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martedì 19 dicembre 2023

Papa Francesco approva la benedizione delle coppie irregolari: un documento con profili di eterodossia. Un primo commento

Ieri pomeriggio è stato pubblicata la dichiarazione «Fiducia supplicans» sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la Dottrina della Fede, approvata da papa Francesco ex Audientia del giorno 18 dicembre 2023, che prevede «la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso».
Il nostro blog MiL-Messainlatino.it ha riportato la notizia pochi minuti dopo la pubblicazione (QUI; in realtà, qualche giorno fa, nostre fonti privilegiate ci avevano avvertiti della notizia, ma – ritenendola impossibile (più impossibile di molti precedenti nostri scoop) – non vi avevamo dato seguito.
Ora vi proponiamo un primo commento, curato dall’avv. Francesco Patruno, dottore di ricerca in scienze canonistiche ed ecclesiastiche.
Da parte nostra riteniamo che questa dichiarazione sia una colossale presa in giro: nelle intenzioni degli estensori, le vittime sarebbero i Cattolici fedeli, ai quali si vorrebbe far bere la solita solfa: “la dottrina non cambia, non si approvano le unioni (ma coloro che le stringono), è un aiuto al compimento della volontà di Dio (dunque la benedizione dovrebbe essere uno sprone ad abbandonare la sodomia, o il concubinato, o l’adulterio, e non un placebo per perseverarvi!)”.
In realtà, le vittime di questa tragica presa in giro sono proprio i benedicendi, che si sentiranno confermati nel loro peccato; forse questo tragico inganno favorirà su di loro la misericordia divina, ma non osiamo pensare a ciò che la giustizia di Dio riserverà, invece, ai promotori di questa grande e tremenda empietà.

QUI su MiL la dichiarazione video esclusiva per il sito LifeSiteNews, in cui mons. Joseph Edward Strickland, Vescovo emerito di Tyler, ha invitato tutti i Cattolici, e in particolare i Vescovi, a rifiutare le nuove «benedizioni» di papa Francesco per le coppie omosessuali.

L.V.

Papa Francesco approva la benedizione delle coppie irregolari: un documento con profili di eterodossia
(avv. Francesco Patruno)

1. Era il 15 marzo 2021 allorché l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblicava un proprio Responsum, risalente al 22.2.2021, nel quale

rispondeva al dubbio se la Chiesa disponesse del potere di impartire la benedizione alle unioni di persone dello stesso sesso. La risposta che era data era negativa. Il Dicastero vaticano, all’epoca presieduto dal card. Luis F. Ladaria, argomentava, nell’allegata Nota esplicativa, che, essendo le benedizioni dei sacramentali (e non dei sacramenti!) richiedono, per coerenza, che, oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano, «ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni». Per questo, si affermava che non è «lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso. La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore». Aggiungeva il Responsum: «La risposta al dubium proposto non esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale, le quali manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale, ma dichiara illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni. In questo caso, infatti, la benedizione manifesterebbe l’intenzione non di affidare alla protezione e all’aiuto di Dio alcune singole persone, nel senso di cui sopra, ma di approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio». Per questo concludeva che «la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso». Il Responso e la Nota esplicativa erano approvati da Bergoglio.

