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venerdì 1 dicembre 2023

Quimper, ragioni poco pastorali per l’invio della Fraternità sacerdotale San Pietro… «lontano dagli occhi, lontano dal cuore». Perché tanto odio?

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 980 pubblicata da
Paix Liturgique il 28 novembre 2023, in cui si racconta dell’espulsione della Fraternità sacerdotale San Pietro dalla Parrocchia di Quimper, in Bretagna.
La pretestuosa motivazione è utilizzare la Chiesa di Saint-Matthieu, sinora destinata alla celebrazione della Santa Messa tradizionale, per una Messa prefestiva il sabato sera, spostando di 15 chilometri verso la periferia il coetus fidelium tradizionale.
In realtà «ciò che infastidisce molto la parrocchia del centro di Quimper è che la Santa Messa tradizionale attira i giovani […]. Sperano che, spostandola il più lontano possibile dalla città, i giovani si stufino di andarci e tornino alla Messa moderna e alla cura pastorale che ne deriva. Senza dubbio non sanno che questo è già stato provato altrove e che non funziona mai».

L.V.


Dopo l’annuncio di padre Claude Caill sul settimanale Côté Quimper, all’inizio di settembre, la Parrocchia di Quimper, che stava perdendo terreno, voleva espellere la Fraternità sacerdotale San Pietro e i suoi 250 fedeli (fino al doppio in estate) dalla Chiesa di Saint-Matthieu e mandarli a 15 chilometri a nord-ovest, con il pretesto di recuperare la chiesa per una sola Messa anticipata il sabato sera, si moltiplicano le reazioni a questa mossa, che difficilmente sembra essere motivata da ragioni pastorali o dalla preoccupazione per i fedeli.

L’associazione Tradition et Unité, che rappresenta i fedeli della Chiesa di Saint-Matthieu a Quimper, ha condotto un sondaggio tra 120 dei suoi membri – i fedeli che frequentano tutto l’anno – e ha pubblicato i risultati il 19 ottobre 2023. Quasi un quarto dei fedeli si reca alla Chiesa di Saint-Matthieu a piedi, un altro terzo si trova a meno di 20 minuti di distanza in auto – in altre parole, vive a Quimper o nei dintorni – e il 45 per cento ha più di cinquant’anni. Non sorprende che il 97 per cento dei fedeli si opponga allo spostamento della Santa Messa tradizionale alla periferia della città, il 92 per cento vorrebbe essere consultato dalla Diocesi di Quimper – che finora si è guardata bene dal farlo – e il 95 per cento è del tutto incompreso dal progetto di spostare la Santa Messa tradizionale più lontano.

Le risposte inviate dai membri e trascritte come tali dall’associazione Tradition et Unité testimoniano questa mancanza di comprensione. Eccone una piccola selezione:

A volte vediamo dei parrocchiani alla Santa Messa domenicale, inviati dall’équipe pastorale della Cattedrale, che fingono di essere a Messa, ma sono lì solo per osservare e controllare.

Qual è il motivo per cui ci mandano in periferia? In un momento in cui si parla di unità della Chiesa e di ecologia, è davvero opportuno?

I servizi che possiamo rendere alla Parrocchia sono indesiderati d’ora in poi? Può [Padre Claude Caill] venire a parlare direttamente con noi, visto che è il nostro Parroco, come parte di un esercizio di correzione fraterna, anche solo per chiarire la posizione del Vescovo?

Se la Fraternità sacerdotale San Pietro venisse sfrattata da Quimper, avremmo l’impressione di non far più parte della comunità cattolica di Quimper nel senso più ampio del termine, e avremmo addirittura una rottura franca e imposta con la Diocesi e il Vescovo.

Che ingiustizia sconvolgente. Voler impedire a un bravo sacerdote di esercitare normalmente il suo ministero spostandolo in un altro luogo meno visibile.

Padre Claude Caill, sacerdote di Quimper «aperto a tutti», tranne che ai Cattolici?

Se si guarda alla Parrocchia di Quimper – che oggi copre l’intera città e i suoi dintorni, ma conta solo 1.300 fedeli, compresi quelli che partecipano alla Santa Messa tradizionale – si scoprono alcuni fatti sorprendenti.


