roe serve solo a dimostrare che una vittoria improbabile è possibile.

2. Ricordare sempre che l'aborto è una questione morale, non una questione di diritti delle donne.

Quando nel 1973 la Roe v. Wade rese legale a livello nazionale il peccato dell'aborto procurato, la questione fu presentata come una questione di diritti e di liberazione delle donne. In realtà, l'aborto ha reso possibile la distruzione della morale cristiana. Ha fatto progredire la rivoluzione sessuale perché ha permesso alle donne di essere sessualmente attive senza la conseguenza di una gravidanza.

Tuttavia, il movimento pro-vita ha osato cambiare il dibattito affermando che ogni aborto procurato è un male morale. L'aborto procurato è sempre un omicidio premeditato, poiché ferma il cuore pulsante di un bambino innocente non ancora nato.

In questo modo, il movimento ha riaffermato una nozione di giusto e sbagliato che l'altra parte ha cercato di soffocare. Proclama che la legge di Dio deve essere rispettata. Per questo motivo, molti pro-life sono stati coinvolti in altre questioni della brutale guerra culturale che ancora infuria in America.

Pertanto, dobbiamo resistere alla tentazione di trasformare il dibattito in uno sforzo solo per salvare vite umane, per quanto capitale esso possa essere. L'intero ordine morale deve essere difeso e promosso se si vuole sconfiggere l'aborto procurato.

3. Ricordare che questa battaglia è uno scontro di mentalità

Ricordiamo che la battaglia sull'aborto procurato rappresenta un violento scontro tra due mentalità. Non può essere ridotta a una semplice dimensione culturale o politica.

Una mentalità deriva dalle origini dell'America nel pensiero illuminista, in particolare come espresso dal liberalismo del XIX secolo. La sua premessa centrale è incentrata sulla gratificazione della volontà rispetto all'intelletto, da cui derivano le sue nozioni distorte di individualismo, libertà e uguaglianza. David Hume (1711-1776) scrisse: "La ragione è, e dovrebbe essere, la schiava delle passioni e non può mai pretendere di ricoprire altro incarico che quello di servirle e obbedirle".

L'essenza di questo liberalismo è il diritto di pensare, sentire, fare e peccare in tutto ciò che le passioni sfrenate richiedono, purché nessuno venga ferito nel processo. Questa visione liberale del mondo ritiene che gli alti ideali, la religione, la morale, gli universali e le tradizioni non siano necessari perché limitano la volontà delle persone. È una scelta degli individui se vogliono avere questi vincoli. Tuttavia, la coercizione è vista come il più grande dei peccati.

Alla mentalità liberale si oppone quella cristiana che consiste nel proporre alla ragione l'oggetto del suo amore che si trova nel bene, nel vero e nel bello che riflettono l'adorabile maestà di Dio. All'interno di un'anima ben ordinata, la grazia illumina l'intelletto, rafforza la volontà e tempera le passioni indisciplinate. Questa ricerca della verità e, in definitiva, di Dio è aumentata in modo esponenziale dalla pratica della carità e dall'azione della grazia soprannaturale. Il risultato di questa mentalità è un ordine cristiano che rende impensabile l'aborto.

Lo scontro di mentalità di oggi riflette due modi di essere e di pensare. Per sradicare l'aborto procurato, la mentalità liberale della licenza assoluta e senza vincoli deve essere rovesciata e dobbiamo cercare una visione del mondo cristiana fondata sulla libertà ordinata che la virtù e la natura richiedono.

4. Non dimenticare mai che si tratta di una battaglia religiosa

L'elemento religioso è sempre stato una parte cruciale della lotta per eliminare l'aborto procurato. Il movimento pro-vita è sostenuto più dalle preghiere dei suoi seguaci che dalle generose donazioni dei suoi maggiori benefattori. I rosari sui marciapiedi hanno fatto chiudere le cliniche abortive più delle semplici proteste o delle sfide legali.

Dobbiamo resistere alla tentazione di limitare il dibattito a una discussione secolare sul valore della vita umana. La ragione più importante per cui l'aborto procurato è sbagliato è che offende un Dio infinitamente giusto e misericordioso. Ogni bambino non nato sacrificato agli odierni idoli postmoderni elimina un progetto di Dio che non si realizzerà mai. Violare la Legge di Dio è un atto di rivolta contro la sua bontà.

In quanto omicidio di un essere umano innocente, l'aborto procurato è elencato come un peccato che grida vendetta al cielo. La proliferazione di questo peccato non porta la benedizione di Dio sulla terra, ma la sua ira. Coloro che si oppongono a questo peccato nazionale devono vedere la loro lotta come un atto di amore verso Dio e verso l'ordine da Lui creato, che include i non nati.

Pertanto, il movimento pro-vita deve sfruttare ogni occasione per invocare l'aiuto di Dio, sia in pubblico che in privato. La lotta deve essere inserita nel contesto di una battaglia religiosa. Non dobbiamo avere paura di invocare il Santo Nome di Dio per timore di offendere coloro che lo odiano o che non hanno fede e che speriamo di attirare verso la buona causa.

Invochiamo con coraggio il nostro Divino Salvatore. L'altra parte fa già spesso riferimento alle sue influenze sataniche. In effetti, il male dell'aborto procurato è così grande che deve essere visto nel contesto di una lotta tra il bene e il male, tra angeli e demoni. Come insegna San Paolo, "rivestitevi dell'armatura di Dio per poter resistere agli inganni del diavolo. La nostra lotta, infatti, non è contro la carne e il sangue, ma contro i principati e le potenze, contro i dominatori del mondo di queste tenebre, contro gli spiriti della malvagità nelle alte sfere" (Ef 6, 11-12).

Dio non ci deluderà mai

Solo ricorrendo a questa assistenza divina i pro-vita potranno prevalere in questa battaglia. Dobbiamo praticare quella fede incrollabile che sposta le montagne.

La fiducia è una speranza fortificata che non ammette esitazioni o ansie. Non può essere scossa da nulla al mondo. Per l'anima fiduciosa, quando l'aiuto umano diventa più improbabile, l'intervento divino diventa sempre più certo. Con questa fiducia in Dio per intercessione della Madre, dobbiamo affrontare le battaglie che ci attendono. Se facciamo la nostra parte confidando in Dio e combattendo per Lui, Egli non ci deluderà!

Ricordiamo queste quattro cose mentre siamo messi alla prova. Armati di fiducia, marciamo coraggiosamente contro gli spiriti maligni di questi tempi oscuri e depravati, cambiando il dibattito con la realtà soprannaturale dell'aiuto di Dio. Dobbiamo adattare le nostre tattiche con tutti gli occhi puntati su un'America morale e libera dall'aborto, una nazione sotto Dio. Non possiamo riposare fino a quando l'aborto procurato non diventerà impensabile e Dio e Sua Madre saranno amati e obbediti.

American Society for the Defence of Tradition, Family and Property (TFP)

19 gennaio 2024

Fonte: Tfp.org. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.