2. Nel frattempo, nonostante questo chiaro responso della Santa Sede, diverse conferenze episcopali adottavano, in decisa rottura con le indicazioni rinvenienti dal documento, delle benedizioni alle “persone” conviventi nelle coppie omosessuali. Tra queste conferenze vi è quella dei vescovi del Belgio. Fu lo stesso vescovo di Anversa, mons. Johan Bonny, chiamato ad esprimere, nel sinodo tedesco, la propria esperienza, a raccontare che i vescovi belgi avrebbero ricevuto l’approvazione del loro rito di benedizione direttamente da Bergoglio nel corso di una visita ad limina il 22 novembre 2022 (cfr. L. Scrosati, «Noi vescovi belgi benediciamo le coppie gay, con l’ok del Papa», in LNBQ, 22.3.2023; N. Spuntoni, "Ci lascia fare...". Un vescovo "inguaia" il Papa sulle coppie gay, in Il Giornale, 26.3.2023. Sul rito, cfr. Vescovi fiamminghi: pastorale delle persone omosessuali, in Il Regno-Documenti, 2022, n. 19, pp. 604 ss.). Per questo, l’assemblea sinodale tedesca, forte di questo “precedente”, pur essa approvava a larga maggioranza l’apertura alla benedizione della coppie omosessuali (v. G. CardinaleBenedizioni delle coppie omosessuali e celibato, strappo della Chiesa tedesca, in Avvenire, 11.3.2023), che era prontamente attuata da alcuni presuli, tra i quali quello di Spira (v. N. Spuntoni, "Benedite le coppie gay": lo "strappo" del vescovo tedesco, in Il Giornale, 4.11.2023; Vescovo tedesco ai suoi preti: benedite le coppie gay, in La Stampa, 3.11.2023). Non è mancato, peraltro, chi sottolineava il valore liturgico di queste benedizioni (cfr. P. Zambaldi, Il docente di liturgia Ewald Volgger: La benedizione delle coppie omosessuali è ovviamente liturgia!, in Leggere i segni dei tempi, 5.10.2022).

A ridosso del c.d. sinodo dei sinodi, la cui prima fase si svolgeva in Vaticano lo scorso ottobre, era resa nota la risposta che Bergoglio, riscontrando la lettera inviategli da alcuni porporati, aveva loro fornito, nella quale, per quanto qui interessi, pur ribadendo la concezione chiara che la Chiesa ha del matrimonio, annunciava un cambiamento di prospettiva: «Nei rapporti con le persone, tuttavia, non dobbiamo perdere la carità pastorale che deve permeare tutte le nostre decisioni e i nostri atteggiamenti. La difesa della verità oggettiva non è l'unica espressione di questa carità, che è fatta anche di gentilezza, pazienza, comprensione, tenerezza e incoraggiamento. Non possiamo quindi diventare giudici che si limitano a negare, respingere, escludere. La prudenza pastorale deve quindi discernere adeguatamente se esistono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano una concezione errata del matrimonio. Giacché infatti, quando si chiede una benedizione, è una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per un modo migliore di vivere, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio» (La risposta di Francesco ai Dubia del 10 luglio 2023, in blog Scuola Ecclesia Mater, 2.10.2023). I porporati interpellavano nuovamente Bergoglio, con una nota datata 22.7.2023, nella quale, per quanto qui ci interessa, gli stessi si dicevano preoccupati che «la benedizione di coppie omosessuali possa creare in ogni caso confusione, non solo in quanto possa farle sembrare analoghe al matrimonio, ma anche in quanto gli atti omosessuali verrebbero presentati praticamente come un bene, o almeno come il bene possibile che Dio chiede alle persone nel loro cammino verso di Lui» (I nuovi Dubia ed il sinodo della discordia, ivi). Ovviamente, questa volta Bergoglio non rispondeva in alcun modo.

In precedenza, era intervenuto anche il card. Müller, il quale affermava che «la benedizione delle coppie arcobaleno è un'eresia. I vescovi belgi non possono legittimarle facendo riferimento a presunte dichiarazioni del Papa. Anche se lo avesse detto, non è di sua competenza cambiare la Rivelazione» (N. Spuntoni, Müller: «Neanche il Papa può decidere di benedire le coppie gay», in LNBQ, 3.4.2023).

3. Sotto la guida del neo-prefetto, il cardinal Victor M. Fernández Victor M. Fernández, il Dicastero per la dottrina della fede si è mostrato, dal settembre 2023, molto sensibile alle istanze legate al mondo LGBT nell’ambito della Chiesa. Commenta il giornalista Spuntoni: «Fernández è entrato in carica da pochi mesi, ma la linea che sta perseguendo è di rottura coi suoi predecessori. Il Papa lo aveva spronato in una lettera ad inizio mandato a svoltare pagina» (così N. Spuntoni, Bergoglio dice sì alle benedizioni arcobaleno, in Il Giornale, 18.12.2023).