Come il Parroco Claude Caill, arrivato nel 2019 alla guida della Parrocchia della Cattedrale e a Quimper nel 2017, dopo dieci anni trascorsi a Brest – la parte della Diocesi chiaramente più a sinistra, dove qualche anno fa i sacerdoti avevano bloccato l’arrivo della Communauté de lEmmanuel, non proprio di destra.

Come riportava il settimanale Côté Brest nel gennaio 2015, «originario di Plouzévédé, battezzato a Saint-Louis [la chiesa monumentale nel centro di Brest], ha studiato letteratura al Liceo Kerichen prima di partire per Genova in Italia come seminarista. Ordinato a Blois, è stato felice di tornare in Bretagna nel 2000, prima a Quimper e poi a Brest nel 2008». Parlando al quotidiano Le Télégramme di Brest nel 2017, ha spiegato di aver studiato khâgne e hypokhâgne [primo e secondo anno delle classi preparatorie per la scuola superiore: N.d.T.] prima di entrare in seminario, e di essere rimasto a Blois per dieci anni dopo la sua ordinazione nel 1990, lavorando nella Parrocchia di Saint Joseph e come Delegato episcopale per l’iniziazione cristiana.

Il suo ritratto al quotidiano Ouest-France il 4 gennaio 2019 è costellato di indicazioni per gli iniziati: «nel suo ufficio, nel presbiterio di Quimper, tre sedie formano un triangolo», tutte rivolte verso una libreria piena di libri, religiosi e non. Mancano solo le colonne del tempio e le piastrelle a scacchiera del pavimento. Poi, poco più avanti, dopo un paragrafo sull’afflusso di turisti alla Cattedrale di Saint Corentin, padre Claude Caill afferma che «non c’è una chiesa da una parte e l’umanità dall’altra. È un polmone spirituale che non deve stare in cima, ma deve lavorare con la società civile. La cattedrale è tutta una questione di accoglienza», conclude il sacerdote, che il quotidiano Ouest-France descrive come «aperta a tutti», ma evidentemente più ai turisti, «cristiani e non», che ai tradizionali frequentatori della Messa.

Pastorale giovanile a Quimper: miope in ogni senso

Lo spostamento della Santa Messa tradizionale a 15 chilometri da Quimper sembra avere così poco a che fare con le preoccupazioni pastorali dei fedeli interessati, e così poco a che fare con l’uso della Chiesa di Saint-Matthieu per la sola Messa del sabato sera, che c’è da chiedersi a chi giovi questo crimine.


Un fedele della comunità di Quimper, che frequenta sia le Messe novus ordo che le Sante Messe tradizionali, ci ha detto: «In realtà, non gliene frega niente della Chiesa di Saint-Matthieu. Una volta che la Fraternità sacerdotale San Pietro se ne sarà andata, tornerà com’era prima, cioè vuota e sporca. Forse la apriranno d’estate per i turisti, ma non è detto. D’altra parte, ciò che infastidisce molto la parrocchia del centro di Quimper è che la Santa Messa tradizionale attira i giovani, che non sono più così numerosi. Sperano che, spostandola il più lontano possibile dalla città, i giovani si stufino di andarci e tornino alla Messa moderna e alla cura pastorale che ne deriva. Senza dubbio non sanno che questo è già stato provato altrove e che non funziona mai».

Nonostante la sede all’angolo tra Place de la Tour d’Auvergne e Rue de Rosmadec, accanto al palazzo vescovile – e a soli 300 metri in linea d’aria dalla Chiesa di Saint-Matthieu – la pastorale suona vuota. Il ruolo pastorale è stato affidato a padre Laurent Daniellou, ordinato nel giugno 2021 e originario di Morlaix. Secondo il quotidiano Ouest-France (26 dicembre 2022), prima di essere ordinato ha studiato ingegneria e poi ha lavorato per quattro anni per la società energetica Réseau de transport délectricité.

Su richiesta del suo Vescovo, padre Laurent Daniellou, che all’epoca era solo un seminarista a Rennes, «è partito per informarsi sull’ecologia», ovvero, all’epoca, sull’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune di papa Francesco. Questo ha dato a padre Laurent Daniellou l’opportunità di parlare della «salvaguardia della nostra casa comune […] l’idea che dobbiamo prenderci cura del mondo che ci circonda» e della «dimensione spirituale» che il rispetto dell’ambiente rappresenta, oltre al fatto che «la questione dell’ecologia è onnipresente tra i giovani».

