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domenica 3 marzo 2024

Difesa della Messa Tradizionale: 127ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C.

127ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

Ci incontreremo fedelmente anche questa settimana per i nostri rosari parigini delle sentinelle davanti agli uffici dell'arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, a Saint-Georges de La Villette, mercoledì alle 17, e davanti a Notre-Dame du Travail, domenica alle 18.

Oggi, vorrei segnalarvi un caso di “pentimento”, che merita la nostra attenzione. Molte volte vi ho parlato in passato degli scandali liturgici che fioriscono ovunque senza punizione né espiazione. Ed ecco che un episodio gravissimo è avvenuto di recente in un luogo emblematico del cattolicesimo americano, la cattedrale di San Patrizio a New York, lo scorso 15 febbraio: durante i funerali di una persona di nome Cecilia Gentili, omosessuale, tossicodipendente, con convinzioni atee, la persona defunta è stata celebrata come santa, “madre de todas las p.” etc., dalle varie persone che hanno che vi hanno offerto il loro “testimonio”, mentre il pubblico esultava come se fosse allo stadio per una partita di calcio. I “testimoni” erano travestiti, attorno ai quali si svolgevano scene degne di un gay pride. Verso la fine della funzione, mentre il cantore intonava l'Ave Maria di Schubert, un travestito cominciò a ballare freneticamente attorno alla bara e nella navata centrale della cattedrale. Insomma, niente meno che una provocazione diabolica.

In passato, una persona scandalosa come in questo caso, che oltretutto non credeva a nulla, non avrebbe avuto diritto "agli onori di un funerale cristiano", come si usava dire, o comunque avrebbe soltanto beneficiato di un funerale in chiesa molto discreto. Tuttavia, nell’attuale contesto di estremo lassismo che consente tali eccessi, potremmo convenire che la situazione presentava degli elementi perché diventasse una trappola. Il cerimoniere, che aveva capito che aria tirava, fece abbreviare il servizio e chiese al sacerdote di non celebrare la messa prevista, sostituendola con un Padre Nostro, che la folla accolse come una doccia fredda e non recitò nemmeno. Pochi giorni dopo, il clero della cattedrale ha diffuso un comunicato in cui affermava che erano stati manipolati, si è scusato con i fedeli e ha organizzato una messa di riparazione.

La verità è che, anche senza arrivare a quanto accaduto a New York, i funerali sono in molti casi teatro di “testimonianze” stranissime; vi si legge testi che talvolta non hanno nulla di cristiano, anzi; e vengono eseguite musiche e canzoni totalmente profane. Insomma, matrimoni e funerali sono infatti un’occasione privilegiata di provocazioni antireligiose o moralmente offensive. Ma non è forse perché, più in generale, la nuova liturgia è una casa aperta a tutti i venti?

Eppure, ad essere perseguitata è la liturgia antica. Per Traditionis cutodes lo scandalo intollerabile è anzitutto la continuazione della celebrazione tradizionale, perché «i libri liturgici promulgati dai Santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, secondo i decreti del Concilio Vaticano II, sono l'unica espressione della lex orandi del Rito Romano. » L'unica, avete sentito, l'unica!

Infatti, sempre negli Stati Uniti, il Cardinale Roche, prefetto del Dicastero per il Culto Divino, ha avuto modo di ricordarlo ancora una volta. Il vescovo di Austin (Texas), Mons. Joe Steve Vásquez (il buon allievo dei modali della Roma dei nostri giorni, nominato amministratore apostolico della diocesi di Tyler, dopo la dimissione di Mons. Strickland) ha deciso di vietare la messa tradizionale che si celebrava dal 2007 nella cattedrale (e dal 1988 ad Austin). La decisione entrerà in vigore il 19 marzo. Mons. Joe Vásquez ha spiegato di aver interrogato il cardinale Arthur Roche al riguardo, il quale ovviamente gli ha chiesto di procedere con il divieto il prima possibile. E invece di caffè, Mons. Joe Vásquez preferisce servire cicoria: la messa tradizionale sarà sostituita da una messa nuovo rito in latino. “Credo – scrive coraggiosamente il vescovo – che sperimenteremo una più profonda unità con tutta la Chiesa e una maggiore consapevolezza della ricchezza liturgica della forma ordinaria della liturgia romana”. La cosa peggiore sarebbe se credesse a ciò che ha scritto. Ma bisogna aspettare anche la reazione dei fedeli che non apprezzeranno di essere presi per imbecilli... E che forse avrebbero accettato questo come un male minore nel 1970... ma che, oggi, senza dubbio prenderanno questa decisione come una nuova provocazione, e ben lontana del famoso e incantatore “TODOS, TODOS, TODOS” di Francesco a Lisbona…Continua.