A titolo esemplificativo di questa “sensibilità” nuova, può segnalarsi che, in data 31.10.2023, il Dicastero de quo forniva alcune Risposte a Mons. José Negri, Vescovo di Santo Amaro in Brasile, concernenti alcune domande riguardo alla possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive. In particolare, si rispondeva positivamente ai dubbi circa la possibilità che un individuo transgender od omoaffettiva e che convive possa essere testimone ad un matrimonio, non essendoci nella legislazione universale della Chiesa delle disposizioni che impediscano o inabilitino un soggetto transgender od omosessuale convivente dall’assumere la veste di testimone di nozze.   

Da ultimo, in data 18.12.2023, il predetto Dicastero vaticano presieduto dal Fernández, ha diramato una dichiarazione, dal titolo Fiducia supplicans, approvata ex audientia in pari data da Bergoglio, sul “senso spirituale delle benedizioni”. Come ci ricorda Vatican News, erano 23 anni che l’ex Sant’Uffizio non pubblicava una dichiarazione (l’ultima fu nel 2000 Dominus Jesus), documento dall’alto valore dottrinale (Dichiarazione dottrinale apre alle benedizioni per coppie “irregolari”, in Vatican News, 18.12.2023).

Il gesuita americano P. James Martin, vicino notoriamente al mondo LGBT, membro del sinodo e consultore del Dicastero per la Comunicazione, ha twittato su X, all’uscita della dichiarazione: «This is a major step forward in the church's ministry to LGBTQ people and recognizes the desire for same-sex couples for God's presence and help in their committed and loving relationships». Ancora, P. Martin, commentando il valore dirompente del documento, rammenta, sempre su X, «The declaration opens the door to non-liturgical blessings for same-sex couples, something that had been previously off limits for bishops, priests and deacons» ed infine, sempre su X: «In short, yesterday, as a priest, I was forbidden to bless same-sex couples at all. Today, with some limitations, I can».

Di là dei commenti entusiasti di Padre Martin, va detto che questo nuovo documento, composto da una Presentazione, una Introduzione e da quattro capitoli, divisi a loro volta in 45 punti, non sembrerebbe porsi come atto vincolante, ma come un atto volto a favorire, «insieme alla comprensione della dottrina perenne della Chiesa, la ricezione dell’insegnamento del Santo Padre» (Presentazione). Si spiega, poi: «Come nella già citata risposta del Santo Padre ai Dubia di due Cardinali, la presente Dichiarazione resta ferma sulla dottrina tradizionale della Chiesa circa il matrimonio, non ammettendo nessun tipo di rito liturgico o benedizioni simili a un rito liturgico che possano creare confusione. Il valore di questo documento, tuttavia, è quello di offrire un contributo specifico e innovativo al significato pastorale delle benedizioni, che permette di ampliarne e arricchirne la comprensione classica strettamente legata a una prospettiva liturgica. Tale riflessione teologica, basata sulla visione pastorale di Papa Francesco, implica un vero sviluppo rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni nel Magistero e nei testi ufficiali della Chiesa. Questo rende ragione del fatto che il testo abbia assunto la tipologia di “Dichiarazione”. Ed è proprio in tale contesto che si può comprendere la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio» (ivi).

Nell’Introduzione si aggiunge che questa Dichiarazione intenderebbe venire incontro a coloro che non avrebbero condiviso il Responso dell’allora Congregazione per la dottrina della fede: «appare opportuno riprendere il tema ed offrire una visione che componga in coerenza gli aspetti dottrinali con quelli pastorali, perché “ogni insegnamento della dottrina deve situarsi nell’atteggiamento evangelizzatore che risvegli l’adesione del cuore con la vicinanza, l’amore e la testimonianza”».

