Quindi per la "rubrica" del venerdì che intende rispolverare i nostri post sugli echi tridentini, oggi proponiamo questa pagina che Goethe, nel suo diario "Viaggio in Italia" ebbe a scrivere a proposito di una Cappella Papale per la S. Messa di Natale celebrata da Pio VI a S. Pietro il 25 gennaio 1786. Immaginiamo che quello che vide l'autore potesse essere più o meno quanto raffigurato qui nelle foto (elettricità a parte).
Tanto per parlare ancora di cose ecclesiastiche, vi dirò che abbiamo passato la notte di Natale, andando in giro a visitare diverse chiese, dove si tenevano le funzioni.
Una di esse [S. Apollinare, nei pressi di piazza Navona, n.d.r.] è particolarmente frequentata, perché l'organo e i musicanti vi sono accomodati in maniera da rendere udibili tutti i suoni d'una musica pastorale, dalle zampogne dei pastori al cinguettio degli uccelli e ai belati delle
pecore.Il primo giorno di Natale vidi in San Pietro il Papa, con tutto il pretume celebrava la Messa solenne, in parte davanti al trono, in parte dall'alto di esso.
E' uno spettacolo unico nel suo genere, molto sfarzoso e imponente: ma io ormai son così invecchiato nel mio diogenismo protestante, che tanta magnificenza mi disturba più di quanto mi affascini e avrei voglia di dire, come il mio valente predecessore, a codesti conquistatori religiosi del mondo: "Non nascondetemi il sole dell'arte somma e della pura umanità". Oggi festa dell'Epifania ho veduto e ascoltato la celebrazione della Messa col Rito Greco.
Queste cerimonie mi son parse più grandiose, severe e austere di quelle del Rito Latino, e tuttavia più popolari."
Goethe aveva, al massimo un apprezzamento estetico. Altrove si lamenta della scarsa qualità delle musiche in una chiesa romana e dice che il Papa diceva messa ballonzolando e graticolando come un qualunque prete di campagna.
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