Il concerto della cantante israeliana Noa in Duomo di Modena non ha avuto nulla di religioso, e sulla stessa scia si pone quello di Patti Smith.
Titto ciò vietato inoltre dalle norme della S. Sede.
Sarebbe utile, per i nostri lettori, farlo notare S. Ecc. Rev. Mons. Erio Castellucci: segreteriaarcivescovile@modena.chiesacattolica.it
Luigi C.
La Pressa, 1-2-24
Anche quest'anno abbiamo tributato i giusti onori al caro San Geminiano.
Non vorrei rovinare la giornata con anatemi e critiche da salotto, tuttavia fare finta di niente rischierebbe di allargare la macchia.
Il concerto della cantante israeliana Noa in Duomo non ha avuto nulla di religioso, e sulla stessa scia si pone quello di Patti Smith. Tra i tanti locali che la Curia ha a disposizione era proprio necessario destinare la Cattedrale a un tale uso?
È sorprendente constatare come gli stessi decisori oscillino con disinvoltura tra iniziative mondane e religiose, inspiegabilmente programmate nello stesso luogo.
Senza alcun confine tra il lecito e l'illecito, una Chiesa di tal fatta potrà - forse - far sentire taluni più accolti, ma non riesce a far capire qual è la marcia in più che ha il messaggio cristiano. E così non c'è più nessun orizzonte a cui tendere, ma solo un piatto conformismo che lascia la bocca sempre asciutta.
Fossi in chi è capo dell'arcidiocesi, mi preoccuperei della progressiva, spesso studiata perdita dell'enorme patrimonio spirituale di città e provincia.
Che San Geminiano possa aiutarci a sanare queste ferite.
Adele Visconti
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