Sebbene si evidenzi il rischio «di confondere una benedizione, data a qualsiasi altra unione, con il rito proprio del sacramento del matrimonio» (n. 6), bisognerebbe evitare anche il pericolo di «pretendere, per una semplice benedizione, le stesse condizioni morali che si chiedono per la ricezione dei sacramenti. Tale rischio esige che si ampli ulteriormente questa prospettiva. Infatti, vi è il pericolo che un gesto pastorale, così amato e diffuso, sia sottoposto a troppi prerequisiti di carattere morale, i quali, con la pretesa di un controllo, potrebbero porre in ombra la forza incondizionata dell’amore di Dio su cui si fonda il gesto della benedizione» (n. 12).

Dopo aver ripercorso il senso delle benedizioni nella sacra Scrittura, si afferma: «Nel suo mistero di amore, attraverso Cristo, Dio comunica alla sua Chiesa il potere di benedire. Concessa da Dio all’essere umano ed elargita da questi al prossimo, la benedizione si trasforma in inclusione, solidarietà e pacificazione. È un messaggio positivo di conforto, custodia e incoraggiamento. La benedizione esprime l’abbraccio misericordioso di Dio e la maternità della Chiesa che invita il fedele ad avere gli stessi sentimenti di Dio verso i propri fratelli e sorelle» (n. 19).

Con riferimento alle c.d. coppie irregolari e segnatamente quelle composte da persone dello stesso sesso, si afferma che «si impartisce una benedizione che non solo ha valore ascendente ma che è anche l’invocazione di una benedizione discendente da parte di Dio stesso su coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo. Queste forme di benedizione esprimono una supplica a Dio perché conceda quegli aiuti che provengono dagli impulsi del suo Spirito – che la teologia classica chiama “grazie attuali” – affinché le umane relazioni possano maturare e crescere nella fedeltà al messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino» (n. 31).

Con questo pensiero, obiettivamente, si può convenire, tuttavia, esso appare incompleto, come avremo modo di osservare in seguito.

Andiamo, però, avanti: «non si deve né promuovere né prevedere un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare, ma non si deve neppure impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione. Nella breve preghiera che può precedere questa benedizione spontanea, il ministro ordinato potrebbe chiedere per costoro la pace, la salute, uno spirito di pazienza, dialogo ed aiuto vicendevole, ma anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà» (n. 38).

Di per sé, si potrebbe dare di questo passo del documento un’interpretazione, potremmo dire, ortodossa, nella misura in cui si specifica che la benedizione sia richiesta, senza rivendicare la legittimazione dello status personale, quale ausilio a Dio perché quella persona possa compiere la sua volontà, che, logicamente, dovrebbe essere quella di allontanarsi da una situazione di peccato. Si spiega, in effetti, in vari punti della dichiarazione: «Da un punto di vista strettamente liturgico, la benedizione richiede che quello che si benedice sia conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa» (n. 9). Ed ancora: «Chi chiede una benedizione si mostra bisognoso della presenza salvifica di Dio nella sua storia e chi chiede una benedizione alla Chiesa riconosce quest’ultima come sacramento della salvezza che Dio offre. Cercare la benedizione nella Chiesa è ammettere che la vita ecclesiale sgorga dal grembo della misericordia di Dio e ci aiuta ad andare avanti, a vivere meglio, a rispondere alla volontà del Signore» (n. 20). E poi: «La grazia di Dio, infatti, opera nella vita di coloro che non si pretendono giusti ma si riconoscono umilmente peccatori come tutti. Essa è in grado di orientare ogni cosa secondo i misteriosi ed imprevedibili disegni di Dio. Perciò, con instancabile sapienza e maternità, la Chiesa accoglie tutti coloro che si avvicinano a Dio con cuore umile, accompagnandoli con quegli aiuti spirituali che consentono a tutti di comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro esistenza» (n. 32). 