Giovani che certamente apprezzeranno il fatto di dover percorrere chilometri in auto con un carburante che costa quasi 2 euro al litro per andare alla Santa Messa tradizionale, grazie alle decisioni prese dalla Parrocchia di Quimper-centro, così come l’innegabile «dimensione spirituale» di spostare una Messa a 15 chilometri in campagna, in un luogo non servito dai mezzi pubblici, dove un quarto dei parrocchiani presenti viene a piedi ogni anno…

Scrivendo sul settimanale Côté Quimper del 16 dicembre 2022, padre Laurent Daniellou ha affermato che «ciò che [il suo sacerdozio] ha in comune con la [sua] precedente professione è trasmettere la luce». D’altra parte, quando si tratta di preoccupazioni pastorali e di ecologia, il blackout è l’ultima goccia…

Blackout delle comunicazioni: ma chi gestisce la Diocesi di Quimper?

Dopo l’annuncio della decisione del Parroco di Quimper, riguardante la Chiesa di Saint-Matthieu e i suoi fedeli, sul settimanale Côté Quimper all’inizio di settembre, non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale da parte della Diocesi di Quimper sull’argomento, una Diocesi che a differenza di molte altre si guarda bene dal mettere in rete i recapiti dei parroci. Ci si chiede perché.

E sembra molto difficile ottenerne attraverso i canali ufficiali: nella Parrocchia di Quimper, il parroco Claude Caill è assente, il giovane padre Laurent Daniellou non ha mai risposto, nonostante le diverse richieste – è stata una laica a richiamarci sul cellulare di padre Laurent Daniellou, per informarci della sua assenza – e la segreteria del vescovo rimanda alle comunicazioni diocesane, anch’esse assenti. È vero che espellere 250 fedeli di Quimper per organizzare solo una Messa del sabato sera nella loro chiesa, che usano durante la settimana e la domenica, sembra difficile da spiegare…

In mancanza di parole ufficiali che giustifichino l’ingiustificabile, lasciamo a un uomo di Quimper, buon conoscitore della travagliata storia della Diocesi del Finistère, la conclusione: «Mons. Laurent Dognin ha una sola paura: non che il cielo crolli, ma che venga estromesso dal suo clero come è successo a mons. Jean-Marie Charles André Le Vert», Vescovo dal 2007 al 2014 che è stato cacciato dal suo clero e sospeso da papa Francesco «per motivi di salute» prima di essere inviato nella Diocesi di Bordeaux.

«Sotto forte pressione, lo scorso giugno ha infine pubblicato un’ordinanza di attuazione della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes, in cui si impegna a mantenere «tre Messe sparse nel Finistère», che possono «essere spostate per motivi pastorali» e «attualmente dipendono dalle parrocchie di Brest centro, Pays de Morlaix e Quimper Saint Corentin». In altre parole, se potesse mandarli a Ouessant, Sein e Molène in modo che i sacerdoti più progressisti… o quelli più gelosi della partecipazione alle Sante Messe tradizionali, che sono le uniche a crescere mentre le parrocchie territoriali e le Messe moderne vedono la loro partecipazione diminuire inesorabilmente, gli diano tregua, non sarebbe timido».

Risultati del sondaggio condotto tra i membri dell’associazione Tradition et Unité nell’ambito del progetto di allontanamento dei parrocchiani dalla Chiesa di Saint-Matthieu a Quimper

Sintesi delle risposte al sondaggio condotto il 19 ottobre 2023 tra 120 famiglie.





3 commenti:

  1. Odio, ormai, è diventata una parola usata a casaccio, strumentalizzata con partigianeria per definire qualunque comportamento non in linea coi nostri desideri.
    Molto infantile come atteggiamento.

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    1. Cos'è, se non odio, cacciare un'assemblea fiorente dal centro città, senza nessun motivo?

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    2. Va bene odio è esagerato ma sicuramente si tratta di insofferenza .intolleranza insopportartazione, malevolenza , fastidio e perché no anche invidia e gelosia sotto sotto.
      Quando un medico della mutua attira per la sua bravura e disponibilità pazienti da un altri medici succede proprio questo come per i parroci. Cosi è se ti pare Odio o non odio.

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