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giovedì 29 febbraio 2024

Il card. Vincent Gerard Nichols proibisce le funzioni tradizionali del Triduo Sacro #traditioniscustodes

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo di Edward Pentin pubblicato il 27 febbraio sul quotidiano National Catholic Register, in cui si riporta la notizia del divieto posto quest’anno dal card. Vincent Gerard Nichols alla celebrazione del Triduo Sacro nel rito tradizionale nell’Arcidiocesi di Westminster.
LArcivescovo metropolita di Westminster (e, come tale, Primate di Inghilterra e Galles) ha detto di essere consapevole che la sua decisione «deluderà alcune persone», ma di dover «tenere in considerazione il quadro più ampio».
Tutto ciò in Inghilterra, ovvero nell’unico luogo in cui – grazie al celebre «indulto inglese», meglio conosciuto come «indulto di Agatha Christie», concesso da San Paolo VI – la Santa Messa tradizionale non ha mai cessato di essere celebrata regolarmente.

L.V.


Il card. Vincent Gerard Nichols, Arcivescovo metropolita di Westminster, ha rifiutato di dare il permesso per la celebrazione del Triduo Sacro in rito tradizionale a Westminster, rendendo così la prima volta dagli anni Novanta che il Triduo Sacro non sarà celebrato nell’Arcidiocesi di Westminster secondo i libri liturgici in uso prima della riforma della liturgia del 1970.

L’unico «Triduo Sacro tradizionale» dell’Arcidiocesi di Westminster, che comprende Londra, avrebbe dovuto svolgersi nella Chiesa di St. Mary Moorfields, che negli ultimi anni ha visto la partecipazione di fino a duecento persone, attirando parrocchiani da altre parti dell’Arcidiocesi che frequentano la liturgia tradizionale in altre chiese.

Ma in un’e-mail del 23 febbraio, ottenuta dal National Catholic Register, indirizzata a padre Michael Cullinan, il celebrante abituale delle funzioni tradizionali del Triduo Sacro, il card. Vincent Gerard Nichols ha detto che «per il bene della più ampia disposizione» di permettere la liturgia tradizionale in altre chiese dell’Arcidiocesi, avrebbe «dovuto rifiutare» la richiesta di padre Michael Cullinan di celebrare le funzioni del Triduo Sacro nella Chiesa di St. Mary Moorfields.

La Latin Mass Society of England and Wales ha dichiarato in un comunicato del 27 febbraio di essere «addolorata» per la notizia e ha sottolineato che i fedeli che frequentano la liturgia tradizionale in diverse altre località dell’Arcidiocesi «si vedranno ora negata la possibilità di partecipare ai giorni liturgici più importanti dell’anno secondo questa liturgia all’interno dell’Arcidiocesi di Westminster».

Le funzioni tradizionali del Triduo Sacro saranno ancora celebrate a Londra, ma al di fuori dell’Arcidiocesi.

Nella sua e-mail, il card. Vincent Gerard Nichols ha detto di aver preso la sua decisione in conformità con «i parametri stabiliti dalla Santa Sede» – un riferimento implicito alla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis Custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 di papa Francesco del 2021 e ai successivi chiarimenti del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, che hanno imposto restrizioni alla liturgia tradizionale.

Il card. Vincent Gerard Nichols ha detto di essere «in attesa del giudizio della Santa Sede su quale, eventualmente, chiesa parrocchiale possa essere utilizzata per la celebrazione della Messa secondo il Messale antecedente alla riforma del 1970».

«Apprezzo il suo desiderio di aiutare il gruppo che si riunisce per il Triduo Sacro e il gruppo stabile di Spanish Place», ha aggiunto il card. Vincent Gerard Nichols, riferendosi a un’altra parrocchia che padre Michael Cullinan serve e per la quale celebra la liturgia tradizionale la domenica. «Ma, per il bene di un’offerta più ampia, devo rifiutare il suo suggerimento di trasferire il gruppo stabile di Spanish Place a St. Mary Moorfields per il Triduo Sacro», ha proseguito.

«Mi rendo conto che questo deluderà alcune persone, ma devo tenere conto di un quadro più ampio», ha detto il card. Vincent Gerard Nichols.

Alexander Desforges, portavoce del Cardinale per i media, ha confermato al National Catholic Register il 27 febbraio che il card. Vincent Gerard Nichols aveva negato il permesso e che aveva «spiegato la sua decisione» nell’e-mail.

Non è chiaro cosa abbia spinto il card. Vincent Gerard Nichols a emettere il suo divieto quest’anno, dato che negli anni precedenti aveva permesso lo svolgimento del Triduo Sacro tradizionale. L’anno scorso, dopo aver minacciato di non permetterlo, ha invertito la rotta in seguito a una petizione.

Nella sua dichiarazione, la Latin Mass Society of England and Wales ha ricordato che quando fu pubblicata la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis Custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970, il card. Vincent Gerard Nichols prese in qualche modo le distanze da essa, dicendo che, a suo giudizio, le preoccupazioni di papa Francesco «non riflettono la vita liturgica complessiva di questa Diocesi».

Da allora, però, il card. Vincent Gerard Nichols ha fatto altre due proibizioni significative: nel gennaio 2022 ha cancellato una pratica ventennale dell’Arcidiocesi di Westminster di fornire il sacramento della cresima secondo la liturgia tradizionale, nota anche come Vetus Ordo, e lo scorso novembre ha posto fine alla Messa da requiem annuale della Latin Mass Society of England and Wales nella Westminster Metropolitan Cathedral of Most Precious Blood of Our Lord Jesus Christ, che era stata celebrata per più di cinquant’anni.

«Sembra che i Cattolici legati alla liturgia tradizionale vengano puniti per reati che il card. Vincent Gerard Nichols ritiene non abbiano commesso», ha dichiarato Joseph Shaw, presidente della Latin Mass Society of England and Wales.

Ha aggiunto che ora attendono «con preoccupazione» ciò che il Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti potrebbe decidere riguardo alle attuali celebrazioni tradizionali la domenica e nei giorni feriali nell’Arcidiocesi di Westminster – liturgie, ha detto Joseph Shaw, «che hanno arricchito e consolato molte centinaia di Cattolici nel corso dei decenni». Il Dicastero ha già fatto sapere che intende eliminare gradualmente il rito tradizionale, ma che deve essere offerta assistenza pastorale a coloro che partecipano a tali liturgie.

Le preoccupazioni sono aumentate in seguito alle recenti restrizioni in altre parti del mondo, come la Saint Mary’s Cathedral ad Austin, in Texas, la cui Santa Messa tradizionale, che attira tra i cinquecento e i seicento fedeli ogni settimana, sarà interrotta il 19 marzo.

La decisione fa seguito anche ai commenti del card. Blase Joseph Cupich, Arcivescovo metropolita di Chicago, che, dopo aver partecipato il 6 febbraio a una riunione plenaria del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti di cui è membro e a seguito di un’udienza privata avuta con papa Francesco, ha detto che la Santa Messa tradizionale «impoverisce» la Chiesa.

Joseph Shaw ha detto che la Santa Messa tradizionale «non ha mai cessato di essere celebrata regolarmente nell’Arcidiocesi di Westminster» grazie all’«indulto inglese» concesso da San Paolo VI nel 1971, anche se era proibita nel resto del mondo.

Ha quindi affermato che è «tragico vedere che quell’atteggiamento pastorale viene ora messo da parte» attraverso queste recenti restrizioni.

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