Il documento, nondimeno, appare volutamente ambiguo, perché tace su cosa consista esattamente, nella specie, questa volontà di Dio, più volte evocata, ma mai delineata nei suoi contorni, lasciando all’interprete la sua individuazione. E diremmo, interpretazione.

Tuttavia, c’è un aspetto a nostro avviso davvero inquietante – e forse questo potrebbe celare possibili profili di eterodossia: vale a dire, la dichiarazione rimette al ministro ordinato la possibilità di chiedere («potrebbe chiedere»), nel rito “a traccia libera”, «… anche la luce e la forza di Dio per poter compiere pienamente la sua volontà». Insomma, l’introduzione nel testo del verbo «potrebbe» e della congiunzione «anche» riduce, in pratica, il compimento della volontà divina ad elemento accessorio ed opzionale, a mera facoltatività, che potrebbe, perciò, mancare del tutto nella benedizione, non rivestendo carattere, invece, primario come ci si sarebbe dovuti attendere dalle premesse da cui la Dichiarazione muoveva.

Si aggiunge: «proprio per evitare qualsiasi forma di confusione o di scandalo, quando la preghiera di benedizione, benché espressa al di fuori dei riti previsti dai libri liturgici, sia chiesta da una coppia in una situazione irregolare, questa benedizione mai verrà svolta contestualmente ai riti civili di unione e nemmeno in relazione a essi. Neanche con degli abiti, gesti o parole propri di un matrimonio. Lo stesso vale quando la benedizione è richiesta da una coppia dello stesso sesso» (n. 39).

Ed ancora: «Tale benedizione può invece trovare la sua collocazione in altri contesti, quali la visita a un santuario, l’incontro con un sacerdote, la preghiera recitata in un gruppo o durante un pellegrinaggio. Infatti, attraverso queste benedizioni che vengono impartite non attraverso le forme rituali proprie della liturgia, bensì come espressione del cuore materno della Chiesa, analoghe a quelle che promanano in fondo dalle viscere della pietà popolare, non si intende legittimare nulla ma soltanto aprire la propria vita a Dio, chiedere il suo aiuto per vivere meglio, ed anche invocare lo Spirito Santo perché i valori del Vangelo possano essere vissuti con maggiore fedeltà» (n. 40). 

Con specifico riferimento alle coppie omosessuali si conclude, per quanto ci interessa: «Quanto detto nella presente Dichiarazione a proposito delle benedizioni di coppie dello stesso sesso, è sufficiente ad orientare il prudente e paterno discernimento dei ministri ordinati a tal proposito. Oltre alle indicazioni di cui sopra, non si debbono dunque aspettare altre risposte su eventuali modalità per normare dettagli o aspetti pratici riguardo a benedizioni di questo tipo» (n. 41).

4. Che dire, in conclusione, di questa nuova dichiarazione della Santa Sede?

Esso, come molti documenti prodotti sotto il regno di Bergoglio, presenta una buona dose di ambiguità nella misura in cui non si spieghi in cosa consista esattamente la volontà di Dio di cui la benedizione costruirebbe un aiuto spirituale nel suo compimento.

Soprattutto rimane in ombra, per non dire del tutto oscurato, l’aspetto che la richiesta di aiuto nel compimento della volontà divina sia, nel rito di benedizione “a traccia libera”, soltanto un  elemento opzionale delle possibili richieste a Dio.

Per di più, si omette di sottolineare che la benedizione, essendo un sacramentale e non un sacramento, conferisce la grazia ex opere operantis (Ecclesiae), ossia in forza del soggetto – la Chiesa, attraverso il suo ministro ordinato – che compie quel rito (cfr. can. 1166 codice diritto canonico), ma pure dalle disposizioni interiori del fedele che la richiede. Ed è chiaro che sia difficile ipotizzare, in concreto, che una persona omoaffettiva convivente, richiedente questo sacramentale, sia ben disposta a compiere la volontà di Dio, vale a dire abbandonare quella sua condizione di convivenza.

C’è poi un ultimo aspetto da porre all’attenzione. Il can. 1167 § 2 del codice di diritto canonico stabilisce: «Nel porre o amministrare i sacramentali si osservino accuratamente i riti e le formule approvate della Chiesa». Nella dichiarazione odierna si afferma, al contrario, che questa benedizione non sarebbe un atto liturgico, bensì di pietà popolare, per cui si dovrebbe ricorrere ad una formula a traccia libera: «non attraverso le forme rituali proprie della liturgia, bensì come espressione del cuore materno della Chiesa, analoghe a quelle che promanano in fondo dalle viscere della pietà popolare» (n. 40). Per cui, ci sarebbe da domandarsi (e lasciamo questa domanda aperta a possibili risposte), in buona sostanza, che validità possa avere una benedizione di tal fatta e che non si tratti, in realtà, solo di una sonora presa in giro delle coppie irregolari, arrecandosi ad esse piuttosto un danno spirituale, anziché un beneficio. Ci auguriamo che queste coppie non si ritrovino a dover esclamare come la buon’anima di Massimo Troisi, «pensavo fosse amore ed invece era solo un calesse»…

21 commenti:

  1. Ce lo vediamo un San Pio da Pietrelcina "benedire" una coppia di gay o di "etero" conviventi? Non aggiungo altro

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  2. Benedire una coppia omosessuale significa riconoscere che la loro unione è voluta da Dio nel piano della Creazione e Redenzione e questo non lo è. Gli atti impuri contro natura, proprio per la sacralità della creazione, sono peccati che gridano a Dio. L'unione omosessuale non è vocazione cristiana. Si benedice la persona omosessuale, ma mai la coppia. Molti preti e laici che conosco sono nel dolore e totale disappunto e imbarazzo. Molti vescovi tacciono per paggeria. Papa Francesco per mano del card. Fernandez si è posto nella condizione di eresia formale. Da Cattolico non abbandonerò mai la Chiesa, ma come fare?
    Bisogna opporre un chiaro "no" a questa eresia.

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  3. Domanda semplice? Che altro deve fare questo papa per essere dichiarato eretico? Cosa faranno ora i CD. Tradizionalisti? Ingoieranno anche quest' altro rospo? Ma questo è troppo grande per essere inghiottito!! Benedire il peccato!! Mai successo prima!! Io ho tanta paura di perdere la fede!! Reagite, vi prego, anzi reagiamo!! La situazione è troppo grave!!!

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    1. i tradizionalisti, ma anche tanti cattolici in "buona fede", non vogliono un altro scisma all'interno della Chiesa, ma, se dopo solo tre mesi il nuovo prefetto della DDF stravolge quanto precedentemente ribadito su un tema così "scottante", mi aspetto ulteriori "sorprese" anche perché i cardinali più influenti sembrano sulla stessa linea del vaticano ... restano solo preghiera e sacramenti

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  4. Al peggio non c'è mai fine purtroppo in questo pontificato !

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  5. La cosa più ignobile è utilizzare Santa Teresa del Bambin Gesù un essere angelico per sdoganare i sodomiti. La parola "amore" aveva tutto un altro significato rispetto allo stessa parola in bocca a questa congrega di apostati. La cosa più simpatica è l'articolo su "gay.it" in cui "ringraziano" i prelati della concessione ritenuta non sufficente. Ben gli sta!!! Caro anonimo delle 8.01 come fare? Rimani, soffri, formati, dissenti pubblicamente e prega. Come hanno fatto tutti i Santi.

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  6. Questa notizia provocherà l'allontanamento dalla Chiesa cattolica di molti fedeli.

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  7. Dio mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (LETTERA DI SAN PAOLO AI ROMANI).

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  8. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
    Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.

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  9. I vescovi sono stati opportunamente intimiditi. Nessuno vuole fare la fine di Strickland. E così nessuno alza la propria voce. Questo è lo stile di governo dei misericordiosi.

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  10. Fin da subito quando sull'aereo ha dichiarato: chi sono io per giudicare un gay ho capito il suo progressismo e pur cattolica più di sempre cerco di non vederlo ne ascoltarlo

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  11. Ora mi aspetto che qualche Cardinale dica che Gesù era solo uomo ,che non è morto ma è caduto in catalessi e che la resurrezione è stata inventata agli antichi pastori per far stare tranquille le pecore, Ancora che la giustizia DIVINA non esiste perchè crudele e che essendo solo AMORE comprende tutto anche le bestialità che oggi ci vengono proposte. Mi chiedo ma per duemila anni la CHIESA ci ha preso in giro?????????

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  12. Bastava cambiare una sola lettera... e avremmo avuto un magnifico Prefetto della CDF : Fernandel, con la sua bella talare di Don Camillo ! E invece....

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  13. Ma lo avete letto tutto il documento???

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    1. Ma va! Qualcuno dei capi ha suonato la tromba, e tutti si fiondano sulle tastiere per riversare bile e disagio.
      Se l’avessero letto, capirebbero che, oltre ad essere uno splendido documento che approfondisce il tema delle benedizioni, non c’è proprio niente di cui strapparsi i capelli.

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    2. Sì, lo abbiamo letto tutto e lo critichiamo a ragion veduta.

      Le giustificazioni "critichi perché non hai letto" sono meri esercizi di sofistica.

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  14. Scusate: ma in Germania, in Belgio, in Olanda mi pare che le coppie gay vengano già benedette da alcuni sacerdoti, i quali non mi risulta che siano stati destinati ad altro incarico per tali atti.
    Vi sono cardinali e vescovi che manifestano pubblicamente il loro sostegno all'universo gay e LGBT, e non mi pare siano stati ripresi o scomunicati.
    Questo per dire che la prassi e' la chiave di smantellamento della Dottrina e della Morale, per cui i modernisti, che, ricordiamolo, sono ERETICI, perché il modernismo e' la sintesi o la madre di tutte le eresie (vado a memoria), a partire dal CVII (e sotterraneamente già prima) hanno lavorato indefessamente erodendo l'edificio Chiesa.
    Il problema principale e' a Roma, ma lo era già ai tempi di Paolo VI, che scardinò la liturgia millenaria, abolì il Sant'Uffizio ecc. Ora, dopo due pontificati di transizione, e' arrivato il ciclone latinoamericano. La chiesa deve tornare a fare la Chiesa, deve avere il coraggio di scomunicare quando e' ora, deve chiamare peccato ciò che lo e', deve parlare (poco) e scrivere senza ambiguità, sapendo che essa viene dal maligno.
    E questo non significa essere sedevacantisti, ma semplicemente cattolici di Santa Romana Chiesa.
    E se in Germania o nel benelux vogliono una religione diversa, si accomodino dai protestanti, non facciano fare peripezie ai cattolici. Ma, ripeto, con tutto il rispetto per il Papa, e' la locomotiva romana che va rimessa prioritariamente in sesto.

    Gz

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  15. L’idea che l’omosessualità sia un peccato sempre e comunque è una forzatura che si basa su definizioni nate in epoche in cui si pensava che la stessa fosse una scelta personale. Ora sappiamo che non è così. È, finalmente, giunta l’ora in cui non ci siano fedeli di serie A e fedeli di serie B semplicemente in base all’attrazione sessuale.

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    1. Con queste affermazioni pensiamo che mil non sia il suo blog più adatto. Può provare su Gayburg o su Gionata. È meglio

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  16. benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni.le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia.“quando si invoca una benedizione su

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  17. Pongo una domanda: per coppie irregolari si intende anche una coppia di amanti dove almeno uno dei due è sposato e, quindi, ha all'insaputa del coniuge una relazione adulterina?

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